CARBOPLATINO AUR EV 450MG/45ML -Avvertenze e precauzioni

CARBOPLATINO AUR EV 450MG/45ML Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Il carboplatino per iniezione deve essere usato solo da medici qualificati con esperienza in farmaci chemioterapici. Analisi per la conta delle cellule del sangue così come test per la funzionalità renale ed epatica devono essere condotti ad intervalli regolari ed il farmaco deve essere sospeso se si osserva una depressione anomala del midollo spinale o anomalie nelle funzioni renali ed epatiche. Tossicità ematologica La leucopenia, la neutropia e la trombocitopenia sono dose– dipendenti e limitanti. La conta delle cellule del sangue periferico deve essere monitorato frequentemente durante il trattamento con carboplatino per iniezione e in caso di tossicità, fino a che non sia abbia avuto un recupero. In media il nadir viene raggiunto al giorno 21 nei pazienti che ricevono un’ iniezione singola di carboplatino ed il giorno 15 nei pazienti che ricevono iniezione di carboplatino in associazione con altri agenti chemioterapici. In generale, singoli cicli intermittenti di iniezioni di carboplatino devono essere ripetute fino a che le conte di leucociti, neutrofili e piastrine siano tornati a valori entro la norma. La terapia non deve essere ripetuta per 4 settimane dopo il ciclo di iniezione di carboplatino precedente e/o fino a che la conta dei neutrofili sia almeno di 2.000 cell/mm³ e quella piastrinica almeno a 100.000 cell/mm³. In pazienti trattati con carboplatino è stata segnalata anemia emolitica, con presenza di anticorpi sierologici indotti dal farmaco. Questo evento può essere fatale. Sindrome emolitico–uremica (SEU) La sindrome emolitico–uremica (SEU) è un effetto indesiderato pericoloso per la vita. Il carboplatino deve essere interrotto ai primi segnali di qualche evidenza di anemia emolitica microangiopatica, come un rapido abbassamento dell’emoglobina con conseguente trombocitopenia, aumento della bilirubina sierica, creatinina sierica, azoto ureico nel sangue, o LDH. L’insufficienza renale potrebbe non essere reversibile con l’interruzione della terapia e potrebbe essere richiesta la dialisi. L’anemia è frequente e cumulativa e richiede molto raramente una trasfusione. La gravità della mielosoppressione è aumentata nei pazienti che hanno ricevuto dei trattamenti precedenti (in particolare con cisplatino) e/o con danno della funzionalità renale. Dosaggi iniziali di carboplatino per iniezione, in questi gruppi di pazienti devono essere adeguatamente ridotti (vedere paragrafo 4.2) e gli effetti attentamente monitorati mediante frequenti esami tra i trattamenti. Al fine di ridurre al minimo gli effetti aggiuntivi, iniezioni di carboplatino in associazione con altre forme di trattamento con mielosoppressivi deve essere pianificata molto attentamente per quanto riguarda i dosaggi e i tempi di somministrazione. Per i pazienti che soffrono di grave mielosoppressione potrebbe essere necessaria una terapia trasfusionale di supporto. Gli effetti mielosoppressivi possono essere addizionali a quelli della terapia chemioterapica. I pazienti con mielosopressione grave e persistente sono ad alto rischio di complicazioni di infezioni incluse quelle con esiti fatali (vedere paragrafo 4.8.). Se si manifesta qualcuno di questi eventi, il dosaggio di carboplatino deve essere interrotto e si deve prendere in considerazione la modifica del dosaggio o la sospensione del trattamento. La leucemia promielocitica acuta (LPA) e la sindrome mielodisplastica (SMD)/leucemia mieloide acuta (LMA) sono state segnalate anni dopo la terapia con carboplatino e altri trattamenti antineoplastici. Sindrome da Leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS) Sono stati segnalati casi di sindrome da Leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS) nei pazienti che ricevono carboplatino in associazione alla chemioterapia. RPLS è una condizione neurologica rara, a rapida evoluzione e reversibile dopo interruzione del trattamento, che può includere convulsioni, ipertensione, mal di testa, confusione cecità ed altri disturbi della vista e neurologici (vedere paragrafo 4.8). La diagnosi dell’ RPLS si basa sulla conferma di tecniche di imaging del cervello, preferibilmente MRI (Imaging a risonanza magnetica) Reazioni allergiche: Come con altri farmaci a base di platino, possono manifestarsi reazioni allergiche che appaiono molto spesso durante la perfusione e richiedono l’interruzione della perfusione ed un trattamento sintomatico appropriato. Sono state segnalate in maniera non frequente reazioni allergiche al carboplatino come eruzioni eritematose, febbre senza causa apparente o prurito. Raramente si sono manifestate anafilassi, angio–edema e reazioni anafilattoidi come broncospasmo, orticaria ed edema facciale. Queste reazioni sono simili a quelle osservate dopo somministrazione di altri composti contenenti platino e possono manifestarsi entro alcuni minuti. L’incidenza delle reazioni allergiche può aumentare con terapie precedenti con esposizione al platino; comunque le reazioni allergiche sono state osservate dopo l’esposizione iniziale al Carboplatino. I pazienti devono essere tenuti sotto attenta osservazione per possibili reazioni allergiche e trattati con una terapia a supporto appropriata, incluso antistaminici, adrenalina e/o glucocorticoidi. Sono state segnalate reazioni crociate, talvolta fatali, con tutti i composti a base di platino (vedere paragrafo 4.8). Tossicità a carico della funzione renale ed epatica Il carboplatino può determinare compromissione della funzionalità renale ed epatica. Dosi molto elevate di carboplatino ( 5 volte superiori alla dose raccomandata in monoterapia) hanno causato gravi alterazioni della funzionalità epatica e/o renale. Non è chiaro se un programma appropriato di idratazione possa contrastare gli effetti sulla funzionalità renale. In presenza di anomalia da moderata a grave negli esami di funzionalità renale o epatica, è necessario ridurre la dose o interrompere la terapia (vedere paragrafo 4.8). L’incidenza e la gravità della nefrotossicità possono aumentare nei pazienti che presentano già compromissione della funzionalità renale prima del trattamento con carboplatino. La compromissione della funzionalità renale è inoltre più probabile nei pazienti che hanno già manifestato nefrotossicità a seguito di terapia con cisplatino. In questa categoria a rischio, la terapia con Carboplatino Aurobindo deve necessariamente essere condotta con particolare cautela (vedere paragrafo 4.2). Sebbene non sia stata sufficientemente documentata l’evidenza clinica di nefrotossicità in associazione, si raccomanda di non associare il carboplatino con aminoglicosidi o altri composti nefrotossici (vedere paragrafo 4.5). Malattia veno–occlusiva epatica Sono stati segnalati casi di malattia veno–occlusiva epatica (sindrome da ostruzione sinusoidale), alcuni dei quali sono stati fatali. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di anomalie della funzionalità epatica o ipertensione portale non chiaramente dovuti alle metastasi epatiche. Tossicità neurologica Sebbene la tossicità neurologica periferica è generalmente comune e lieve, limitata a parestesie e diminuzione dei riflessi osteotendinei, la sua frequenza è aumentata nei pazienti di età superiore a 65 anni e / o in pazienti precedentemente trattati con cisplatino. Un monitoraggio ed esami neurologici devono essere eseguite ad intervalli regolari. Sono stati segnalati disturbi visivi, compresa la perdita della vista, dopo l’uso di iniezioni di carboplatino in dosi maggiori di quelle raccomandate nei pazienti con danno renale. La vista sembra essere recuperata totalmente o in modo significativo nell’arco di settimane dall’interruzione delle alte dosi. Sindrome da lisi tumorale (SLT) Successivamente alla sua immissione sul mercato, in pazienti ai quali viene somministrato carboplatino, da solo o in combinazione con altri agenti chemioterapici, è stata segnalata la sindrome da lisi tumorale (SLT). I pazienti ad alto rischio di SLT, quali quelli con alto tasso proliferativo, carico tumorale elevato e alta sensibilità agli agenti citotossici, devono essere attentamente monitorati e devono essere adottate le precauzioni appropriate. Uso in geriatria: In studi sulla terapia d’associazione con carboplatino e ciclofosfamide, i pazienti anziani trattati con carboplatino hanno sviluppato grave trombocitopenia più frequentemente rispetto ai pazienti giovani. Poichè spesso la funzione renale negli anziani è ridotta, la stessa deve essere tenuta in considerazione nella determinazione della dose (vedere paragrafo 4.2). Ototossicità Sono stati segnalati difetti uditivi durante la terapia con carboplatino. Ototossicità nei bambini L’ototossicità può essere più pronunciata nei bambini. Nei pazienti pediatrici sono stati segnalati casi di perdita dell’udito con comparsa ritardata. In questa popolazione è raccomandato un controllo uditivo a lungo termine. Vaccinazioni La somministrazione di vaccini vivi o attenuati in pazienti immunocompromessi da terapie con agenti chemioterapici incluso il carboplatino, può indurre infezioni gravi o fatali. La vaccinazione con vaccini vivi deve essere evitata in pazienti in terapia con carboplatino. I vaccini uccisi o inattivati possono essere somministrati, tuttavia la risposta al vaccino potrebbe essere minore. Altri Il potenziale cancerogeno del carboplatino non è stato studiato, tuttavia composti con meccanismi di azione e mutagenicità simili hanno dimostrato di essere cancerogeni (Vedere paragrafo 5.3). Non sono state accertate la sicurezza d’impiego e l’efficacia della somministrazione di carboplatino nei bambini. Il carboplatino può causare nausea e vomito. È stata segnalata l’utilità della premedicazione con antiemetici per ridurre l’incidenza e l’intensità di questi effetti. Durante la preparazione e la somministrazione del carboplatino non devono essere utilizzati strumenti contenenti alluminio (Vedere paragrafo 6.2).

Farmaci

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