Botriocefalosi
Malattia parassitaria dell’intestino tenue, dovuta all’infestazione del Botriocefalo diphyllobothrium latum. Si tratta di una tenia (verme piatto) della classe dei cestodi, che può raggiungere una lunghezza di parecchi metri e che si sviluppa nell’intestino tenue dell’uomo e di altri mammiferi (cani, gatti ecc.). La botriocefalosi, malattia abbastanza rara, si osserva nei Paesi freddi e temperati. L’infestazione avviene per ingestione di pesci di acqua dolce (luccio, pesce persico, trota), meno frequentemente di specie di acqua salata. La condizione si manifesta con dolori addominali e diarrea, più raramente con una particolare forma di anemia simile alla malattia di Biermer. La diagnosi si basa sull’esame microscopico delle feci, che mette in luce la presenza di uova di botriocefalo. Il trattamento consiste nella somministrazione di un farmaco antielmintico (niclosamide). Per prevenire l’infezione si consiglia di consumare pesce ben cotto.
Cerca in Medicina A-Z