Primo Soccorso

Emergenze: chiedere aiuto
Quali esami fare
Normalmente, un bambino che ha avuto una convulsione febbrile non presenta altri sintomi se non quelli della malattia che ha causato la febbre, e l’esame neurologico dopo la crisi deve essere normale.
La convulsione può comparire nel corso di una qualunque malattia febbrile, e generalmente gli esami di laboratorio possono servire solo se i sintomi presenti non permettono di fare la diagnosi della malattia all’origine della febbre.
Dato che il bambino, quando arriva al Pronto soccorso, di solito si è già ripreso, le informazioni che possono fornire i genitori sono preziose per permettere al medico di inquadrare correttamente l’episodio convulsivo.
È fondamentale pertanto, anche se si è comprensibilmente spaventati, fare mente locale sulla durata della crisi e sulle sue caratteristiche (quanto tempo è durata? La contrazione e le scosse erano simmetriche o interessavano solo un lato del corpo? Il bambino ha perso conoscenza?).
Se la convulsione ha interessato un bambino di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni, è durata meno di 15’, non è stata unilaterale o parziale, si è manifestata in corso di una malattia infettiva febbrile e al termine dell’episodio il piccolo non presenta segni che possano far temere una compromissione neurologica di altra natura, il medico può ragionevolmente orientarsi su una diagnosi di convulsione febbrile e non eseguire alcun accertamento, se non quelli utili a fare la diagnosi precisa della malattia che ha causato la febbre.
L’elettroencefalogramma (EEG) eseguito sia subito dopo, sia a distanza di qualche settimana non serve né per diagnosticare la convulsione febbrile né per escludere una potenziale epilessia.
Altrettanto inutili sono esami quali la TAC e la Risonanza magnetica.
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