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Biometria

Studio statistico delle dimensioni e dell’accrescimento degli esseri viventi.

Biometria fetale È la misura delle dimensioni del feto effettuata tramite ecografia. Può aver luogo sin dalla sesta settimana di amenorrea (sospensione del ciclo mestruale), vale a dire a partire dal secondo mese di gravidanza, momento in cui l’embrione comincia a essere visibile all’ecografia. Gli indici biomedici cambiano a seconda della fase della gravidanza: nel primo trimestre si prende come punto di riferimento la distanza craniocaudale (cioè quella dalla sommità del cranio all’estremità della colonna vertebrale), mentre nel secondo e nel terzo trimestre ci si basa sul diametro biparietale (della testa), su quello toracico e sulla lunghezza del femore. Questi elementi consentono di precisare la data del concepimento e il termine della gravidanza, e di valutare lo sviluppo fetale mettendo in luce determinate anomalie (idramnios, spina bifida, anomalie craniche ecc.). La biometria, associata allo studio anatomico e all’aspetto fisiologico del feto, permette di valutare il benessere fetale. È poi il confronto tra misure fetali e diametro della pelvi materna a indicare se sarà possibile il parto naturale. Le curve dello sviluppo fetale vengono espresse in percentili (gruppi che rappresentano un centesimo della popolazione, divisa in cento parti uguali in base a un determinato criterio). Vengono considerati normali i valori compresi tra il decimo e il nono percentile. Al di sotto di questi limiti si è in presenza di ritardo di crescita intrauterina, al di sopra di macrosomia fetale.

Biometria oculare È la misura delle dimensioni dell’occhio effettuata mediante ecografia.

Le sue principali indicazioni sono:

  • la misura della lunghezza assiale del globo oculare prima dell’estrazione chirurgica del cristallino (in caso di cataratta), allo scopo di determinare la possibilità di impianto di un cristallino artificiale;
  • la sorveglianza dell’evoluzione di alcune patologie che modificano la lunghezza oculare (glaucoma congenito nei bambini piccoli, atrofia dell’occhio traumatizzato);
  • la possibilità di distinguere una megalocornea (cornea di grandi dimensioni, senza carattere patologico) da una buftalmia (distensione dell’occhio nel quadro di un glaucoma congenito), una microcornea (cornea di piccole dimensioni, senza carattere patologico) da una microftalmia (diminuzione del diametro dell’occhio che non sia funzionale).

La sonda che permette la riflessione degli ultrasuoni viene posta sulla cornea, previa anestesia di contatto con collirio. Questo esame, del tutto innocuo, dura qualche minuto e dà risultati immediati.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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