Decluttering mentale: come liberarsi dal sovraccarico cognitivo
Oggi la vera sfida non è svuotare armadi e cassetti, ma liberare il luogo più affollato di tutti: la nostra mente. Scopri il decluttering mentale e le tecniche per eliminare stress e distrazioni digitali, migliorando focus, chiarezza e serenità interiore
A rendere famosa in tutto il mondo la guru giapponese dell’ordine Marie Kondo è stata una domanda chiave: “questo oggetto ti dà gioia?”. La sua rivoluzione dell’ordine ha avuto inizio così, diventando la più nota influencer a livello globale del decluttering, ossia eliminare l'eccesso di oggetti inutili e fare spazio.
Oggi la vera sfida non è solo svuotare armadi e cassetti, ma liberare il luogo più affollato di tutti: la nostra mente. Il decluttering mentale è diventato una necessità, un metodo per alleggerire la testa dal peso delle continue notifiche, e-mail, impegni e preoccupazioni che affollano il nostro quotidiano.
Su Instagram, ad esempio, una delle voci più autorevoli tra le influencer del decluttering mentale è Spazio Grigio, professional organizer che promuove una vera e propria filosofia di vita minimalista per fare ordine fuori e dentro di sé.
Ma quali sono i rischi reali di questa "mente piena" e, soprattutto, come possiamo riprendere il controllo del nostro focus interiore e della nostra serenità? Per poterlo fare, è utile riconoscere i segnali di allarme del sovraccarico cognitivo e le tecniche più efficaci per gestirlo.
Sovraccarico cognitivo: sintomi e rischi
Il costante bombardamento informativo e digitale ha un costo per il nostro cervello, che non è progettato per gestire un flusso così denso e rapido di dati. Elena Lesca, esperta di stress management e mindfulness trainer, lo descrive con una metafora efficace: «Il sovraccarico cognitivo è come avere troppe finestre aperte sul computer: il sistema rallenta, si blocca e non riesce più a funzionare al meglio».
A livello cerebrale, un eccesso di stimoli porta a un consumo energetico esagerato e a un innalzamento cronico dei livelli di stress. Le conseguenze sono concrete e logoranti, a partire dal calo delle performance e difficoltà decisionali, per passare ai disturbi del sonno e stanchezza mentale, aumento dell’ansia e, nei casi più gravi, rischio di burnout.
I sintomi da non ignorare includono: fatica a mantenere l’attenzione, memoria che vacilla, senso di sopraffazione e perdita di lucidità. «Questi sono chiari segnali che ci dicono che la mente ha bisogno di alleggerirsi, prima che il sovraccarico diventi cronico».
L'importanza dell'ambiente esterno
Esiste un legame indissolubile tra l'ambiente esterno e il nostro stato mentale. Il disordine fisico non è neutrale.
«Una scrivania coperta di oggetti e appunti non è solo disordine: è una sequenza di stimoli che tengono il cervello in costante allerta, anche quando non servono», dice l'esperta. Al contrario, uno spazio libero da elementi superflui ha l'effetto di un silenzio calmante, permettendo alla mente di "respirare". È proprio l'assenza di stimoli non necessari a generare spazio interiore.
Inoltre, l'atto stesso di riordinare è un allenamento mentale: «Ogni volta che mettiamo a posto fuori, costruiamo un’abitudine alla chiarezza interna». Non servono grandi stravolgimenti; bastano pochi minuti al giorno per liberare un tavolo, svuotare una cartellina digitale o ridurre gli oggetti attorno a noi. Questi gesti, ripetuti, insegnano al cervello a gestire con più ordine anche il flusso dei pensieri.
Strategie anti-distrazione digitale
Nell'era delle distrazioni digitali, lo smartphone e le notifiche attivano nel nostro cervello un potente meccanismo di ricompensa che rende difficile staccarsi. Cedere all'impulso di controllare lo schermo interrompe il flusso di concentrazione, costringendo il cervello a un dispendioso "riavvio" continuo. «Questo indebolisce la memoria di lavoro, riduce l’efficacia e ci lascia con la sensazione di non aver concluso nulla».
La soluzione è trattare la capacità di concentrazione come un vero e proprio muscolo da allenare; non si tratta di eliminare lo smartphone, ma di gestirne l'uso con consapevolezza, facendo un micro-digiuno digitale e creando brevi momenti della giornata (anche solo 15-30 minuti) in cui il telefono è silenziato e fuori dalla vista. Focalizzati su compiti unici, stabilendo intervalli di lavoro in cui ci si dedica a un solo compito alla volta.
«Quando si avverte la tentazione di distrarsi, è utile riportare la mente al respiro e, con la pratica costante, si impara a riconoscere l’impulso e a non caderci subito, recuperando così lucidità e continuità».
3 pratiche quotidiane per il decluttering mentale
«Il decluttering mentale è molto più che disattivare le notifiche: è un processo per liberare spazio nella testa per ciò che conta davvero», spiega Elena Lesca. L'accumulo di pensieri, preoccupazioni e infinite cose da fare rende la mente ingombra e affaticata, rubando energia e creando stress.
Per "pulire" la mente, bastano pochi e semplici gesti quotidiani:
- La regola delle tre priorità: all'inizio della giornata, scrivere su un foglio le tre priorità della giornata e lasciare andare il resto. Questo definisce un perimetro di azione e riduce l'ansia da prestazione.
- Pause di silenzio consapevole: inserire brevi pause (anche di due minuti) in cui si porta l'attenzione al corpo e al respiro. Il consiglio: «osservare il respiro che entra e che esce, notare i piedi appoggiati a terra, ascoltare i suoni intorno senza giudicarli». Questo permette al cervello di scaricare il "rumore interno" e resettarsi.
- Scarico serale dei pensieri: prima di andare a dormire, chiudere la giornata annotando i pensieri che tornano in loop. Messi nero su bianco smettono di occupare spazio nella mente.
Queste pratiche semplici, ma ripetute con costanza, sono fondamentali per creare leggerezza e chiarezza interiore.
Mindfulness per l'ansia: l'esercizio del "respiro radicato"
Nei momenti di eccessivo affollamento mentale o ansia improvvisa, la mindfulness offre esercizi rapidi per ritrovare la calma. Elena Lesca suggerisce il "respiro radicato", che si può fare ovunque, in qualsiasi situazione.
Basta sedersi con la schiena dritta e i piedi ben appoggiati per terra, inspirare lentamente dal naso, lasciando che l’aria gonfi l’addome, ed espirare lentamente dalla bocca. Mentre si respira, bisogna sentire il contatto dei piedi con il pavimento, immaginando di scaricare verso terra tensioni e pensieri superflui. La chiave è la consapevolezza: se i pensieri arrivano, osservali come nuvole di passaggio e poi riporta l’attenzione al respiro.
«Dopo pochi cicli, la mente si fa più stabile, il battito rallenta e il corpo invia al sistema nervoso un segnale di sicurezza. È un modo per "premere un pulsante di reset" quando la pressione dei pensieri è troppo alta».
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