OSSIGENO COMPR 200BAR 11LT -Effetti indesiderati
I tessuti mostrano differente sensibilità all’iperossiemia, i più sensibili sono i polmoni, il cervello e gli occhi. Descrizione di alcuni eventi avversi: Eventi avversi respiratori: Ad una pressione ambientale, i primi segni (tracheobronchite, dolore substernale e tosse secca) compaiono non appena dopo 4 ore di esposizione ad ossigeno al 95%. Una ridotta capacità vitale forzata può verificarsi entro 8-12 h di esposizione al 100% di ossigeno ma le lesioni gravi richiedono esposizioni molto più lunghe. Si può osservare edema interstiziale dopo 18 h dall’ esposizione al 100% di ossigeno e può portare a fibrosi polmonare. L’inalazione di forti concentrazioni di ossigeno può dare origine ad atelettasie causate dalla diminuzione dell’azoto negli alveoli e dall’effetto diretto dell’ossigeno sul surfactante alveolare. Lo sviluppo di sezioni atelettasiche dei polmoni porta a rischio di scarsa saturazione di ossigeno del sangue arterioso, nonostante una buona perfusione, dovuta a carenza di scambio di gas nelle sezioni atelettasiche dei polmoni. Il rapporto ventilazione/perfusione peggiora, portando a shunt intra polmonare. In pazienti con malattie a lungo termine associate a ipossia cronica e ipercapnia potrebbe verificarsi un cambiamento nelle modalità di controllo della ventilazione. In queste circostanze, la somministrazione di concentrazioni troppo elevate di ossigeno può causare depressione respiratoria dovuta alla soppressione dello stimolo ventilatorio causata dall’effetto del brusco aumento della pressione parziale di ossigeno a livello dei chemorecettori carotidei e aortici, inducendo ipercapnia aggravata, acidosi respiratorie e infine arresto respiratorio (vedere paragrafo 4.4). La somministrazione di ossigeno a pazienti affetti da depressione respiratoria indotta da farmaci (oppioidi, barbiturici) o da BPCO potrebbe deprimere ulteriormente la ventilazione dato che, in queste condizioni, l’ipercapnia non è più in grado di stimolare i chemorecettori centrali mentre l’ipossia è ancora in grado di stimolare i chemorecettori periferici. La somministrazione di ossigeno può causare una lieve riduzione della frequenza e della gittata cardiaca. Popolazione pediatrica Nei neonati in particolare quelli prematuri esposti a forti concentrazioni di ossigeno, FIO2 >40%, Pa O2>80 mmHg o per periodi prolungati (più di 10 giorni a una FI02 >30%), si può verificare retinopatia di tipo fibroplastico retrolenticolare temporanea o permanente (retinopatia de prematuro, vedere paragrafo 4.4). La somministrazione di ossigeno modifica la quantità di ossigeno trasportata e ceduta ai vari tessuti. Un aumento della concentrazione locale di ossigeno, principalmente della frazione disciolta, porta ad un aumento della produzione di composti reattivi dell’ossigeno e, di conseguenza, ad un aumento di enzimi antiossidanti o di composti antiossidanti endogeni. Il potenziale danno ossidativo diretto dell’ossigeno è da valutare nella gestione dei prematuri che possono risentire negativamente ed in modo persistente della perossidazione lipidica a carico delle membrane cellulari. In tali soggetti, che non dispongono ancora di un patrimonio di antiossidanti endogeni ad effetto protettivo, la somministrazione di ossigeno può contribuire allo sviluppo di condizioni patologiche persistenti a carico del parenchima polmonare (displasia broncopolmonare; fibrosi polmonare), fino all’insufficienza respiratoria. Il rischio d’incendio aumenta in presenza di alte concentrazioni di ossigeno e fonti di ignizione che possono provocare ustioni termiche (vedere paragrafo 4.4). Ustioni da freddo si verificano in caso di contatto diretto con ossigeno liquido (vedere paragrafo 4.4). Nella tabella sottostante sono elencate le reazioni avverse identificate suddivise in base alla classificazione sistemico-organica e alla frequenza. La frequenza viene definita utilizzando i seguenti parametri: Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100 e <1/10); Non Comune (≥1/1.000 e <1/100); Raro (≥1/10.000 e <1/1.000); Molto raro (<1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Reazioni avverse associate all’ossigenoterapia:
Molto comune (> 1/10) | Comune (≥1/100, <1/10) | Non comune (≥1/1.000, <1/100) | Raro (≥1/10.00, <1/1.000) | Molto raro (<1/10.000) | Non nota (La frequenza non può essere determinata sulla base dei dati disponibili | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Tossicità polmonare: | |||||
• Tracheobronchite (dolore sottosternale e tosse secca) | ||||||
• edema interstiziale | ||||||
• fibrosi polmonarePeggioramento di ipercapnia in pazienti con ipossia cronica/ ipercapnia trattai con FiO2 troppo elevato: | ||||||
• ipoventilazione | ||||||
• acidosi respiratoria | ||||||
• arresto respiratorio | ||||||
Patologie dell’occhio | Retinopatia del prematuro | |||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Secchezza della mucosa Irritazione locale e infiammazione della mucosa |