Trekking d’estate, come proteggere i piedi da vesciche e traumi alle unghie

Gli appassionati di escursioni, camminando, possono imbattersi in due problemi ai piedi: vesciche e infiammazioni alle unghie. Ecco perché si presentano, come evitare che succeda, i rimedi



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Passione trekking. Per chi ama arrampicarsi sui sentieri di montagna ma anche per chi, in estate, si gode il piacere di una lunga passeggiata in mezzo alla natura o alla ricerca di antichi borghi, i piedi sono gli attrezzi del mestiere. Da trattare con tutto il rispetto che meritano, perché ci portano in giro ma, dopo ore di cammino intenso e faticoso, patiscono “dolori” difficili da sopportare per tutti, al punto che può diventare impossibile camminare. Può succedere, ma con i consigli del dottor Marco Marconi, specialista in dermatologia e responsabile dei gruppi Clinica Aristotele di Milano, diventa facile rimettersi subito in strada.  

Dottor Marconi, quali sono i problemi ai piedi quando si fa escursionismo?

«Principalmente due, vesciche e infiammazioni alle unghie. E spesso la colpa è l’uso di scarpe e solette non adatte alla forma del piede, calze sgualcite o con cuciture strette, tutte condizioni che creano punti d’attrito sulla pelle». 

Come si formano le vesciche? 

«I fattori sono diversi, ma al primo posto c’è spesso una pelle “debole” del piede: troppo sudore all’interno delle scarpe per moltissimi, troppa secchezza per alcuni. E, in queste condizioni di fragilità, basta una frizione accentuata e ripetuta in alcuni punti del piede (alluce, tallone, pianta del piede in primis, perché qui si concentra il carico del corpo) che la cute, per difendersi, richiama liquido intersistiziale che va gonfiarsi e crea dolenzia. Si crea, insomma, una cascata infiammatoria. In altri casi, ma meno comuni, invece, le vesciche si formano su base batterica o micotica: alcuni batteri (come gli stafilococchi) o funghi si possono infiltrare nei piccoli tagli dell’epidermide e, allora, la reazione di risposta è la vescica».

Ma si può fare qualcosa per prevenirle? 

«Sicuramente: scarpe della giusta misura e che calzino perfettamente sono d’obbligo. E poi mantenere i piedi asciutti il più possibile: qui aiutano calze traspiranti, meglio ancora a doppio strato per ammortizzare l’attrito, e una crema astringente che, attenuando l’iperidrosi (eccessiva sudorazione), favorisce la dispersione dell’umidità. Se il problema, al contrario, è la secchezza cutanea si sostituisce il prodotto astringente e se ne usa uno idratante, emolliente che rafforza la barriera cutanea». 

Per curarle invece? 

«Dipende dal tipo di vesciche. Se le vesciche sono piccole e fanno poco (o per niente) male, è meglio non bucarle perché la pelle costituisce un baluardo naturale contro i batteri e riduce sensibilmente il rischio di infezioni. Generalmente, si riassorbono da sole nel giro di 2-3 giorni. Mentre se sono grandi e dolorose, si forano con un ago da siringa in uno o due punti al margine della vescica premendo delicatamente con una garza (sterile anche questa), per consentire la fuoriuscita del liquido.

Le vesciche sono sono già aperte? Mai staccare la membrana esterna che copre la lesione: lasciare la ferita aperta significherebbe esporla ad agenti irritanti come acqua, sporco e batteri. In ogni caso, le vesciche vanno sempre disinfettate, con acqua ossigenata o acqua borica per esempio, e poi curate con creme o gel cicatrizzanti (a base di acido ialunorico, fotostimoline, connettività, ecc). I prodotti antibiotici o antimicotici a uso topico vanno utilizzati solo se la ferita è infiammata e c’è il sospetto di un’infezione (pus, rossore, calore)».

Ma le vesciche vanno sempre coperte? 

«Gli appositi cerotti antivesciche sono una forma di prevenzione, perciò metterli nelle zone del piede più soggette a sfregamento (tallone o pianta del piede) riduce la pressione in queste aeree di scarico. Anche una vescica aperta va “protetta” con una medicazione morbida e sterile prima di indossare le scarpe; in casa, meglio lasciarla scoperta (senza né cerotti né creme) in modo che si asciuga bene all’aria». 

Le unghie invece che danni possono subire? 

«Quelle più lunghe, tipo l’alluce e il secondo dito del piede, possono andare incontro a microtraumatismi. Si tratta di moleste alterazione di colorazione dovute alle piccole emorragie subunguneali oppure si possono irritare e infiammare le lamine unguneali soprattutto se alla base ci sono condizioni favorenti come il piede piatto e alluce valgo».

In questo caso, che fare?

«Aiuta moltissimo tenere sempre corte le unghie dei piedi e indossare scarpe che lascino un po’ di spazio tra la fine delle dita e la punta delle scarpe. Ma anche utilizzare smalti indurenti che si comprano in farmacia: sono trasparenti e contengono cheratina e calcio, le sostanze top per rinforzare la matrice unguenale».


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