In vacanza senza smartphone: i soggiorni e le strategie da provare

Dai ritiri digital detox ai soggiorni senza wi-fi, il nuovo trend è quello di partire lasciando a casa l’ossessione dello scrolling. Come sfruttare allora le vacanze per disconnettersi dalla tecnologia? I consigli dell’esperta



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di Francesca Gastaldi

Perennemente connessi, sempre raggiungibili e costantemente alle prese con notifiche e scroll sui social. Impossibile (o quasi) non riconoscersi in questa immagine. Basti pensare che secondo il report "We are social" del 2024 passiamo davanti al telefono 349 minuti al giorno, circa 41 ore a settimana, per un totale di 7 giorni al mese che poi diventano 12 settimane l’anno. Le conseguenze? Un costante stato di attivazione che porta a essere frequentemente distratti e soprattutto molto stressati.

Ecco allora che almeno durante le vacanze, per invertire la rotta e ricaricare davvero le batterie (non quelle dello smartphone, ovviamente), l’idea giusta potrebbe essere quella di concedersi un po’ di sano digital detox. Parola d’ordine: disconnettersi per riconnettersi. Con se stessi e con i propri reali bisogni.

Un’esigenza questa che sembra essere sempre più sentita, come dimostra il trend dei viaggi offline, a cui poco tempo fa ha dedicato un articolo anche la BBC UK. Qualche dato? Secondo il rapporto Hilton Trends del 2025, il 27% degli adulti che pianifica un viaggio afferma di voler ridurre l'uso dei social media durante le vacanze. Facendo eco a questo interesse, la piattaforma globale di affitto di case di lusso Plum Guide ha visto un aumento del 17% delle ricerche di proprietà senza wi-fi, mentre in Messico, il lussuoso Grand Velas Resorts ha lanciato un programma di disintossicazione digitale con tanto di "Detox Concierge" incaricato di portare via tutti i dispositivi elettronici all'arrivo.


Qualche idea per soggiorni offline in Italia

Ma il concetto di vacanza senza tecnologia sta prendendo piede anche in Italia, dove sono diverse le proposte di soggiorni offline. All’Hotel Weihrerhof di Soprabolzano, per esempio, chi vuole provare l’ebbrezza di una vacanza lontano dai social (e non solo) può scegliere il pacchetto “Digital Detox Plus”, mentre nella natura incontaminata della Valle di Concei in Trentino, si può prenotare lo Chalet Silenthia: un suggestivo luogo senza tempo ma soprattutto senza tv e senza wifi.

Una formula offerta in Puglia anche dall’Elda Hotel, nel parco nazionale del Gargano, dove è possibile soggiornare in uno dei quattro chalet immersi tra faggi secolari, dotati di tutti i confort, fatta eccezione ovviamente per TV, internet e linee telefoniche mobili. E non è tutto.

Per chi cerca un’esperienza ancora più insolita, in una collina solitaria dell’Umbria si trova Eremito, un antico monastero che offre suggestivi soggiorni all’insegna della quiete e della pace, durante i quali ritrovare se stessi lontani dalla frenesia della vita moderna e soprattutto dalle interruzioni digitali.

I digital detox retreat

Per imparare a lasciare a casa l’ansia dello smartphone, l’estate può essere l’occasione giusta anche per partecipare a veri e propri digital detox retreat. Come quelli proposti da Monica Bormetti, psicologa del lavoro che ha cominciato a dedicarsi al tema del benessere digitale proprio durante una vacanza in cui si è ritrovata - suo malgrado - senza cellulare.

«Staccarsi dallo smartphone non è così facile: se non mi fosse accaduto per caso, forse non l’avrei fatto», ammette oggi. «Eppure è successo. Ormai 10 anni fa, durante un viaggio in Indonesia, il mio telefono ha smesso di funzionare: i primi giorni mi sono ritrovata a guardare, incredula, quello schermo nero, aspettando che si riaccendesse poi tutto è cambiato e alla fine ho trascorso tre settimane riscoprendo il piacere di ritmi completamente diversi. Guardare le strade, scegliere dove andare a dormire o dove mangiare: ho dovuto fare tutto senza telefono e questo mi ha dato l’opportunità di incontrare persone con cui probabilmente non avrei parlato se avessi avuto lo smartphone sempre in mano».

Da quella esperienza, nel 2017, nasce Smart Break, progetto lanciato da Bormetti con l'obiettivo di promuovere un uso consapevole del digitale, anche attraverso la possibilità di partecipare a ritiri digital detox della durata di alcuni giorni. 

«Si comincia con una sorta di cerimonia di consegna del cellulare che viene poi messo in una cassaforte per tutta la durata del ritiro», racconta. «Quindi vengono proposte diverse attività che vanno dallo yoga alla meditazione fino alle passeggiate nella natura, oltre a workshop di crescita personale. Il tutto affrontando un tema di volta in volta diverso: nell’ultimo ritiro il focus era incentrato sulla capacità di mettere dei confini sani e sull’importanza di saper dire di no. No a quella mail che arriva alle sette di sera, no alla richiesta di lavoro nel weekend... Un tema insomma strettamente legato a quello dell’iperconnessione. Durante il ritiro sono però previsti anche dei momenti di tempo libero per fare in modo che le persone interagiscano tra loro e riescano a ritrovare un ritmo diverso rispetto a quello della vita frenetica e piena che siamo abituati a condurre».


I benefici del ritiro senza smartphone

I benefici? Moltissimi. «Certo, tenere spento il cellulare così a lungo nella vita di tutti i giorni non sarebbe possibile», sottolinea Monica Bormetti. «Tuttavia qualche giorno di stacco è molto utile perché permette alle persone di capire che si può rallentare, che si possono avere delle conversazioni più profonde, che si può imparare a pensare al proprio benessere, anche uscendo da quelle dinamiche di confronto con gli altri a cui i social ci espongono. Senza considerare che è un’ottima strategia anche per prendere consapevolezza di quegli automatismi che regolano il nostro rapporto con la tecnologia e di cui spesso non ci rendiamo nemmeno conto».

L’obiettivo non è dunque quello di demonizzare i dispositivi quanto piuttosto di tornare a viverli con più equilibrio. «Quando ho dato il via al mio progetto sul benessere digitale, anche solo proporre un aperitivo senza cellulare sembrava un’idea bizzarra», racconta ancora la psicologa del lavoro. «Oggi invece questo tipo di esperienze sono molto ricercate».

A dimostrarlo sono anche iniziative come l’Offline Club, che promuove eventi sociali senza dispositivi digitali, offrendo spazi dove le persone possono connettersi autenticamente, lontano dagli schermi. Fondato ad Amsterdam, oggi il progetto è attivo a livello globale in diverse città, tra cui Milano.

Come disconnettersi dalla tecnologia (e riconnettersi con se stessi)

Per chi ha già prenotato le vacanze in un luogo dal wi-fi garantito, niente paura: l’importante è darsi come obiettivo quello di godersi i giorni di relax senza controllare le mail, scrollare i social sotto l’ombrellone o ricercare ossessivamente lo scatto perfetto da condividere con i follower. 

Qualche consiglio per riuscirsi? Ecco le strategie che ci ha suggerito la psicologa Monica Bormetti.

Per disconnettersi dalla tecnologia:

  • Prima cosa molto semplice ma di impatto, è quella di andare in vacanza con una sveglia analogica. «Sembra strano, invece è un’astuzia utile per fare in modo che il telefono non sia la prima cosa che guardiamo quando ci svegliamo e l’ultima prima di andare a dormire».

  • Altrettanto importante è prestare attenzione al fenomeno del phubbing, termine nato dalla fusione delle parole “phone” (telefono cellulare) e “snubbing” (snobbare) e che si riferisce appunto all’atto di ignorare o trascurare il proprio interlocutore in un contesto sociale concentrandosi sul proprio smart­phone.

    «Se ci ritroviamo a scambiare due chiacchiere sotto l’ombrellone, evitiamo di scrollare sui social o guardare whatsapp mentre il nostro interlocutore parla», spiega Bormetti. «E se è il nostro interlocutore a farlo, smettiamo di parlare. Sembra una cosa banale ma in realtà si tratta di un atteggiamento che va a impattare negativamente sulla qualità delle relazioni e che, se ignorato, finisce per rinforzare quel tipo di comportamento».

  • Troppo dipendenti da WhatsApp? Il consiglio utile è invece quello di togliere la famosa spunta blu. «Anche questa è una piccola strategia che si rivela però molto efficace per allentare l’ansia di dover rispondere subito a ogni messaggio».

  • Infine, può essere utile prestare attenzione alla formula che si utilizza nella e-mail di "Out of Office" che si imposta per avvisare che non si è al lavoro. «Il mio consiglio è di scriverla in modo personalizzato, puntando l’attenzione non solo sul fatto che per alcuni giorni non potremo rispondere, ma anche sulla necessità umana e condivisibile di staccare per ricaricarsi. Questo piccolo gesto potrebbe essere d’aiuto per generare davvero una cultura sana su questi temi».


Strategie per riconnettersi con se stessi

  • «È importante poi approfittare della vacanza per allenarsi a fare una cosa alla volta, anche solo mezz’ora al giorno: può trattarsi di leggere un libro, di prendere un aperitivo con gli amici o di giocare a racchettoni sulla spiaggia con il proprio figlio: qualsiasi cosa sia, in quel momento, è bene concentrarsi su quella e basta. Questo perché nella vita di tutti i giorni la nostra mente passa molto velocemente da un’attività all’altra e questo aumenta lo stress e ci disconnette da noi stessi».

  • «Non dimentichiamo inoltre che l'utilizzo massiccio della tecnologia ha effetti anche sul nostro corpo - sottolinea l'esperta - poiché aumenta la sedentarietà e porta spesso a fare i conti con disturbi quali rigidità e dolori cervicali. Le vacanze possono essere allora l'occasione giusta anche per prenderci cura del nostro corpo in termini di movimento ma anche di ascolto dei suoi reali bisogni».

  • Ultimo consiglio? «Approfittare dei giorni liberi per chiedere a noi stessi, almeno una volta al giorno, come stiamo e come ci sentiamo», conclude Bormetti. «Prendersi insomma un momento per focalizzarsi su di sé, senza vivere la vacanza sempre e solo in modalità reattiva e rivolta verso l’esterno».


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