Pappa reale: cos’è, quali sono i benefici, come si usa

Questa sostanza gelatinosa, prodotta dalle api come nutrimento delle loro regine, viene spesso celebrata per le sue mille virtù. Ma non esistono studi scientifici che ne dimostrino con certezza i reali benefici



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Nel nome, è racchiusa tutta la sua nobiltà: la pappa reale viene prodotta dalle api operaie per nutrire la larva che diventerà regina, per cui rappresenta un nutrimento esclusivo e dalle caratteristiche uniche.

«L’ape che viene alimentata per tutta la vita con questa sostanza è più grande, vive più a lungo ed è l’unica feconda della “famiglia”, capace cioè di generare una nuova colonia», spiega la dottoressa Sara Piazza, dietista presso il poliambulatorio GVM - Ravenna Medical Center. «Tutto merito della sua alimentazione speciale, perché la pappa reale è particolarmente ricca di acqua, proteine, zuccheri, vitamine e sali minerali, come calcio, fosforo, potassio, ferro, zinco e selenio».

Quali sono i benefici della pappa reale

Questo elisir naturale – che si presenta sotto forma di una gelatina semifluida e dal sapore acidulo – può essere utile per i bambini, per gli anziani, nei periodi di stress psicofisico, nei cambi di stagione o in caso di malnutrizione: in queste situazioni, un uso moderato (una settimana di trattamento) può regalare uno sprint di energia.

«La pappa reale può essere utile anche in chi pratica attività fisica per favorire il recupero muscolare dopo l’allenamento, ma anche prima per migliorare le funzioni cognitive, come attenzione e concentrazione», suggerisce la dottoressa Piazza.

In particolare, infatti, la pappa reale è una fonte preziosa di vitamine del gruppo B, in particolare B1, B2, B3, B5, B6 e B9, fondamentali per assicurarci l’energia di cui abbiamo bisogno per svolgere le attività quotidiane, ma anche per favorire il normale funzionamento del sistema nervoso. Inoltre, contiene le vitamine A, C, D ed E, essenziali per la salute della pelle, degli occhi e del sistema immunitario.

Pappa reale, cosa dice la scienza

«Non esistono studi scientifici robusti a dimostrazione delle proprietà terapeutiche che spesso vengono decantate, come la capacità della pappa reale di aumentare la resistenza alle infezioni, agire da antibiotico naturale, migliorare l’appetito, normalizzare il metabolismo o bilanciare i lipidi nel sangue», tiene a precisare la dottoressa Piazza.

Ciò significa che oggi non esiste alcun claim pubblicitario che sia stato approvato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) per invitare i consumatori ad acquistare il prodotto.


Quali sono le controindicazioni della pappa reale

Il consumo di pappa reale è tendenzialmente sicuro, tuttavia è sconsigliato a chi ha già manifestato allergia al miele, al veleno degli imenotteri o ai prodotti dell’alveare. «È meglio prestare attenzione anche in caso di allergia ai pollini», tiene a precisare la dottoressa Piazza.

Un’ulteriore controindicazione riguarda i pazienti con diabete. «Anche se alcuni studi hanno dimostrato che la pappa reale ha la capacità di modulare l’iperglicemia postprandiale, che si manifesta tipicamente dopo i pasti a distanza di circa due o tre ore dal loro termine, si tratta comunque di un prodotto ricco di zuccheri, per cui non è consigliabile nei soggetti diabetici».

Inoltre, è preferibile evitarne il consumo qualora si assumano anticoagulanti: il contenuto di vitamina K potrebbe antagonizzare l’effetto di questi farmaci, riducendone l’efficacia.

Come scegliere la pappa reale

Fresca o liofilizzata: quale pappa reale è meglio acquistare? In generale, il migliore prodotto è rappresentato da quello più integro, ovvero pappa reale allo stato puro, biologica e non congelata.

«Controlliamo in etichetta che sia priva di eccipienti chimici o di zuccheri aggiunti, preferendo i prodotti venduti nel banco frigo dei negozi specializzati o direttamente dagli apicoltori, che garantiscono la filiera corta», consiglia l’esperta.

Chi invece è abituato ad acquistare online deve prestare attenzione a evitare quella proveniente dalla Cina, dove sono frequenti le contaminazioni con il cloramfenicolo, un antibiotico impiegato per forzare la produzione delle api, vietato da tempo in Europa perché considerato tossico per l’uomo.


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