di Giorgio Donegani
È dal malto d’orzo, miscelato con l’acqua, che dipende il grado alcolico della birra: più ce n’è, più è elevato. Tanto che la differenza tra le diverse marche può essere tutt’altro che trascurabile per la linea. Un grammo di alcol ti regala la bellezza di 7 calorie.
Facendo i conti, significa che mentre una lattina di una bionda leggera (da 3,5 gradi) pesa 80 calorie (meno della stessa quantità di un succo d’arancia), una da 8 gradi arriva a fornirtene 185.
Se sei a dieta (e non vuoi sballare il bilancio energetico) ti conviene puntare sulle versioni analcoliche (meno di 50 calorie), anche se il gusto non è proprio lo stesso.
PROTEGGE IL CUORE
Che vengano da una birra chiara, rossa o scura, le calorie della birra non sono affatto “vuote”. Oltre all’alcol, questa bevanda contiene diverse sostanze preziose, provenienti dal luppolo e dal lievito (gli altri due ingredienti classici) oltre che dal malto.
In particolare è fonte di vitamine del gruppo B tra cui spicca l’acido folico. Un’interessante ricerca olandese, pubblicata su Lancet (una delle riviste scientifiche più prestigiose), ha inoltre evidenziato che un moderato consumo di birra favorisce la produzione della vitamina B6 e riduce la presenza dell’omocisteina, una sostanza coinvolta nella comparsa di problemi cardiaci.
Anche rispetto ai sali minerali la birra non scherza: povera di sodio, fornisce buone quantità di potassio, che aiuta a mantenere nei giusti limiti la pressione del sangue, e silicio, particolarmente utile per la salute del tessuto connettivo, delle unghie e dei capelli.
RITARDA LA MENOPAUSA
Le donne abituate a bere moderate quantità di birra hanno livelli di estrogeni più alti rispetto a quelle che sono astemie. A documentarlo sono molti studi, condotti in diversi Paesi. Il motivo? Questa bevanda contiene fitoestrogeni (derivati dal luppolo) che hanno una struttura chimica simile a quella degli ormoni naturali.
Alcune ricerche si sono spinte anche oltre, affermando che i sintomi tipici della menopausa (dalle vampate di calore all’irritabilità) comparirebbero con un ritardo di circa 2 anni in chi consuma quotidianamente un po’ di birra.
E sempre a proposito del luppolo (dal quale dipende il caratteristico sapore amarognolo) va aggiunto che i suoi oli essenziali esercitano un effetto calmante (distendendo i nervi e facilitando il sonno) e stimolano la digestione.
HA UN'AZIONE ANTIAGING
Tra i costituenti “buoni” non vanno dimenticati i diversi principi antiossidanti, provenienti ancora una volta dal luppolo e dal malto.
Combattendo i radicali liberi, i polifenoli della birra contrastano l’invecchiamento dei tessuti e migliorano l’elasticità dei capillari sanguigni, garantendo il buon nutrimento della pelle.
Tra l’altro, queste sostanze (come dimostrato da alcuni studi scientifici) vengono assorbite più velocemente se sono assunte bevendo la birra piuttosto che mangiando cibi solidi (come i vegetali).
REIDRATA DOPO LO SPORT
Alcune ricerche spagnole, svolte presso l’Università di Granada e il Consiglio superiore della ricerca scientifica di Madrid, hanno stabilito da tempo che un consumo responsabile dà una mano a reidratare e remineralizzare l’organismo dopo uno sforzo fisico.
Ma proprio in queste ultime settimane il CREA, con il suo Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, in ollaborazione con l’Università di Viterbo, ha messo a punto una nuova birra ancora più indicata per contrastare lo stress ossidativo causato da uno sforzo fisico prolungato.
Proviene al 90% da grano saraceno tartarico (un tipo selvatico di questo “falso” cereale) che è ricco di quercitina e rutina, efficaci per combattere i radicali liberi e l’infiammazione. Ha solo 3 gradi alcolici, ma non è ancora in commercio.
I test, che hanno messo in luce anche una diminuzione del colesterolo, proseguiranno dopo le Olimpiadi, perché diverse Federazioni sportive si sono dette disponibili a partecipare.
C'É ANCHE PER CELIACI
In attesa della birra al grano saraceno (naturalmente gluten free) se soffri di celiachia puoi puntare sulle varianti ottenute da riso, miglio, mais, quinoa. Ma la novità più interessante riguarda la diffusione di birre tradizionali, fatte a partire da malto d’orzo o anche di frumento, garantite senza glutine ai sensi del Regolamento 41/2009 (cerca la dicitura in etichetta), grazie all’adozione di speciali processi produttivi.
REGOLATI COSÍ
>«La Dieta Libera non esclude la birra dal menu», rassicura la dottoressa Carla Lertola. «Puoi berne una piccola o una media se vai in pizzeria con gli amici o in occasioni particolari, ma non più di due volte alla settimana».
>La dose giusta per non rischiare problemi di salute è 1 unità alcolica, pari a 12 g di alcol, come dire a una lattina di gradazione media (4,5 gradi), per le donne; e 2 unità (24 g) per gli uomini (puoi controllare se superi il limite consigliato inserendo la quantità e il grado alcolico della tua birra su beviresponsabile.it).
>Via libera invece se ti piace quella analcolica. «Nessun problema, se ne gradisci il gusto», afferma la nostra super esperta. «Ma senza esagerare perché potrebbe gonfiarti la pancia. Divieto assoluto, invece, alle versioni con limone, pompelmo o chinotto, spesso ricche di zuccheri».
Articolo pubblicato sul n. 23 di Starbene in edicola dal 24/05/2016