Mix di frutta secca, i 4 migliori: non devono contenere briciole

Noci, nocciole, mandorle ma anche uvetta e mirtilli essiccati: nei sacchetti puoi trovare ingredienti diversi, in percentuali molto variabili. Abbiamo testato 12 prodotti, preferendone 4. Qui ti spieghiamo perché



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di Giorgio Sassi


Sono lontani i tempi in cui si consumava solo a Natale. Una bustina di frutta secca rappresenta oggi una golosa riserva di energia e nutrimento che puoi sempre tenere a portata di mano, in qualunque momento dell’anno. Attenzione però, perché bisogna distinguere fra la frutta secca a guscio, costituita da semi ricchi di materia grassa (come noci, mandorle, nocciole e pistacchi), e la frutta secca disidratata, che si ottiene essiccando la polpa di frutti come albicocche, uva e mirtilli. Quest’ultima, a differenza della prima, non contiene molti grassi ma è più ricca di zuccheri. Si tratta di una distinzione cui non si fa molto caso, e invece deve essere alla base delle nostre scelte, insieme a qualche altro importante elemento.

Per aiutarti nella selezione abbiamo valutato 12 prodotti: scopri quali caratteristiche sono state prese in esame e quali si sono aggiudicati la nostra sfida.


Attenzione a calorie, grassi saturi e zuccheri

«I mix di frutta secca forniscono tutti molte calorie. Queste provengono per la maggior parte dai grassi contenuti nella frutta a guscio e, in una certa quota, anche dai carboidrati, che nel caso ci sia frutta essiccata sono presenti pure in forma di zuccheri semplici», spiega la dottoressa Diana Scatozza, specialista in scienza dell’alimentazione a Milano.

«Occorre quindi privilegiare i prodotti che forniscono la minore quantità di acidi grassi saturi e una quota più bassa di zuccheri. Inoltre, un punto a favore va ai mix nei quali si trova un alto contenuto di fibra, non solo per i benefici che esercita sull’organismo ma anche per l’effetto saziante che riesce a indurre, aiutando così a non esagerare con le quantità».


Occhio agli ingredienti

«Durante il test ho prima di tutto considerato la composizione di ciascun mix. Non tutta la frutta a guscio, infatti, vanta lo stesso pregio, sia sotto il profilo del gusto sia per quanto riguarda la composizione in acidi grassi», prosegue Giorgio Donegani, consigliere dell’Ordine dei tecnologi alimentari di Lombardia e Liguria.

«Ho valutato positivamente i prodotti che includevano maggiori quantità di mandorle, pistacchi e nocciole rispetto a quelli che privilegiavano l’uso degli anacardi, più economici ma anche meno saporiti e maggiormente ricchi di acidi grassi saturi. Per quanto riguarda i mix con frutta essiccata, indirizzati a chi ha bisogno anche di una quota di energia immediatamente disponibile, ho dato comunque la preferenza a quelli che presentano un migliore equilibrio tra la quantità di frutta a guscio e quella essiccata, in alcuni prodotti davvero troppo abbondante».


Uno sguardo alla confezione

«La luce è nemica dei grassi presenti nella frutta a guscio perché ne facilita l’ossidazione», continua il tecnologo alimentare. «Alcuni mix testati erano contenuti in vaschette di plastica rigida completamente trasparenti e con un coperchio richiudibile, anch’esso trasparente e incapace di garantire ermeticità (l’ossigeno dell’aria è un altro nemico da contrastare). Quindi, ho privilegiato le confezioni impermeabili alla luce, meglio ancora se dotate di un dispositivo per richiuderle».


La prova dell’assaggio

«Una volta aperta la confezione, l’osservazione diretta del prodotto permette di verificare immediatamente l’equilibrio del mix», prosegue il tecnologo alimentare.

«Per quanto riguarda la frutta a guscio, sono da preferire i prodotti che mostrano una quantità minima di briciole e una buona regolarità dei pezzi; se c’è la presenza di frutta essiccata, è opportuno che sia ben distribuita, senza frutti raggrumati e appiccicati uno all’altro: a questo proposito, la presenza di olio di copertura ha proprio lo scopo di mantenerla umida, evitando che tenda ad ammassarsi e, allo stesso tempo, proteggendola dallo sviluppo di muffe. Un giudizio importante è anche legato al sapore: nessuno dei prodotti testati ha manifestato evidenti segni di irrancidimento, ma una differenza che è stato possibile apprezzare riguardava la gradevole intensità del gusto di mandorle e nocciole, superiore in alcuni prodotti rispetto ad altri».


Il giusto prezzo

«Infine, sono stati rapportati il costo al kg alla qualità effettiva del prodotto», continua Giorgio Donegani. «Le differenze di prezzo sono abissali: da un minimo che supera di poco 14 € a un massimo vicino ai 49 € al kg. Quindi, abbiamo premiato il giusto equilibrio, tenendo conto anche dell’eventuale origine biologica degli ingredienti».


I MIGLIORI 4 MIX DI FRUTTA FRESCA:

Gemme di Bontà Mix di frutta secca, 2,99 € la confezione a 150 g (19,93 € al kg)


Il punto di forza. Il mix originale.

Si segnala per l’originalità della sua composizione, che vede semi di zucca decorticati, pistacchi, mandorle, nocciole e noci. Il risultato è un insieme con un valido equilibrio tra grassi monoinsaturi e polinsaturi e una buona quantità di fibre. L’etichetta è completata dall’indicazione dei sali minerali principalmente presenti (potassio, calcio e fosforo). Distribuito in un sacchetto opaco, ha frutti di dimensioni regolari, ben assortiti e con pochissimi frammenti. Il costo medio rende il rapporto qualità-prezzo più che buono.

In 100 g: 634 kcal; 52 g di grassi (di cui 6,8 g saturi); 15,5 g di carboidrati (di cui 4,6 g zuccheri); 8,2 g di fibre; 22 g di proteine; 0,035 g di sale.

Esselunga Bio Mix di frutta secca, 3,25 € la onfezione da 50 g (21,67 € al kg)


Il punto di forza. La produzione biologica.

Oltre a mandorle, nocciole e noci, contiene uva di Corinto essiccata. Tutti gli ingredienti sono di origine biologica. L’uvetta abbassa i grassi e alza gli zuccheri semplici, che si mantengono però entro limiti contenuti, e le fibre sono presenti in ottima quantità. La confezione, dotata di una finestra trasparente, permette di visualizzare il prodotto. Osservando i semi si nota la scarsissima presenza di briciole, unita alla regolarità delle dimensioni. Il gusto è gradevole e il prezzo, medio, corrisponde alla qualità.

In 100 g: 550 kcal; 41,1 g di grassi (di cui 3,3 g saturi); 27,6 g di carboidrati (di cui 24,4 g zuccheri); 8,9 g di fibre; 13 g di proteine; 0,02 g di sale.

Alesto Mix di rutta a guscio, 3,19 € la confezione da 00 g (15,95 € al kg)

Il punto di forza. Il rapporto qualità-prezzo.

Contiene noci, nocciole, anacardi e mandorle in uguali proporzioni. Garantisce una buona quantità di acidi grassi insaturi e polinsaturi, un contenuto apprezzabile di fibra e una presenza ridotta di zuccheri. Si presenta in un sacchetto opaco perfettamente richiudibile, che permette di conservare il prodotto con più facilità. Osservando i semi si nota la loro distribuzione equilibrata, i pezzi regolari e la mancanza di briciole. Il gusto è caratteristico e senza difetti, mentre il prezzo al kg è tra i più bassi in assoluto.

In 100 g: 625 kcal; 56,5 g di grassi (di cui 6,5 g saturi); 7,5 g di carboidrati (di cui 5 g zuccheri); 7,4 g di fibre; 18 g di proteine; meno di 0,01 g di sale.

Vivi verde Coop Mix trong monday Biologico, 0,99 € la confezione da 40 g (24,75 € al kg)

Il punto di forza. La confezione monodose.

Composto da nocciole, anacardi, noci e mandorle, ha ingredienti di origine biologica e un abbondante contenuto di rame. Si presenta in una pratica confezione monodose da 40 g e sfrutta un sacchetto completamente opaco che, una volta aperto, evidenzia le buone condizioni dei semi, in parte in pezzi (le noci), anche per favorirne la miscelazione. Gusto e consistenza sono gradevoli. L’origine bio degli ingredienti e il costo dela monoporzione giustificano il prezzo, comunque adeguato alla qualità.

In 100 g: 642 kcal; 57 g di grassi (di cui 5,8 g saturi); 12 g di carboidrati (di cui 4,3 g zuccheri); 7,1 g di fibre; 17 g di proteine; 0,02 g di sale.


I nostri tester lab: Dott. Giorgio Donegani tecnologo alimentare a Sesto San Giovanni (Milano); Dott.ssa Diana Scatozza medico specialista in scienza dell’alimentazione a Milano.



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Articolo pubblicato sul n. 1 di Starbene in edicola e digitale a gennaio 2021

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