Circa il 12% della popolazione adulta soffre di calcolosi renale, la presenza di formazioni solide dovute alla cristallizzazione dei sali nelle urine. Piccoli come la sabbia (la cosiddetta “renella”) o grandi come sassolini dal diametro di uno-due centimetri, i calcoli sono formati per l’80% da ossalati di calcio e per il 20% da altri sali minerali come sodio e fosfati.
«Finché restano nei reni la loro presenza è discreta e silenziosa. Ma appena si spostano, incuneandosi negli ureteri (i canali che collegano i reni alla vescica) per venire espulsi, scatenano delle coliche dolorosissime, paragonate dalle donne alle contrazioni tipiche del travaglio», spiega il dottor Giovanni Giorgio Battaglia, primario di nefrologia presso l’ospedale di Acireale (Catania). E purtroppo le coliche non si risolvono in un singolo episodio.
Dati alla mano, sappiamo che senza una terapia specifica la probabilità di recidive è molto alta: circa il 15% nel primo anno per arrivare al 50% entro 5 anni dal primo attacco acuto». Ecco perché, sei hai già avuto questa dolorosa esperienza o se nel corso di un’ecografia addominale ti hanno casualmente riscontrato la presenza di “sassolini”, devi subito correre ai ripari con una sana strategia di prevenzione. Ecco come.
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