Floriterapia di Bach

Floriterapia di Bach
Sicurezza d’impiego
Lo psillio è stato molto studiato ed è citato nelle monografie dell’ESCOP e in quelle dell’OMS, oltre che nella Farmacopea europea. I semi della Plantago psyllium contengono un pigmento che si accumula nei reni e può causare danno renale: per questo motivo la polvere di psillio contenuta nei prodotti commerciali dovrebbe essere purificata da questo pigmento (importante scegliere prodotti di buona qualità).
Lo psillio non deve essere usato se si sospetta una situazione di occlusione intestinale, per cui nei casi di stipsi grave o in presenza di forti dolori bisogna sempre consultare il medico; il prodotto va usato su prescrizione medica anche nella sindrome del colon irritabile, nella colite ulcerosa, nella diverticolosi e nel trattamento a breve termine della diarrea.
L’uso di psillio come di altre polveri ricche in mucillagini che si rigonfiano è controindicato nei soggetti che soffrono di disfagia (difficoltà a deglutire), perché potrebbe provocare crisi di ostruzione esofagea. Lo psillio può causare flatulenza transitoria, dolori addominali, diarrea, stitichezza, disturbi digestivi e nausea; in genere quest’ultimo disturbo può essere evitato iniziando l’assunzione con piccole quantità e poi aumentando gradualmente il dosaggio. Dopo l’assunzione di psillio si possono manifestare anche fenomeni allergici, che però si sono presentati soprattutto negli addetti alla lavorazione di queste piante. L’uso della sostanza in contemporanea a quello di prodotti a base di ferro riduce l’assorbimento di questi ultimi.
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