Emorragia degli arti
Il concetto di emorragia localizzata a un arto, che indica un sanguinamento di un certo rilievo, si associa al tema delle ferite profonde: queste si possono distinguere, in base all’oggetto che le ha provocate, in ferite da punta, da taglio e lacerocontuse (vedi Ferite superficiali).
In effetti, gli arti sono la parte dell’organismo più esposta alle possibilità di subire una ferita: qui la presenza di vasi sanguigni importanti e a breve profondità rispetto alla cute può causare emorragie spesso consistenti; inoltre l’eventuale interessamento di tessuto muscolare (anch’esso localizzato piuttosto in superficie) accentua la possibilità di sanguinamento prolungato, in quanto nei muscoli è presente una ricca rete di vasi sanguigni.
La lesione della cute e dei tessuti sottostanti, come accade nelle ferite da taglio o lacerocontuse, favorisce l’abbondante fuoriuscita di sangue e può coinvolgere vasi sia venosi sia arteriosi; questi ultimi, se di un certo calibro, producono getti di sangue consistenti e vivaci, che alle volte si manifestano come veri e propri spruzzi che pulsano in sincronia con il battito cardiaco e risultano alti anche parecchi centimetri!
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