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Autismo -Autismo e altre condizioni cliniche

Autismo Segni e sintomi Autismo e altre condizioni cliniche Terapia

L’autismo propriamente detto (o disturbo autistico), che presenta un esordio assai precoce e persiste di solito anche nell’adulto, deve essere ben distinto dall’autismo che può comparire in soggetti affetti da schizofrenia, condizione clinica che presenta un’insorgenza più tardiva, in genere verso l’adolescenza avanzata.

L’autismo che fa parte del quadro della schizofrenia, e che quindi è un sintomo di questa malattia e non un disturbo a sé, si manifesta con un atteggiamento assai ritirato e un’apparente impermeabilità e chiusura rispetto alla realtà circostante.

Questa forma di autismo può essere classificata in due tipi:

  1. autismo ricco, condizione di “ritiro” che viene tuttavia floridamente alimentata da temi deliranti (per esempio, la convinzione di essere perseguitato dai vicini di casa) o da allucinazioni uditive (per esempio, i pazienti riferiscono di udire voci che commentano o impartiscono ordini);
  2. autismo povero, tipico del soggetto che, pur ritirandosi in una dimensione serrata e distante dalla realtà, presenta una serie di sintomi cosiddetti negativi quali l’apatia (assenza di sentimenti), l’abulia (inibizione della volontà) e l’anedonia (incapacità di provare sensazioni piacevoli), talvolta associati a deficit cognitivi.

Il disturbo autistico deve quindi essere ben distinto dall’autismo quale sintomo della schizofrenia, che costituisce dunque una condizione di malattia a se stante.

Il disturbo deve anche essere anche differenziato dalla schizofrenia a esordio infantile (piuttosto rara al di sotto dei 5 anni) in cui, rispetto all’autismo, sono presenti deliri e allucinazioni, oltre a un QI più elevato.

L’autismo va inoltre distinto dalla sordità congenita, che è presente già alla nascita: anche i pazienti autistici sembrano sordi, pur avendo in realtà un udito perfettamente integro, ma è quella profonda distanza emotivo affettiva che li separa dalla realtà circostante a renderli simili ai soggetti che non sono in grado di udire suoni e parole.

Anche il disturbo di Rett deve essere differenziato da quello autistico, in quanto è più frequente tra le bambine e presenta il caratteristico rallentamento della crescita del cranio, con perdita delle capacità manuali già acquisite e presenza di movimenti del tronco scarsamente coordinati. In comune con l’autismo vi è la difficoltà di interazione sociale, che però nel disturbo di Rett è transitoria.

Infine, anche il disturbo disintegrativo dell’infanzia si distingue da quello autistico, in quanto il bambino presenta una caratteristica grave regressione dopo due anni di sviluppo normali, mentre in genere nell’autismo le alterazioni si osservano già nel primo anno di vita.

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Dott. Maurizio Hanke

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