Banksying, l’abbandono silenzioso che lascia ferite profonde

Scopri cos’è il Banksying, la forma più crudele di allontanamento in coppia, come riconoscerne i segnali d’allarme e le strategie per sviluppare l’autonomia affettiva



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Tutti conoscono Banksy, il misterioso street artist britannico, noto per le sue apparizioni e sparizioni repentine, subito dopo aver realizzato l’opera. Allo stesso modo, il termine Banksying definisce un comportamento relazionale tossico e calcolato che si verifica all'interno delle coppie quando uno dei partner decide di allontanarsi gradualmente dalla relazione, senza dare spiegazioni, senza un confronto diretto e mantenendo, fino all'ultimo, una facciata di assoluta normalità.

È una vera e propria morte lenta e deliberata del rapporto, di cui l'altro partner rimane totalmente ignaro. Questo abbandono silenzioso si distingue dal ghosting, ossia il comportamento di chi sparisce senza preavviso, e, come spiega la psicologa ed esperta di Neuroscienze Laura Mondino, è una condotta anche peggiore: «Il Banksying è più crudele perché chi lo attua, anziché essere diretto riguardo i propri sentimenti, sceglie di pianificare l’uscita, il che gli consente di staccarsi emotivamente e di attenuare la propria sofferenza, anche se questo può ferire fortemente il partner».

Banksying: segnali d’allarme

Riconoscere i segnali di allarme è difficile, poiché la persona che lo subisce non riceve messaggi chiari, ma si ritrova progressivamente tagliata fuori, come se la relazione non fosse mai esistita. Questa rottura strisciante è anticipata da piccoli gesti che vengono spesso razionalizzati.

Si nota un calo significativo nell'intimità fisica e nel sesso, una diminuzione delle comunicazioni con meno chiamate e messaggi, un rallentamento nei progetti condivisi e una modifica nelle priorità.

Chi lo pratica evita il confronto, rimane sul vago ed emotivamente distaccato senza una ragione apparente, ignorando ogni tentativo di discussione.

Il profilo di chi fa Banskying

È naturale chiedersi perché qualcuno scelga di agire con tale freddezza. Per l’esperta, più che un profilo unico, esistono schemi ricorrenti: componente narcisistica, personalità evitante e immaturità emotiva.

«Ci sono persone che iniziano a fare Banksying sperando che sia l'altra persona a rinunciare per prima alla relazione. Si ritirano gradualmente finché il partner non pone fine alla stessa».

Il secondo modello è l'agire per interesse personale: «La persona prolunga la relazione nonostante non sia più così sostenibile, perché procura loro dei vantaggi come, ad esempio, la sicurezza finanziaria».

Responsabilità emotiva: perché si fugge dal confronto

La scelta di un abbandono improvviso ma lento al posto di un confronto maturo affonda le radici in dinamiche interiori complesse. Chi attua il Banksying spesso non ha il coraggio di ammettere i propri veri sentimenti o preferisce evitare il dolore del distacco. Dietro, potrebbe esserci qualche problema emotivo, psicologico, sociale, finanziario o logistico con il partner o con la relazione.

«Le persone tendono a fare Banksying per evitare vulnerabilità e confronto. Affrontare e gestire le conversazioni è difficile e molti semplicemente non sanno come farlo», dice la dottoressa Mondino.

Con l'avvento delle app di incontri e dei social media, molte persone sviluppano la mentalità che c'è sempre un'altra opzione in attesa. Questa percezione riduce la volontà di affrontare i problemi della relazione, portando alla sparizione quando le cose si fanno scomode. «Questo comportamento riflette l'attuale cultura di iper-connettività a internet e la mancanza di responsabilità emotiva».

Riconoscere queste dinamiche non giustifica il comportamento, ma è fondamentale per la nostra guarigione, aiutandoci a comprendere che la fuga è una manifestazione di insicurezza altrui.

Autonomia affettiva: la chiave per evitare dipendenze

Per non cadere vittima del Banksying e di altre dinamiche relazionali tossiche, è cruciale coltivare l'autonomia affettiva: «Non è solo indipendenza, è la capacità di decidere e agire senza affidarsi agli altri per farlo. È una scelta di libertà che permette di non essere ostaggio delle idee altrui».

Il primo passo è riconoscere una dipendenza emotiva, che può manifestarsi nel continuo bisogno di approvazione o nel provare ansia quando si è da soli. «Per consolidare l'autostima e la fiducia in sé stessi, è essenziale abbracciare le proprie imperfezioni, accettare paure e disagi, guardare alle proprie scelte con generosità e meno spirito critico», osserva la psicologa.

Un passo decisivo è l'autoconsapevolezza: imparare a stare nel "qui e ora", osservando pensieri ed emozioni senza giudizio. «Stabilire limiti e confini sani nelle relazioni è una strategia essenziale, circondandosi di persone che sostengono, danno energia, non criticano continuamente e permettono all’altro di esprimere bisogni e paure in modo chiaro e rispettoso».

Come ricostruire l’autostima: esercizi psicologici

Dopo un abbandono senza spiegazioni, il senso di colpa e l'autocritica sono comuni. «Bisogna evitare di rimproverarsi in continuazione e giudicarsi negativamente».

Una delle strategie psicologiche più efficaci per interrompere il senso di colpa post-abbandono è la pratica della scrittura, in particolare la tenuta di un diario delle emozioni. «La pratica della scrittura aiuta a individuare le situazioni in cui il senso di colpa emerge con più frequenza e a comprendere il suo impatto nel quotidiano», spiega l’esperta.

«Scrivere a mano, in particolare, attiva aree cerebrali che aiutano a ricordare le informazioni con maggiore profondità rispetto alla digitazione. I benefici maggiori, tuttavia, si hanno con la rilettura: è quello il momento che permette di ripercorrere gli stati d’animo vissuti con il necessario distacco per guardarli più chiaramente e da una nuova prospettiva».

Come chiudere emotivamente e gestire la sparizione

Quando un partner sparisce, la mente entra in un loop ossessivo alla ricerca di una spiegazione che non arriverà. Per ottenere una chiusura emotiva interna efficace, è necessario accettare di sentirsi destabilizzati, accogliere le emozioni e dedicarsi a sé stessi, cercando di non contattare il partner.

«È fondamentale non lasciare che il cervello porti a far credere, alla vittima di Banksying, di essere lei la persona sbagliata, i suoi comportamenti o le sue scelte», spiega Laura Mondino.

Per andare avanti, bisogna interrompere la focalizzazione sul partner volatilizzato e accettare che le persone se ne possono andare per le ragioni più diverse. «Il passo più difficile è accettare che non si potrà mai sapere cosa è andato storto. Il cervello ha bisogno di chiarezza con tutti e in ogni situazione, e la vita non sempre funziona così. Imparare a convivere con l'incertezza è un'abilità fondamentale ma altamente strategica e salvifica». 

Questa esperienza non deve portare all’isolamento o ad evitare relazioni future. Lasciare andare, a volte, è l’unico modo per ricominciare.


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