Floriterapia di Bach

Floriterapia di Bach
Sicurezza d’impiego
La cascara è citata nelle monografie dell’ESCOP e dell’OMS, oltre che nella Farmacopea europea. La corteccia fresca, o non essiccata per un tempo sufficiente, può causare vomito intenso. In dosi elevate può essere tossica e provocare dolori addominali e diarrea grave, con importante perdita di acqua ed elettroliti; assunta assieme ad alcuni tipi di diuretici può aumentare il rischio di una perdita eccessiva di potassio.
L’uso cronico della cascara (come degli altri lassativi a base di antrachinoni) può tradursi in un aggravamento della stipsi, con possibili fenomeni di dipendenza e assuefazione, che comportano la necessità di ricorrere a dosaggi sempre più elevati, rischiando squilibri idroelettrolitici o disfunzione (atonia) del colon.
L’accelerato transito intestinale prodotto dagli antrachinoni può determinare il mancato assorbimento di farmaci assunti per via orale; la perdita di sali minerali può potenziare l’effetto di alcuni farmaci cardiotonici (digossina o digitale ecc.), mentre la perdita di potassio (ipokaliemia) può potenziare l’effetto dei farmaci antiaritmici. L’uso cronico della droga può determinare perdita di grassi e di proteine con le feci (steatorrea ed enteropatia proteino-disperdente); inoltre, l’assunzione prolungata può causare una particolare colorazione della mucosa interna dell’intestino crasso, nota come pseudomelanosi del colon, che si risolve spontaneamente e senza causare altri danni quando si sospende l’uso della senna.
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