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Parlare da soli: come il self-talk sano può migliorare il benessere mentale

Un dialogo interiore sano può diventare un alleato prezioso per affrontare ansia e stress. Ecco come trasformarlo in uno strumento di benessere

Foto: iStock



di Elisa Capitani

Ti è mai capitato di trovarti a parlare da sola, magari mentre affronti una situazione difficile, prendi una decisione o semplicemente rifletti sulle tue giornate? Se la risposta è sì, sappi che non sei affatto strana e non sei l'unica a farlo: parlare con sé stessi è un’abitudine molto più diffusa e naturale di quanto immaginiamo.

Questo dialogo interiore, noto anche come self-talk, non solo è comune, ma può diventare uno strumento utile per gestire lo stress, regolare le emozioni e rafforzare la motivazione. Eppure, spesso parlare da soli è visto come un comportamento bizzarro o addirittura il segno di disagio psicologico. In realtà, come spiega la dottoressa Agnese Cannistraci, psicoterapeuta di Serenis, quando il self-talk è sano e consapevole diventa una vera e propria forma di benessere quotidiano.

Scopriamo insieme come funziona questo dialogo interiore, quando può essere d’aiuto e come allenarlo per trarne il massimo beneficio.

Perché parlare da soli è naturale e utile

Parlare con sé stessi è un comportamento innato e diffuso in tutte le culture e fasce d’età, anche se molti tendono a farlo in modo più silenzioso, dentro la propria mente.

«Il self-talk è uno strumento che la nostra mente usa per dare senso ai pensieri e alle emozioni, per motivarci e anche per calmarsi quando ci sentiamo sopraffatti», spiega l'esperta.

In pratica, quando parliamo da soli stiamo mettendo ordine dentro di noi: stiamo “facendo il punto” su quello che proviamo o su ciò che ci sta accadendo. È un modo per gestire l’incertezza o il caos emotivo che ogni tanto attraversiamo. Questo processo è particolarmente importante in situazioni stressanti o complesse, perché ci aiuta a trovare un senso e a orientare le nostre reazioni.

Il problema sorge quando questo dialogo diventa troppo rigido, ripetitivo o critico e finisce per alimentare ansia e senso di inadeguatezza. Perciò, il segreto sta nel modo in cui parliamo con noi stessi, non nel fatto di farlo.

Il segreto per un dialogo costruttivo

Un dialogo interiore sano si riconosce perché ha un tono gentile, equilibrato e realistico. Non nega le difficoltà, ma aiuta a guardarle con compassione e fiducia nelle proprie capacità.

Ad esempio, in un momento di difficoltà potremmo dirci: “Questa situazione è dura, ma posso affrontarla passo dopo passo” oppure “Ho commesso un errore, ma posso imparare e andare avanti”.

Al contrario, un dialogo negativo è fatto di frasi assolutiste e giudicanti, come “Non valgo niente” o “Non cambierà mai nulla”, che alimentano sentimenti di ansia, colpa e blocco emotivo. Questo tipo di pensieri, invece di aiutarci a capire o reagire, ci fa sentire impotenti e spegne la motivazione.

La differenza con l’overthinking

È importante distinguere il self-talk dal cosiddetto overthinking o rimuginio eccessivo. Mentre il dialogo interiore è uno strumento di elaborazione e comprensione, l’overthinking è un blocco mentale che ci imprigiona in pensieri sterili.

«È il caso di preoccuparsi quando i pensieri diventano invadenti, ripetitivi e ci impediscono di agire o riposare», spiega la dottoressa Cannistraci.

Diventa quindi essenziale riconoscere quando il proprio dialogo interno sfocia in un rimuginio dannoso: pensieri incontrollabili che impediscono di agire, dormire o rilassarsi. In questi casi, è importante intervenire con tecniche di mindfulness, rilassamento, ma anche con l’aiuto di uno specialista.

Come allenare un dialogo interiore positivo

La buona notizia è che possiamo imparare a migliorare il modo in cui parliamo con noi stessi, proprio come si allena un muscolo. Il primo passo consiste nel diventare consapevoli di ciò che ci diciamo, osservando senza giudizio i pensieri che si affacciano nella mente. Può capitare che questi pensieri siano automatici e negativi, ma una volta riconosciuti, si possono riformulare scegliendo parole più comprensive e realistiche.

La dottoressa Cannistraci suggerisce di adottare frasi di autoconforto da ripetere nei momenti di difficoltà, come ad esempio, ricordarci che stiamo facendo del nostro meglio e che “va bene così”, accettare che è normale sentirsi sopraffatti a volte, prendersi il tempo di affrontare una cosa alla volta e avere fiducia che anche le emozioni più intense passeranno.

Questi piccoli ma potenti messaggi aiutano a calmare l’ansia, regolare le emozioni e a riprendere il controllo della situazione. Parlare con sé stessi in modo gentile aiuta ad affrontare lo stress, ma è anche un gesto di amore verso la propria persona, da coltivare con pazienza e costanza.

Perché normalizzare il self-talk è importante

Molte persone si sentono imbarazzate o straniate ad ammettere di parlare da sole, soprattutto ad alta voce, e tendono a nascondere questo comportamento. In realtà, non parlarne può creare un tabù che aumenta lo stigma intorno a questa pratica naturale.

«Parlare da soli è un atto di cura di sé e può essere paragonato a scrivere un diario o praticare la meditazione: è un modo per conoscere e ascoltare ciò che sentiamo dentro», spiega la psicoterapeuta.

Imparare a riconoscere e accettare il dialogo interiore come parte della nostra vita quotidiana significa prendersi cura della propria salute mentale con gentilezza e consapevolezza.


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