Le lesioni da elettricità sono un evento comune, dovuto a incidenti domestici (lesioni da basso voltaggio) o a infortuni sul lavoro (lesioni da basso o alto voltaggio) e generalmente causate dal contatto accidentale con un conduttore di tensione; altro evento, molto meno frequente, che può provocare la folgorazione è la scarica d’elettricità atmosferica (fulminazione).
Conseguenze della folgorazione
L’elettricità causa lesioni attraverso diversi meccanismi:
- effetto diretto della corrente sui tessuti dell’organismo;
- trasformazione dell’energia elettrica in calore;
- traumi conseguenti alle contrazioni muscolari indotte dall’elettricità.
La forma e la gravità del danno da corrente elettrica varia inoltre a seconda di:
- tipo e intensità della corrente;
- resistenza del corpo nel punto di contatto;
- percorso della corrente nel suo passaggio nel corpo del soggetto colpito;
- durata del passaggio della corrente.
Tipo e intensità della corrente In generale, la corrente continua a pari intensità di voltaggio e amperaggio è meno pericolosa della corrente alternata (il tipo di corrente elettrica generalmente usata nelle reti domestiche e industriali dei Paesi europei). La corrente continua infatti tende a provocare una contrazione convulsiva, che spesso determina il distacco spontaneo del soggetto dalla fonte della corrente, mentre quella alternata provoca una contrazione muscolare di tipo tetanico che determina, per esempio, il blocco “in presa” della mano sul conduttore di corrente non appena avviene il contatto e, quindi, un’ esposizione prolungata e un maggior danno. Viene definita corrente let-go (lascia andare) la corrente massima che può causare la contrazione dei muscoli flessori del braccio, ma ancora permette al soggetto di liberare la mano dalla fonte di corrente: per la corrente continua il suo valore è di circa 75 milliampere (mA), mentre per quella alternata è di circa 15 mA e varia a seconda della massa del muscolo interessato.
Resistenza del corpo nel punto di contatto La resistenza del corpo (misurata in ohm/cm2) è determinata sostanzialmente dalla pelle.
Una pelle intatta, asciutta e “normale”, con strato superficiale ben rappresentato (cioè ben cheratinizzata) può avere una resistenza pari a circa 20.000- 30.000 ohm/cm2, mentre una pelle sottile e umida offre una resistenza di circa 500 ohm/cm2 e una pelle ferita, per esempio da un’abrasione, un taglio o una puntura, oppure una mucosa umida come la bocca può avere una resistenza di appena 200 ohm/cm2. Se la resistenza della cute è elevata, al passaggio della corrente elettrica attraverso la pelle molta energia si può dissipare in superficie producendo ampie ustioni superficiali nei punti di ingresso e di uscita, con carbonizzazione dei tessuti ma minor rischio di danneggiare gli organi interni. Se invece la resistenza cutanea è bassa, il soggetto colpito presenterà scarse ustioni superficiali ma subirà più facilmente gli effetti negativi dovuti al passaggio della corrente elettrica all’interno del corpo (per esempio accusando un arresto cardiaco).
Percorso della corrente nel suo passaggio nel corpo del soggetto colpito Il percorso della corrente attraverso il corpo può essere fondamentale nel determinare l’entità del danno all’organismo: per esempio, un percorso della corrente elettrica che vada da un braccio all’altro o da un braccio a un piede appoggiato al suolo può attraversare il cuore nel suo tragitto, e quindi è molto più pericoloso del contatto tra una gamba e la terra, percorso nel quale non sono compresi organi vitali.
I più frequenti punti di contatto accidentale con un conduttore di corrente elettrica sono, nell’ordine, la mano e la testa, mentre il punto di uscita più frequente è il piede.
Durata del passaggio nel corpo La durata del passaggio di corrente attraverso il corpo è un fattore importante: infatti, mentre il cuore è sensibile anche a piccole correnti a voltaggi relativamente bassi, in genere il danno corporeo è tanto maggiore quanto più lunga è la durata dell’esposizione alla corrente elettrica, in questo la distruzione dei tessuti colpiti avviene proprio quando la durata del passaggio di corrente è maggiore, con produzione di calore, ustioni, coagulazione delle proteine, trombosi all’interno dei vasi sanguigni e morte (necrosi) dei tessuti.
Quando un soggetto “resta attaccato” a un conduttore, anche quello della comune corrente domestica, può subire gravi ustioni. Al contrario, un soggetto esposto a un fulmine subisce raramente ustioni interne o esterne, malgrado il voltaggio elevato, perché la durata estremamente breve della corrente non è sufficiente a provocare la rottura dello strato cutaneo: il fulmine infatti “avvolge” la vittima, provocando danni interni limitati ma determinando una sorta di corto-circuito elettrico dei sistemi, con conseguenze quali l’interruzione dei battiti del cuore (asistolia cardiaca).
Tipi di lesioni da corrente elettrica
Ustioni Le lesioni elettrotermiche possono interessare gli strati superficiali della pelle (epidermide e derma, il cosiddetto marchio elettrico), tutto lo spessore della cute (erosione), la cute, il sottocute e le masse muscolari sottostanti (necrosi dei tessuti), ma possono anche “carbonizzare” interamente una parte del corpo.
Danno vascolare La corrente danneggia direttamente i vasi sanguigni provocando la formazione di trombi, la necrosi coagulativa, la rottura dei globuli rossi (emolisi intravascolare) o la rottura degli stessi vasi sanguigni.
Danno cardiovascolare Possono comparire alterazioni più o meno importanti del ritmo cardiaco (fibrillazione ventricolare, asistolia, extrasistoli atriali o ventricolari, fibrillazione atriale, blocchi atrioventricolari, blocchi di branca), infarto miocardico, scompenso cardiaco, calo della pressione arteriosa (per riduzione di volume) o ipertensione (per liberazione di sostanze attive come le catecolamine).
Danno polmonare Si può avere arresto respiratorio, edema polmonare, contusione polmonare o emorragia polmonare
Danno neurologico Le manifestazioni neurologiche comprendono lesioni dirette dei neuroni o del midollo, lesioni del sistema nervoso periferico e alterazioni psichiche. Possono essere associate lesioni traumatiche con emorragia cerebrale, fratture vertebrali ed edema cerebrale. È frequente il riscontro di alterazioni della coscienza (non raro lo stato di coma), confusione mentale, agitazione, cancellazione del ricordo dell’evento (amnesia), disturbi cognitivi, insonnia, labilità emotiva. Le lesioni del midollo possono determinare paralisi degli arti inferiori (paraplegia) o dei quattro arti (tetraplegia); le lesioni periferiche spesso non precoci sono rappresentate da una generalizzata sofferenza dei nervi (polineuropatie) e da neuropatia motoria.
Il danno neurologico maggiore a carico del sistema nervoso centrale è rappresentato dall’arresto cardiaco conseguente alla lesione del centro respiratorio, cioè della regione del sistema nervoso che controlla il regolare funzionamento del cuore.
Atri danni a organi e apparati Possono verificarsi ulcere da stress e blocco della funzione intestinale (ileo paralitico), edema polmonare, coagulazione intravascolare disseminata, infezioni batteriche. Possono anche essere interessati gli occhi, con danni quali l’ulcerazione della cornea, un’infiammazione (iridociclite) o l’emorragia del corpo vitreo; tra le complicanze uditive ci sono invece la rottura del timpano, le emorragie dall’orecchio e la sordità temporanea o cronica. Le contrazioni muscolari tetaniche sono possibili cause di fratture, lussazioni e rotture tendinee. Qualora si verifichino ustioni molto estese a carico delle masse muscolari, può insorgere infine una condizione di insufficienza renale.
Terapia
È indispensabile, per prima cosa, staccare il soggetto dalla sorgente elettrica, quindi procedere a ripristinare le funzioni vitali e fornire le cure di sostegno che il caso richiede.
Come staccare il soggetto dalla sorgente elettrica Il contatto tra il corpo della vittima e la sorgente della corrente elettrica si può interrompere togliendo la corrente oppure staccando la persona dal contatto con essa.
Il metodo migliore è il primo, se lo si può attuare rapidamente (per esempio azionando l’interruttore che interrompe il circuito oppure togliendo la spina di alimentazione dello strumento), in caso contrario si dovrà ricorrere al secondo metodo.
Per le correnti di basso voltaggio (110-220-V) il soccorritore dovrà assicurarsi di essere innanzitutto ben isolato rispetto alla terra (altrimenti verrà “attraversato” lui stesso dalla corrente elettrica riportando danni) e dovrà usare strumenti di materiale isolante (tessuti, legno asciutto, gomma, cinture di cuoio ecc.) per cercare di trarre in salvo la vittima.
Il paziente va poi spostato con cautela, dal momento che si tratta comunque di un soggetto politraumatizzato che potrebbe presentare lesioni ossee o articolari.
In caso di arresto cardiaco occorre iniziare la rianimazione cardio-respiratoria (BLS-ACLS) assicurandosi che le vie respiratorie siano libere (controllo della pervietà delle vie aeree) e prestando attenzione all’eventualità di arresto del respiro con persistenza dei battiti cardiaci: è questa la situazione che si può verificare dopo fulminazione e va trattata immediatamente con la respirazione artificiale (tecnicamente detta ventilazione assistita) per la possibilità che la situazione degeneri in una gravissima forma di alterazione del ritmo cardiaco (fibrillazione ventricolare e arresto dei battiti). Se il soggetto colpito è in stato di shock, il trattamento prevede l’adeguata infusione di liquidi attraverso una grossa vena; una reidratazione efficace serve anche a prevenire un’eventuale insufficienza renale da grave danno muscolare (rabdomiolisi).
In caso di ustioni si deve garantire profilassi antitetanica e adeguata detersione delle aree di cute colpite. Il trattamento ospedaliero dei pazienti con ustioni da elettricità richiede cure altamente specialistiche: quando possibile questi pazienti dovrebbero essere inviati alle unità di terapia intensiva per ustionati o traumatizzati.Qualora si verifichi una anche solo transitoria perdita di conoscenza, infine, il soggetto colpito deve essere ospedalizzato. [S.P.]