Forni, parabole e fornelli solari: come cucinare con il sole

A effetto specchio, a forma di scatola o di parabola: i forni che catturano i raggi sono il futuro già prossimo per risparmiare e sfruttare energia pulita anche in cucina



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C’è forse un unico lato positivo del climate change: è l’aumento delle giornate di sole, che ci dà una mano ad affrontare il continuo incremento del prezzo dell’energia. Il sole ci permette anche di cucinare senza elettricità, senza gas, senza fuoco.

«I fornelli e i forni solari sono richiestissimi ormai», spiegano i responsabili del web site “Portale del sole”, dove si trovano in vendita, insieme a pannelli solari e batterie d’accumulo. «Funzionano semplicemente grazie a degli specchi che riflettono e convogliano la forza del sole in una sorta di scatola, per il forno, o in un piano cottura, nel caso del fornello», spiega Pierre-André Aubert, fondatore de Le Présage, a Marsiglia, il primo ristorante esclusivamente solare d’Europa.

Aperto nell’estate del 2021, Le Présage è, in realtà, non solo un ristorante ma un ambizioso progetto di autogestione alimentare. «È il mio sogno», spiega pieno di entusiasmo il fondatore, un ingegnere che vuole lanciare un esempio, uno spunto, per far capire che si può vivere anche senza fornello tradizionale in casa. «Sono convinto che ognuno di noi debba fare qualcosa per contrastare il climate change, siamo tutti responsabili. Per questo il ristorante è prezioso. Sono certo che non cambierò il mondo risparmiando l’elettricità e il gas di cinque giorni di lavoro a settimana, ma posso sperare di mostrare a chiunque arrivi qui da noi, magari incuriosito o incredulo, che il forno e il fornello solare funzionano», spiega sorridendo.

284455Tra cucina e servizio sono in tre o quattro, ma Pierre-André ha sempre tempo per chi lo ferma e vuole saperne di più. «Abbiamo un grande forno solare a tubo, capace di raggiungere anche i 280 °C. È una sorta di thermos, con una parete di doppio vetro interna e una parte di metallo esterna, che attira i raggi solari. Quando il sole scalda il metallo, tutto il tubo si riscalda e il calore rimane bloccato nella doppia parete di vetro. Si gestisce tutto con semplicità, perché ci sono un termostato, per regolare la temperatura, e un ampio cassetto, che permette di inserire nel “thermos” ciò che deve essere cotto. Molto dipende dalla tipologia di forno, ma in soli 20 minuti, con una bella giornata serena, possiamo già essere ben oltre i 100-120 °C», spiega il titolare de Le Présage.

Esistono anche forni “a scatola”: i raggi del sole penetrano attraverso un doppio vetro e da qui sono proiettati sul fondo, dove si riflettono su una lamiera, che si riscalda. La scatola che avvolge tutto poi, è sempre di materiale isolante, ad esempio di sughero, quindi il calore non si disperde.


I fornelli possono riscaldare una batteria di 12 pentole

I fornelli solari sono ancora più semplici, si tratta di una parabola, specchiata, che convoglia al centro la forza dei raggi del sole. Al ristorante Le Présage la si nota subito, perché è davvero imponente. È sistemata all’esterno, a ridosso della cucina interna, e permette, grazie a un semplice cavo, conduttore di calore, di riscaldare una grande piastra in ghisa, su cui sistemare almeno una dozzina di pentole. «La stessa parabola può fungere da fornello, basta appoggiare la pentola nella sua parte concava. E non serve acquistarne una enorme, la disponibilità di modelli è davvero ampia», aggiunge Pierre-André Aubert.


Piccoli passi per un grande progetto

Quello a Le Présage è in via di sviluppo e procede grazie a una collaborazione con l’università di Marsiglia che, con Aubert, ha studiato un edificio passivo che recuperi tutta l’energia dal sole, senza dispersioni. Il ristorante esiste già ma, al momento, a parte la cucina, tutto è all’aperto.

«Non è un problema, perché Marsiglia è la città più soleggiata dì Francia, con quasi 3000 ore di sole all’anno», spiega il suo fondatore. Con i dottorandi in ingegneria delle risorse lavora però a un piano più ambizioso. «Sarà una struttura coperta, dove troveranno posto sia il ristorante sia la serra, che si riscalderà anche grazie al locale. E un parco esterno, che ombreggerà e utilizzerà le acque reflue, con alberi da frutta e un grande orto», racconta. L’obiettivo è realizzarlo a piccoli step, iniziando già quest’anno.


Spopolano non solo a Marsiglia

Solar Kitchen Restaurant è una cucina itinerante nata nel 2011, in Finlandia, e premiata nel 2014 come progetto di sostenibilità. Non rimane fissa a Helsinki, ma viaggia per l’Europa, partecipando a eventi, incontri legati alla sensibilizzazione sull’emergenza climatica. «Questo è l’obiettivo», spiega Martí Guixé, il designer catalano che ha avviato questo progetto insieme allo chef finlandese Antto Melasniemi. «Cerchiamo di far conoscere le parabole e quanto possono davvero fare. Sono economiche, facili da gestire, funzionano anche se il cielo è un po’ velato. E i sapori sono unici, perché il sole cuoce in maniera diversa rispetto al fuoco o all’induzione. La consistenza delle materie prime rimane più “vera”, i sapori sono più intensi. Basta provare per poi innamorarsene», conclude Guixé.

La conferma arriva anche da Barbara Vinci che ha scoperto il forno solare una decina di anni fa, a Cagliari. «Facemmo un picnic, con i responsabili dell’orto sinergico, che ci spiegarono le caratteristiche di forni e parabole e, soprattutto, ci insegnarono a costruire da soli, a costo zero, un piccolo forno solare. Servono una scatola di cartone, da isolare esternamente con della carta, internamente con dei fogli di alluminio, e poi un vetro a fare da coperchio e da ricettore dei raggi solari», racconta entusiasta. «Basta davvero questo per raggiungere i 70-80 °C, per cuocere cose semplici come uova, verdure, crespelle, fettine sottili di carne. E poi per farti venire la voglia di investire 200-300 euro in una parabola. Sono soldi che recuperi presto. E non danneggi il pianeta», conclude sorridendo.


Un ristorante a raggi solari

Le Présage, a Marsiglia, propone cucina vegana, vegetariana, flexitariana (costo sui 40 €). Ospita spesso eventi, mercati di prodotti locali, incontri di sensibilizzazione sul climate change. Info: lepresage.fr.


A difesa del nostro pianeta

Intanto le parabole solari sono arrivate lì dove il sole più si fa sentire. Un progetto delle Nazioni Unite, finalizzato a contrastare il climate change, iniziato nel 2015, ha coinvolto un centinaio di donne nel villaggio senegalese di Mekhe fornendo loro corsi di formazione per costruire, in loco, piccoli forni e fornelli solari, con scatole e specchi. L’iniziativa, che ha raggiunto altri 50 villaggi tra Senegal, Burkina Faso e Mauritania, ricompensa l’utilizzo dei forni solari con la piantumazione di alberi, per contrastare la desertificazione. I primi 4000 alberi sono già stati piantati. Nell’agosto del 2022, a Soweto, in Sud Africa, sono state installate 18 grandi parabole solari, grazie all’associazione SolarFire, a disposizione della popolazione. Vere e proprie cucine outdoor, dove si crea socialità e si cucina gratuitamente.


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