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Naturopatia, i rimedi naturali possono sostituire i farmaci?

In Italia si ricorre sempre più ai rimedi naturali per curare diversi disturbi. Ma sull’argomento ci sono ancora dubbi e confusione. Per chiarirci le idee abbiamo intervistato una nota naturopata, Simona Oberhammer

credits: iStock




Nel nostro Paese è boom delle cure naturali: dati Istat rivelano che lo scorso anno il 19% degli italiani si è affidato a omeopatia, fitoterapia e naturopatia. Ma sono ancora molti gli scettici, con i quali è in atto un vero e proprio scontro ideologico. Dei poteri benefici della natura e dei suoi limiti parliamo con Simona Oberhammer, ovvero la naturopata più famosa d’Italia, autrice del nuovo libro Guarigione naturale con i 4 biotipi Oberhammer (Mondadori, 18,50 €), dove propone un metodo di guarigione che s’ispira alle tipologie di Ippocrate.

Cresciuta in una famiglia italo-austrica di medici e scienziati, è specialista in nutrizione e bioterapie, ha condotto i suoi studi negli Usa, in Germania e in Inghilterra, Paesi nei quali la naturopatia è una scienza riconosciuta, con tanto di dottorati universitari e registri professionali.

La naturopata sostiene che ognuno di noi appartiene a uno di questi quattro biotipi: aria, acqua, terra e fuoco. E a seconda del biotipo risponde a certi trattamenti terapeutici e programmi dimagranti e, soprattutto, produce un certo tipo di tossine. Puoi eseguire gratuitamente il test del biotipo qui


Ecco come Simona Oberhammer ha risposto alle nostre domande.


Cos’è la guarigione naturale di cui parla nel suo libro?

«È la strada per liberarsi di molti problemi di salute. Consiste nella depurazione profonda dell’organismo dalle tossine che lo affaticano, cioè le scorie prodotte dai processi metabolici o che provengono dall’esterno, per esempio da cibi poco sani, dai pesticidi o dai metalli pesanti dovuti allo smog».


E come si ottiene la depurazione profonda?

«Non servono sacrifici, ma piccole strategie detox che riguardano alimentazione, rimedi naturali e stile di vita e che devono essere personalizzate al massimo, perché ciò che fa bene a una persona può fare male a un’altra: l’obiettivo è rinforzare l’organismo e aumentarne la capacità di autoguarigione.

Se, invece, le scorie si accumulano, a si può andare incontro a una condizione chiamata tossiemia: viene segnalata da campanelli d’allarme come gonfiore generalizzato, digestione lenta, alitosi, odore sgradevole del sudore, urine torbide, astenia.


Ma i rimedi naturali possono sostituire qualsiasi tipo di farmaco? 

«In caso di effettiva necessità nessun naturopata serio sostituirebbe il farmaco tradizionale con una pastiglia fitoterapica. Però, se applicata bene, le patologie da cui la naturopatia può farci guarire sono molte: sindrome del colon irritabile, reflusso gastroesofageo, intolleranze alimentari, problemi cardiovascolari quali aritmie e ipertensione, ipercolesterolemia, iperglicemia, anemia, cistiti, sovrappeso, cellulite, ritenzione idrica, ma anche acne o dolori articolari. E l’elenco è ben più lungo».


Se applicata bene, dice. Ma non le sembra che il rischio ciarlatani sia alto, con pesanti ripercussioni sulla salute dei pazienti?

«Oggi purtroppo sotto l’etichetta di “terapia naturale” c’è di tutto, in molti si improvvisano e, per di più, dilagano gli estremismi. Se si utilizza bene e da subito la naturopatia, non si arriva all’emergenza perché è la forma migliore di prevenzione».


Sempre più medici affiancano ai farmaci i rimedi naturali, perché?

«Possono servire come supporto, per aiutare l’organismo a reagire alle cure e a depurarsi dai residui tossici delle terapie. Così la guarigione avviene prima, le dosi dei medicinali talvolta possono essere ridotte e la ripresa è più rapida.




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Articolo pubblicato sul n. 32 di Starbene in edicola dal 25/7/2017



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