Tradire online, le conseguenze del piccolo tradimento

Il piccolo tradimento si consuma online e ha avuto un picco nel periodo di clausura pandemica. Gli uomini lo considerano peccato veniale, le donne si innamorano anche così. I riflessi sulla vita di coppia



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Se nel paradiso terrestre l’origine del peccato è stata una mela, nella vita di tutti i giorni il frutto proibito campeggia spesso sul tuo pc o telefonino, o ha il logo di un social o di una app di messaggistica. Battute a parte, il tradimento online, complice la pandemia e lo smart working, ha avuto un boom in questi ultimi anni. Lo chiamano “il piccolo tradimento”, perché si limita a corteggiamenti virtuali, a volte con l’aggiunta di sesso rigorosamente digitale (il cosiddetto sexting, con scambio di foto e video).

Un nuovo comportamento sociale con delle spiccate differenze di genere: gli uomini lo prendono come un divertimento, al punto da non considerarlo neanche un tradimento, mentre le donne lo considerano una vera evasione dalla coppia e preludio a un incontro, forse a una nuova storia d’amore.

«Spesso nasce come passatempo: non a caso ha avuto il suo picco nel periodo in cui ci annoiavamo di più, bloccati fra quattro mura. Ma attenzione: da come viene gestito può trasformarsi da divertimento più o meno hot a qualcosa che impatta sulla salute della coppia ufficiale, e che quindi non va sottovalutato», commenta Roberta Rossi, sessuologa e psicoterapeuta a Roma, l’esperta che ci guida alla scoperta del “piccolo tradimento”.


Dottoressa Rossi, perché si comincia a flirtare online?

Per noia, per curiosità, per provare un piccolo brivido o trasgredire alle regole. Gli uomini lo considerano spesso più un passatempo da divano, la sera davanti alla tv, che un vera e propria relazione, mentre le donne si rendono conto che si tratta già di una forma iniziale di tradimento, una prima fuga dal matrimonio ma comunque circoscritta.


Dunque può diventare una cosa seria?

Le donne fanno un maggiore investimento emotivo anche nel virtuale. Si inizia magari per curiosità, ma ci si può sentire presto coinvolte in queste storie, in modo diverso: si vive una situazione che dà emozioni, anche se è poco concreta. C’è poi una quota di trasgressione, soprattutto se si fa sexting, con scambio di foto e video hot. Si parte in modo leggero ma poi si può scivolare nella rete più emotiva, con il rischio di innamorarsi davvero. Però, se ci si innamora, bisogna passare al reale, la vera prova del nove.


Come si sviluppa nel tempo l’amore virtuale?

Molte di queste situazioni nascono e muoiono in tempi variabili, a volte durano settimane, altre mesi. Sono delle deviazioni rispetto al rapporto principale ma, spesso e volentieri, finiscono in un nulla di fatto o vengono troncate perché uno dei due è stato scoperto dal partner. Sono storie che poi, nella maggior parte dei casi, si esauriscono per noia o stanchezza: si parte dalla chat quotidiana con più messaggi al diradamento per mancanza di energie, che sono invece proprie del contatto fisico.


Quanto può essere grave l’impatto sulla coppia ufficiale?

Dipende da come viene gestito il “gioco”. Se riusciamo a mantenerlo nell’ambito di un passatempo a termine non ha effetti collaterali importanti sulla coppia. Anzi, alcune volte paradossalmente può rinverdire l’interesse verso il partner e riaccendere la passione, perché si è eccitati da questo svago segreto. Di certo non è da suggerire come terapia pro desiderio.


Quando diventa un problema?

Se dalla novità dei primi mesi lo spazio dedicato alla relazione online si consolida o si amplia. Allora ci si deve chiedere: come mai un estraneo è riuscito a carpire tutte queste attenzioni? Una riflessione va fatta. Se poi, nonostante l’intenzione di mettere fine a questo rapporto, non ci riusciamo e addirittura notiamo che sta togliendo desiderio e spazio alla coppia, consiglio una psicoterapia.


Bisogna dirlo al partner se si vuole rimediare?

Se si tratta di una relazione virtuale estemporanea, inutile minare la fiducia del partner. Negli altri casi sarà proprio il confronto con il terapeuta, prima individuale e poi di coppia, a portare a una decisione in questo senso, soppesando bene tutte le caratteristiche della storia e dei coniugi stessi.


Si rischia la dipendenza affettiva?

Sì, ma i campanelli d’allarme sono chiari: il non riuscire a fare a meno di chattare spesso, l’ansia se non arriva il messaggio a quella data ora, fino all’angoscia vera e propria se qualcosa non funziona nella routine online. In questi casi la psicoterapia è raccomandata.


Tradimento online, per la legge è come il tradimento fisico

Molti uomini sposati pensano che un tradimento virtuale, mai consumato fisicamente e senza incontri reali, sia un peccato veniale senza conseguenze legali. «E si sbagliano di grosso», commenta Filippo Argento, avvocato a Milano e Gorgonzola. «La Cassazione, confermando sentenze precedenti, ha equiparato il tradimento virtuale a quello reale ai fini dell’addebito della colpa in sede di separazione, in quanto comportamento che rientra in quelli considerati offensivi e lesivi della dignità e del decoro del coniuge».

1. Quindi, nel caso il tradimento online venisse provato, chi avrebbe diritto all’assegno di mantenimento non lo percepirà per addebito della colpa della separazione. Dunque non basta non avere rapporti sessuali dal vivo per passare dalla parte del torto, anche se la legge ribadisce che, anche in questi casi, bisogna provare che il tradimento è la causa prima e principale della crisi.

2. Un altro problema è la possibilità che eventuali foto e filmati molto privati vengano divulgati per volontà o imperizia di chi li detiene. «In questi casi occorre fare denuncia alla Polizia Postale per inibire la diffusione del materiale privato, ma consiglio sempre di confrontarsi con un avvocato: le denunce sono atti pubblici e bisogna valutarne tutte le conseguenze, soprattutto se parliamo di rapporti extraconiugali», raccomanda l’avvocato Argento.

3. E se invece chi intrattiene con noi la relazione online diventa invasivo al punto da inondarci di messaggi non voluti? «Ogni forma di compressione della propria libertà individuale può configurare il reato di stalking», conclude Argento. «Se la persona non desiste dai suoi comportamenti disturbanti, va fatta prima una diffida e, se non bastasse, si passa alla denuncia».


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