Alzi la mano chi non ha mai sofferto di mal di schiena! Per questa condizione, tuttavia, esistono dei fattori di rischio che espongono alcune persone a soffrirne più di altre: infatti si stima non solo che dopo i cinquant’anni ne soffra in maniera cronica, almeno una volta all’anno, una persona su due, ma anche che sia un disturbo più comune fra le donne, fra le persone alte e fra chi è in sovrappeso o obeso.
Il mal di schiena è un disturbo molto comune, ma vi sono dei fattori di rischio che espongono alla problematica, come svolgere un lavoro pesante o assumere in maniera costante una postura sbagliata durante le attività quotidiane: si stima che assumere una posizione scorretta aumenti di circa otto volte il rischio di lombalgia, mentre sollevare un peso tenendolo lontano dal corpo di circa sei volte.
Molto spesso il mal di schiena è un disturbo che insorge nelle prime ore del mattino, probabilmente perché le articolazioni non sono calde abbastanza per sopportare i movimenti e il primo carico, soprattutto se fatti in maniera distratta e/o goffa.
Il mal di schiena tende a ripresentarsi in maniera cronica e ciclica sempre con le stesse modalità perché si tendono a compiere sempre gli stessi errori posturali.
Al di là del trattamento farmacologico che si può attuare per contrastare il disturbo, specialmente in fase acuta, oltre alla fisioterapia o alle terapie complementari alle quali si può ricorrere, va sottolineato che in linea generale al mal di schiena non giova l’inattività e ancor meno il riposo a letto, in quanto accelerano la perdita di tonotrofismo muscolare lombare.
Il mal di schiena, purtroppo, non si risolve in un giorno, può durare da alcuni giorni a diverse settimane, anche mesi in parecchi casi.
In pochi sanno che un ulteriore fattore di rischio per lo sviluppo del mal di schiena è il fumo di sigaretta, in quanto la nicotina altera in negativo la percezione del dolore. Chi non ha mai fumato risponde alle cure per il disturbo meglio di chi fuma.
L’attività sessuale, invece, non è un fattore di rischio per il mal di schiena se non dopo i sessant’anni, quando sembra triplicare la probabilità che insorga.
«Non da ultimo – aggiunge il dottor Cristiano Fusi, Responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica, Istituti Clinici Zucchi Monza – all’origine di diversi dolori lombari di difficile interpretazione, resta comunque assodata la presenza di fattori di natura familiare/congenita che inesorabilmente, se trascurati, portano in età adulta alla lombalgia persistente (piede piatto/valgo, scoliosi, ipercifosi, schisi etc.)».
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