Angelica sinensis
La droga si ottiene dalle radici disseccate della pianta, che contiene olio essenziale (ligustilide, 6,7-epossiligustilide e così via), terpeni e cumarine. Il maggiore costituente è il ligustilide, presente in misura superiore al 5% alla HPLC. È presente nelle monografie OMS. Studi farmacologici sperimentali hanno dimostrato che l’estratto acquoso, somministrato per via endovenosa, stimola la contrazione della muscolatura liscia della vescica e dell’utero del cane, e aumenta nel ratto la forza delle contrazioni e il tono della muscolatura liscia uterina. L’estratto acquoso somministrato per via endovenosa aumenta la gittata cardiaca, riducendo la resistenza vascolare coronarica e il consumo di ossigeno da parte delle cellule miocardiche. Sia l’estratto acquoso sia quello etanolico intervengono sull’aritmia indotta da epinefrina e digitale. Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato che gli estratti della radice inibiscono l’aggregazione piastrinica e possiedono attività antitrombotica. Esistono numerosi case report che attestano l’efficacia della droga nel trattamento della dismenorrea, ma mancano trial clinici controllati e randomizzati a sostegno di questo uso. L’Angelica sinensis è controindicata in gravidanza, durante l’allattamento e in età pediatrica. Non deve essere utilizzata in pazienti affetti da diarrea, disturbi della coagulazione, ipermenorrea e in individui che si sottopongono a terapie anticoagulanti.
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