CARBOPLATINO PFI EV 450MG 45ML -Avvertenze e precauzioni

CARBOPLATINO PFI EV 450MG 45ML Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

La somministrazione del carboplatino deve essere effettuata sotto la supervisione di medici specializzati nell’uso di farmaci citotossici. Un attento monitoraggio per la tossicità è prioritario soprattutto in caso di somministrazione di alte dosi di farmaco. La conta delle cellule ematiche, nonché i test di funzionalità renale ed epatica devono essere effettuati regolarmente e il farmaco deve essere interrotto se si riscontra una anormale depressione del midollo osseo o anomalie della funzionalità renale o epatica. Il carboplatino è un farmaco altamente tossico con un ristretto indice terapeutico ed è improbabile che l’effetto terapeutico avvenga senza il manifestarsi di qualche evento di tossicità. Sindrome della leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS) Sono stati segnalati casi di sindrome della leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS) in pazienti trattati con carboplatino in combinazione con altri agenti chemioterapici. La RPLS è una condizione neurologica rara che evolve rapidamente, reversibile dopo l’interruzione del trattamento, che può comprendere convulsioni, ipertensione, cefalea, confusione, cecità e altri disturbi visivi e neurologici (vedere paragrafo 4.8). La diagnosi di RPLS si basa sulla conferma mediante tecniche radiologiche cerebrali, preferibilmente la risonanza magnetica. Sindrome emolitico-uremica (SEU) La sindrome emolitico-uremica (SEU) è un effetto indesiderato potenzialmente letale. La somministrazione di carboplatino deve essere interrotta ai primi segni di qualsiasi evidenza di anemia emolitica microangiopatica, quali emoglobina che diminuisce rapidamente con trombocitopenia concomitante, innalzamento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell’azoto ureico nel sangue o delle LDH. L’insufficienza renale può non essere reversibile con l’interruzione della terapia e potrebbe essere necessaria la dialisi. Tossicità ematologica : In pazienti trattati con carboplatino è stata segnalata anemia emolitica, con presenza di anticorpi sierologici indotti dal farmaco. Questo evento può essere fatale. La mielosoppressione (leucopenia, neutropenia e trombocitopenia) è dose-dipendente e costituisce la tossicità dose-limitante del carboplatino. Nei pazienti che assumono carboplatino deve essere effettuato il conteggio delle cellule del sangue periferico ad intervalli frequenti (ad esempio frequenza settimanale) e nel caso di tossicità, fino a che non si raggiunge il recupero. Il giorno mediano di nadir è il 21° giorno nei pazienti trattati solo con carboplatino e il 15° giorno nei pazienti trattati con carboplatino in combinazione con altri agenti chemioterapici. Benché alle dosi raccomandate la tossicità ematologica del carboplatino sia generalmente moderata e reversibile, nei pazienti con insufficienza renale e nei pazienti che assumono contemporaneamente (o che hanno assunto) altri farmaci mielosoppressori o sono stati sottoposti a radioterapia, si può manifestare mielosoppressione grave (soprattutto trombocitopenia). In generale, un singolo ciclo intermittente di carboplatino non deve essere ripetuto fino a che la conta dei leucociti, dei neutrofili e delle piastrine non siano tornati alla normalità. La terapia non deve essere ripetuta fino a 4 settimane dopo il precedente ciclo di carboplatino iniettabile e/o fino a che il conteggio dei neutrofili non sia di almeno 2.000 cellule/mm³ e la conta delle piastrine di almeno 100.000 cellule/mm³. Il trattamento di una grave tossicità ematologica può consistere in cure di supporto, uso di agenti anti-infettivi per complicazioni infettive, trasfusioni di derivati del sangue, recupero del midollo osseo autologo, trapianto delle cellule staminali e di agenti ematopoietici (fattori stimolanti le colonie). L’anemia è frequente e cumulativa e richiede molto raramente una trasfusione. La gravità della mielosoppressione è aumentata nei pazienti con precedente trattamento (in particolare con cisplatino) e/o funzionalità renale compromessa. Il dosaggio iniziale di carboplatino in questi gruppi di pazienti deve essere opportunamente ridotta (vedere paragrafo 4.2) e gli effetti attentamente monitorati mediante frequenti conte ematiche tra i cicli. Gli effetti mielosoppressivi possono sommarsi a quelli della chemioterapia concomitante. I pazienti con mielosoppressione grave e persistente sono ad alto rischio di complicanze infettive, compresi esiti fatali (vedere paragrafo 4.8). Se si verifica uno qualsiasi di questi eventi, la somministrazione di carboplatino deve essere interrotta. La terapia del carboplatino in associazione con altri farmaci mielosoppressori deve essere pianificata con molta attenzione ai dosaggi e alla tempistica per minimizzare gli effetti additivi. La leucemia promielocitica acuta (LPA) e la sindrome mielodisplastica (SMD)/leucemia mieloide acuta (LMA) sono state segnalate anni dopo la terapia con carboplatino e altri trattamenti antineoplastici. Tossicità renale : Nei pazienti con funzionalità renale compromessa, l’effetto del carboplatino sul sistema ematopoietico è più marcato e più lungo temporalmente rispetto ai pazienti con funzionalità renale normale. In questo gruppo a rischio, la terapia con carboplatino deve essere eseguita con particolare cautela (vedere paragrafo 4.2). Il carboplatino è escreto principalmente nelle urine, pertanto nei pazienti in trattamento con carboplatino deve essere monitorata la funzione renale. La clearance della creatinina sembra essere la misura più sensibile per valutare la corretta funzionalità renale nei pazienti che ricevono il farmaco. I criteri per aggiustare la dose nei pazienti con insufficienza renale sono illustrati al paragrafo 4.2. Al contrario della terapia con il cisplatino, non è necessario effettuare idratazione pre e post-trattamento con il carboplatino, poiché quest’ultimo ha un basso potenziale di nefrotossicità; tuttavia, una precedente terapia con cisplatino o la somministrazione contemporanea di altri farmaci nefrotossici (ad es. antibiotici aminoglicosidici) possono aumentare il rischio di nefrotossicità (vedere paragrafo 4.5). Malattia veno-occlusiva epatica Sono stati segnalati casi di malattia veno-occlusiva epatica (sindrome da ostruzione sinusoidale), alcuni dei quali sono stati fatali. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di anomalie della funzionalità epatica o ipertensione portale non chiaramente dovuti alle metastasi epatiche. Sindrome da lisi tumorale (SLT) Successivamente alla sua immissione sul mercato, in pazienti ai quali viene somministrato carboplatino, da solo o in combinazione con altri agenti chemioterapici, è stata segnalata la sindrome da lisi tumorale (SLT). I pazienti ad alto rischio di SLT, quali quelli con alto tasso proliferativo, carico tumorale elevato e alta sensibilità agli agenti citotossici, devono essere attentamente monitorati e devono essere adottate le precauzioni appropriate. Sistema nervoso centrale/udito/vista : Sebbene la tossicità neurologica periferica sia generalmente comune e lieve, limitata a parestesie e a diminuzione dei riflessi osteotendinei; la sua frequenza aumenta in pazienti di età superiore ai 65 anni e/o in pazienti precedentemente trattati con cisplatino. Devono essere effettuati monitoraggi ed esami neurologici ad intervalli regolari. Il carboplatino può provocare ototossicità cumulativa. L’ototossicià può essere più pronunciata nei bambini. Sono stati riportati casi di perdita di udito con un inizio ritardato in pazienti pediatrici. In questa popolazione è necessario eseguire un follow-up audiometrico a lungo termine e degli audiogrammi prima di iniziare la terapia, durante il trattamento o quando si manifestano sintomi uditivi. Un importante deterioramento clinico della funzione uditiva può richiedere modifiche del dosaggio o interruzione della terapia. Sono stati riportati disturbi visivi, inclusa la perdita della vista, dopo l’uso di carboplatino in dosi superiori a quelle raccomandate nei pazienti con insufficienza renale. La vista è recuperata del tutto o in misura significativa a poche settimane dalla sospensione di queste alte dosi. Effetti gastrointestinali : Il carboplatino induce emesi. L’incidenza e la gravità dell’emesi possono essere ridotte mediante un pretrattamento con antiemetici o mediante la somministrazione per infusione continua di carboplatino nell’arco delle 24 ore, o per infusione di dosi separate in 5 giorni piuttosto che in una singola dose. Gli inibitori selettivi di tipo 3 (5-HT3) dei recettori serotoninergici (ad es. ondansetron) o le benzamidi sostituite (ad es. metoclopramide) possono essere degli antiemetici particolarmente efficaci, e, nei pazienti che hanno manifestato effetti emetici refrattari o gravi, si può prendere in considerazione una terapia combinata. Reazioni allergiche : Come per altri composti contenenti complessi a base di platino, sono state segnalate reazioni allergiche al carboplatino che compaiono più di frequente durante la perfusione e richiedono la sospensione della perfusione e di un appropriato trattamento sintomatico. Reazioni crociate, talvolta fatali, sono state riportate con tutti i composti del platino (vedere paragrafo 4.3 e 4.8). I pazienti devono essere monitorati per possibili reazioni di tipo anafilattico e, ogni volta che viene somministrato carboplatino, devono essere disponibili attrezzature e medicinali adatti a trattare simili reazioni (ad es. antistaminici, corticosteroidi, epinefrina, ossigeno). Effetti immunosoppressivi/Aumento della suscettibilità alle infezioni : La somministrazione di vaccini vivi o vivi attenuati in pazienti immunocompromessi da agenti chemioterapici, incluso il carboplatino, può determinare infezioni gravi o fatali. La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitata nei pazienti che ricevono carboplatino. Possono essere somministrati vaccini uccisi o inattivati, ma la risposta a questi vaccini può essere ridotta. Uso negli anziani : Negli studi che coinvolgono la terapia di combinazione con carboplatino e ciclofosfamide, i pazienti anziani trattati con carboplatino avevano una maggiore probabilità di sviluppare trombocitopenia grave rispetto ai pazienti più giovani. Durante la scelta di una terapia deve essere presa in considerazione la funzionalità renale, considerando il fatto che essa spesso è più bassa nei pazienti anziani (vedere paragrafo 4.2). Il contenitore di questo medicinale è costituito di gomma naturale (latex o lattice). Può causare gravi reazioni allergiche.

Farmaci

ACCORD HEALTHCARE ITALIA Srl

CARBOPLATINO AHCLEV 150MG/15M

PRINCIPIO ATTIVO: CARBOPLATINO

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CARBOPLATINO AHCLEV 450MG/45M

PRINCIPIO ATTIVO: CARBOPLATINO

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CARBOPLATINO AHCLEV 50MG/5ML

PRINCIPIO ATTIVO: CARBOPLATINO

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