Nelle botteghe dei monasteri, 5 idee per vacanze alternative

Ecco alcune idee per una gita fuori porta alla ricerca di splendide abbazie, dove acquistare prodotti artigianali a km zero: miele, vino, birra, confetture, lozioni, creme e integratori naturali. All’insegna dello shopping solidale



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Una gita fuori porta alla ricerca di splendide abbazie, dove acquistare prodotti artigianali a km zero: miele, vino, birra, confetture, lozioni, creme e integratori naturali. Oppure, un vero e proprio soggiorno tra mura millenarie, per ristorare l’anima e disintossicarsi dallo stress quotidiano.

Dalle Dolomiti alle Murge, una miniguida per fare shopping solidale dai monaci, ritemprare lo spirito e sperimentare una vacanza diversa, sobria e discreta. Ma di grande fascino.


  • 1. Abbazia Madonna della Scala


Tra gli ulivi e i trulli delle Murge

Un angolo di paradiso situato fra le colline e il mare. È l’abbazia Madonna della Scala, a Noci (Bari), sotto la diocesi di Conversano-Monopoli. Dai circa 400 metri di altitudine lo sguardo spazia tra boschi, pascoli liberi, uliveti con i muretti a secco, trulli, fino alle spiagge di Monopoli. Immerso nel verde e nel silenzio, il complesso monastico si compone di una chiesa dell’XI secolo, con il campanile in stile romanico, del santuario della Madonna della Scala e dell’abbazia vera e propria, costruita nel 1930.

Qui i monaci benedettini, fedeli al precetto “ora et labora”, hanno dato vita ad attività capaci di rendere il monastero famoso in tutta Europa. Tra queste, il laboratorio di restauro di libri antichi, la produzione di olio con procedure artigianali e di latte destinato ai mozzarellifici di Gioia del Colle. Un’esperienza da non perdere è assistere alle celebrazioni religiose che scandiscono la giornata dei monaci.

Sono accompagnate dal coro di canti gregoriani, voci e musiche che ti proiettano in un’altra epoca, regalando un’atmosfera di pace e serenità. L’ospitalità conventuale prevede una ventina di persone, in pensione completa e offerta libera. È gradita la partecipazione alle preghiere della vita monastica: le lodi, l’ora media, i vespri e la compieta (benedettinisublacensicassinesi. org).


  • 2. Monastero di Fonte Avellana


Tra le colline di Pesaro e Urbino 

Là dove le Marche strizzano l’occhio all’Umbria, in mezzo a boschi di faggi, castagni, querce, noci e nocciole, sorge il monastero di Fonte Avellana, a 700 m di altezza sul Monte Catria. A circa 30 km si trova Gubbio, a 20 il borgo medioevale di Pergola, con il suo museo dei bronzi dorati, a 17 la città murata di Cagli. Poco conosciuto ma meritevole di una visita, il monastero fondato intorno al 980 è un esempio di arte romanica tra i meglio conservati in Italia.

Si possono apprezzare le architetture essenziali della chiesa, del capitolo, del chiostro, del parlatoio e dell’antico scriptorium, dove lavoravano i monaci amanuensi. «Le regole del monastero sono ispirate alla riforma eremitica di San Romualdo, monaco ed eremita vissuto tra il 951 e il 1027», spiega Don Gianni Giacomelli, priore di Fonte Avellana. «La foresteria ha 50 stanze doppie, e si può fare pensione completa a offerta libera. Nel nostro negozio vendiamo tutti i prodotti provenienti dell’Antica Farmacia di Camaldoli (cosmetici, tisane, integratori e liquori tra cui il famoso “Gocce Imperiali”, a base di anice ed esportato in tutto il mondo). Ma anche alimenti e articoli provenienti da altri monasteri, non necessariamente del nostro stesso ordine, come i monaci trappisti e cistercensi. Siamo tutti fratelli, ci aiutiamo a vicenda».


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  • 3. Abbazia di Praglia

Vicino a Padova, ai piedi dei Colli Euganei

Bellezza per gli occhi, balsamo per lo spirito. È l’abbazia di Praglia, un monastero benedettino situato a Teolo. Il complesso monastico più antico, fondato all’inizio del XII secolo dal Conte Umberto di Montebello Vicentino, è stato oggetto di ristrutturazione in epoca rinascimentale, dal 1460 al 1570.

Le visite guidate consentono di ammirare i chiostri rinascimentali, uno a giardino, l’altro con pavimento originale in trachite rosa e grigia, la chiesa, la sala capitolare, il refettorio con affreschi del ‘500 (tra cui la Crocefissione di Bartolomeo Montagna), la grande Biblioteca del Monumento Nazionale (c’è anche un laboratorio per il restauro di libri antichi) e tutto l’arredo d’epoca: tavoli e dossali lignei del ‘700.

«Offriamo ospitalità a persone e famiglie che vogliono condividere con noi momenti di preghiera e lavoro», spiega il priore Don Guglielmo Scannerini. «La foresteria dispone di 52 camere ed è possibile fare colazione, pranzo e cena in cambio di un’offerta. Agli ospiti chiediamo di partecipare a tre momenti della liturgia: la preghiera delle lodi alle 7,30, i vespri delle 18 e la compieta alle 20,30. È gradito un aiuto alle varie attività».

Sì, perché l’abbazia di Praglia è una fucina di prodotti: miele, marmellate, dolci, liquori alla liquirizia e alle erbe, infusi, vini bianchi e rossi (i vitigni di Garganega, Raboso e Sauvignon sono a due passi), cosmetici naturali, dalle creme ai profumi, nonché prodotti erboristici: tisane, unguenti, sciroppi, compresse, lavanda in sacchetti coltivata negli orti dell’abbazia. Curiosa? Visita il sito praglia.it.


  • 4. Abbazia di Novacella


In Alto Adige, tra le cime dolomitiche

A 3 km da Bressanone, vero gioiello della Valle Isarco, sorge l’abbazia di Novacella. È stata fondata nel 1142 dal principe-vescovo di Bressanone, il beato Artmanno, che la affidò ai canonici agostiniani. La costruzione più suggestiva del complesso monastico è il Castello di Sant’Angelo, che un tempo fungeva da avamposto difensivo.

Proseguendo verso la basilica si incontra il pozzo delle meraviglie, al centro del cortile. Costruito a metà del XVII secolo, viene chiamato così perché raffigura l’abbazia e le 7 meraviglie del mondo antico. La basilica, conosciuta anche con il nome di Chiesa di Santa Maria dell’Assunta e consacrata nel 1198, è un perfetto connubio di stile gotico e barocco (splendida la Cappella delle Grazie, esempio del primo). Dalla chiesa si accede al chiostro medioevale e al museo, da “gustare” con le spiegazioni di una guida. Il tutto con gli occhi sempre puntati al cielo azzurro e alle cime dolomitiche.

Dotata di un moderno Centro di Formazione e Convegni, con 11 sale per seminari, offre 29 camere singole, 20 doppie e gli ospiti vengono viziati con specialità tirolesi. Notevole è la produzione propria di vini bianchi e rossi, con i vitigni dell’Alto Adige (Kerner, Silvaner, Müller-Thurgau), e la cantina storica del 1142, la seconda più antica d’Italia. E se vuoi dare una mano ai seguaci di Sant’Agostino, oltre ai vini, puoi acquistare succhi di frutta biologici (è buonissimo quello di mele), miele, tisane e linee di cosmetici bio.


  • 5. Monastero di Camaldoli


Sull'Appennino, in provincia di Arezzo

È incastonato nell’Appenino Tosco- Emiliano, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, punteggiato da laghetti e abitato da cervi, daini e caprioli. Il monastero sorge a oltre 800 m e più in alto, a 3 km, c’è il Sacro Eremo (circa 1.100 m di altitudine). Entrambi sono stati fondati nel lontano 1012 da San Romualdo.

Nel monastero, l’altare della chiesa ospita le pale di Giorgio Vasari, mentre i due chiostri visitabili (il primo, romanico, in pietra e il secondo in stile rinascimentale) sorgono vicino all’Antica Farmacia. La storia degli Speziali di Camaldoli, infatti, risale al Medioevo: si narra che nella Spezieria, ricostruita nel 1331 dopo l’incendio del 1270, i monaci benedettini preparassero con le piante officinali i farmaci destinati a curare i malati del vicino ospedale. Una tradizione erboristica che resiste ancora oggi. Nel Sacro Eremo si può visitare la chiesa, che ospita un altorilievo in ceramica opera di Andrea della Robbia, e “assaggiare” un pezzo di vita eremitica entrando nella cella di San Romualdo, identica a quelle dei monaci di clausura.

«Offriamo 70 camere, per un totale di 150 posti letto», spiega Padre Matteo Ferrari. «La pensione completa costa 60 € al giorno, ma per gruppi in ritiro spirituale e famiglie numerose i prezzi calano. Nella farmacia vendiamo i prodotti della terra: miele, cioccolato, biscotti, marmellate, liquori, vini, integratori (tisane, compresse, tinture madri) e cosmetici naturali». Info su camaldoli.it.



Aiutiamo la monache

A Bastia Umbra, al Monastero di Sant’Anna tutti i giorni, dal lunedì al sabato, si possono acquistare i prodotti dell’orto. «Produciamo frutta e verdura, cereali, ceci e lenticchie in 18 ettari di terreno, olio evo da olivi sul Monte Subasio. E abbiamo commissionato a un laboratorio la produzione di birra fatta con il nostro malto d’orzo. Viviamo del ricavato dei nostri prodotti», spiega suor Miriam.

Il Monastero venne edificato nel 1602 per accogliere le suore benedettine. Comprende la chiesa, il cui presbiterio ospita una celebre tela di Francesco Providoni raffigurante San Francesco, Santa Chiara, Sant’Anna e la Madonna con Gesù bambino, il chiostro e la grande Biblioteca, con oltre 30 mila volumi (alcuni sono libri storici del ‘500). «Mettiamo a disposizione 10 camere e una cucina autogestita», spiega suor Miriam. «E poiché vige la regola di “ora et labora”, chi desidera può aiutarci nel lavoro agricolo».


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