La calcolosi renale è una condizione con un’incidenza sempre più elevata nei paesi industrializzati: colpisce più gli uomini che le donne (rapporto 2:1) e fa la sua comparsa, in genere, dopo i trent’anni. Dati statistici alla mano, più del 12% degli uomini e del 5% delle donne sperimentano un episodio di colica renale prima dei settant’anni. In Italia si contano circa 100.000 nuovi casi all’anno.
Il calcolo renale è un ammasso duro di dimensioni variabili, composta da sostanze che non vengono eliminate con la normale minzione e anzi si aggregano fra di loro, formando dei veri e propri sassolini che, non potendo più essere eliminati con l’urina, vanno ad ostruire le vie urinarie. Normalmente l’urina contiene sostanze che dovrebbero impedire la formazione di questi aggregati, ma tali inibitori non sempre funzionano come dovrebbero, motivo per cui si possono formare i cosiddetti calcoli.
Poiché i calcoli impediscono il normale deflusso dell’urina, quando l’organismo tenta di espellerli per rimuovere l’ostruzione, il paziente avverte la caratteristica sensazione di bruciore durante la minzione, accompagnato da forte dolore e talvolta da tracce di sangue dovute alle lacerazioni prodotte dal calcolo lungo il suo passaggio. Il dolore che si accompagna a questa condizione è lancinante: compare a livello della zona lombare, sul fianco, e si irradia verso il basso addome e fino ai genitali.
La calcolosi renale è una condizione spesso sottovalutata, ma incide molto negativamente sulla qualità della vita ed è un disturbo sempre più comune, tanto che si stima che gli episodi affrontati dai clinici annualmente, siano più numerosi dei tumori del tratto urinario o dei casi di ipertrofia prostatica benigna. Il boom di casi è in parte imputabile alle cattive abitudini alimentari, sempre più diffuse nella società moderna.
I calcoli, generalmente, sono composti da sostanze a base di calcio: l’eccesso di calcio nelle urine generalmente è dovuto ad uno scarso apporto di liquidi e da una loro eccessiva eliminazione attraverso la sudorazione o la diarrea cronica. L’eccessiva eliminazione del calcio con le urine è anche una conseguenza degli eccessi dietetici, ma la condizione può essere dovuta a disturbi metabolici come l’ipertiroidismo o l’iperparatiroidismo.
Generalmente, i calcoli più piccoli vengono espulsi spontaneamente: la somministrazione di antinfiammatori e di farmaci finalizzati al rilassamento della muscolatura delle vie urinarie, vengono somministrati per lenire il dolore e facilitare il passaggio dei calcoli. L’espulsione del calcolo è facilitata anche da un aumento della diuresi. Attenzione però a non esagerare con l’acqua durante la colica: troppi liquidi, infatti, possono determinare un’eccessiva pressione e dilatazione delle vie urinarie.
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