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Stanchezza di primavera, 5 consigli anti-stress

Con l’avvicinarsi della primavera arrivano anche i suggerimenti per ritrovare vitalità e contrastare lo stress quotidiano. Sotto la lente: il cortisolo

Foto: Shutterstock



Il cambio o gli sbalzi repentini delle temperature, l’arrivo della primavera, le giornate che iniziano ad allungarsi e la voglia di trascorrere più tempo all’aria aperta. Ma anche maggiore senso di stanchezza: sono tipici di questo periodo dell’anno, quando la primavera si avvicina, ma spesso si accompagna a un senso di spossatezza e allo stress quotidiano, che ormai non ha stagione. Come superare soprattutto quest’ultimo? Un aiuto arriva dal cibo, ma anche dallo stile di vita che significa anche saper riconoscere e assecondare alcuni segnali che manda il corpo.

«Da tempo abbiamo imparato a conoscere gli effetti del cortisolo, l’ormone dello stress, ma forse non tutti sanno che l’affaticamento è dovuto al deficit di questo ormone, al suo esaurimento che avviene quando le ghiandole surrenali si "mettono a riposo" per l’eccessiva stanchezza», spiega Anna Bianchi, naturopata, iridologa e life coach, autrice del libro Smetti di sopravvivere, ricomincia a vivere (Red).

La soluzione non passa però da diete specifiche o drastiche, ma da un maggiore ascolto del proprio corpo, insieme a esercizi psicofisici mirati che possono aiutare a «riparare il corpo», spiega l’esperta, che dà una serie di consigli pratici.

Ecco 5 consigli da non dimenticare mai e tenere nella propria «cassetta degli attrezzi anti-stress».


  • Mettere a tacere la “tigre” che causa lo stress

«Per capire perché ci sentiamo così stanchi ed esauriti, il cosiddetto burn out, è bene ricordare che si tratta di una conseguenza del disequilibrio tra corpo e mente», spiega la naturopata. «Alla base c’è il funzionamento del sistema nervoso e ormonale, che vede protagoniste le ghiandole surrenali: sono quelle che si trovano sopra i reni e che producono il cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress che atavicamente ci serviva per tenerci in allerta rispetto ai pericoli. Oggi non corriamo più il rischio di possibili attacchi da parte degli animali: “la tigre” simbolica è stata sostituita dallo stress, che può essere lavorativo o familiare per via degli impegni con i figli o il partner. Il risultato è che, soprattutto le donne, non hanno mai un momento di riposo per sé, sono sempre "in allerta". Le ghiandole surrenali finiscono così con il produrre meno cortisolo e l’effetto è quello di sentirsi senza energie, con un senso di esaurimento e spossatezza».

Bianchi quindi consiglia: «Il primo passo è prendere consapevolezza di questa condizione per poi iniziare a portare dei piccoli cambiamenti, in grado di far ritrovare energia e benessere».


  • Concedersi micro-riposi per ricaricarsi


«Il cibo ha la sua importanza, ma prima ancora occorre partire dallo stile di vita, in particolare ritagliandosi il giusto tempo per il riposo o micro-riposo. Spesso, infatti, si pensa che occorra avere un’ora a disposizione da dedicare al riposo o alla meditazione, quando in realtà al nostro cervello e al nostro corpo sono sufficienti fisiologicamente 5 minuti, purché di totale stacco, da ripetere anche più volte nell’arco della giornata, anche una decina; oppure 15 minuti per quattro volte. Insomma, un’ora sacra al giorno, ma suddivisa. In questo modo il nostro sistema surrenale non si sentirà costantemente in fuga dalla “tigre”», spiega Bianchi.


  • Ricominciare a respirare (bene)

«Al terzo posto metterei la capacità di tornare a respirare bene: se entra poco ossigeno, anche il cervello e la mente rimangono annebbiati», prosegue Bianchi. «Non solo: il diaframma si contrae, proprio come il nervo vago. Allora suggerisco di tornare a imparare a fermarsi e concentrarsi sul respiro, tornando a rilassare appunto il diaframma».


  • Sostituire i pensieri d’ansia con quelli positivi

«Anche in questo caso mi rivolgo soprattutto alle donne, che spesso hanno la sindrome delle wonder women: si sentono in dovere di fare tutto e spesso pensano di non aver fatto abbastanza», spiega l’esperta. «Questo atteggiamento svalutante andrebbe abbandonato per lasciare spazio ad altro. Non si può certo smettere di pensare, ma basta fermarsi un momento e ribaltare l’ottica, magari partendo dalla considerazione che si è fatto del proprio meglio, tutto ciò che si poteva con le risorse a disposizione. So che non è facile, specie per chi ha un’educazione familiare, scolastica o sociale che lo porta a pretendere sempre di più da se stessi, ma il benessere che deriva dal cambio di prospettiva è formidabile».


  • L’aiuto che arriva dal cibo


E l’alimentazione? «Sicuramente è importante e basta poco a rendersene conto: una persona che sta bene fisicamente e con se stessa ha una pelle più luminosa e radiosa rispetto a chi, per esempio, ha la gastrite, che tende a essere più cupa e gonfia. Questo anche perché se le ghiandole surrenali funzionano male, si può avere ritenzione di liquidi – prosegue Bianchi –. Per questo è importante avere il giusto apporto di vitamine, acqua e oligoelementi.Nella “cassetta degli attrezzi antistress” ideale non dovrebbero mancare zinco, magnesio, vitamina C, vitamina B6, erbe officinali per contrastare i disequilibri più comuni e, se serve, un'integrazione di oli essenziali e di fiori di Bach», spiega la naturopata.

Qualche esempio? Tra i fitoterapici ci sono la tisana di melissa, cannella, zenzero e malva da assumere dopo i pasti. Per gli oli essenziali l’indicazione è di 1-2 gocce di menta piperita direttamente sotto la lingua, oppure sciolte nell’olio di oliva o nello sciroppo d’acero per dolcificare una tisana di menta e rosmarino. Bianchi consiglia di mescolare «1 goccia di olio essenziale di zenzero, basilico, mandarino e coriandolo, e 3 gocce di olio di nocciola, massaggiando l’addome con la miscela. Per i fiori di Bach Willow, invece, possono andar bene 3 gocce in un bicchiere d’acqua calda (o nella tisana) da sorseggiare dopo il pasto. Altre erbe sono i gemmoderivati, come il Ficus carica, 30 gocce prima del pasto, o la Tilia tormentosa, 30 gocce prima del pasto».


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