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Le migliori soluzioni per smettere di russare

Bite, cerottini, collari elettronici vibranti… quali sono i rimedi che funzionano davvero? Ecco il parere dell’otorinolaringoiatra

Foto: iStock



Russare può ostacolare il riposo e, talvolta, minare anche il benessere della coppia. Ma riconquistare notti silenziose e riposanti non è impossibile. Occorre però individuare la soluzione giusta anche in base alla causa che scatena la roncopatia. Il professor Fabio Beatrice, direttore della Struttura complessa di otorinolaringoiatria dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino ci aiuta a fare il punto.


Sulla cena leggera non si discute
Che si abbiano chili da perdere (il sovrappeso è una delle cause del russamento) oppure no, c’è una regola, inossidabile, valida per tutti: la cena deve essere light, povera di grassi e priva di alcolici. La ragione? «Quando l’organismo deve digerire un pasto serale pesante ha bisogno di energie, che recupera mettendo a riposo i muscoli, compresi quelli di palato, base della lingua e primo tratto della gola. Questi, di conseguenza, diventano più flaccidi, entrano in collisione e vibrano sonoramente», spiega il professor Fabio Beatrice.


Ok ai sistemi che agiscono sulla postura
L’altra soluzione valida per tutti è trovare degli escamotage che impediscano di dormire sulla schiena, posizione che facilita una temporanea ostruzione al passaggio dell’aria, responsabile del russamento.

«L’ultima novità in questo campo sono dei collari elettronici, da indossare di notte, che vibrano quando ci si mette supini», specifica l’otorinolaringoiatra. «Ma è altrettanto utile riposare utilizzando due cuscini oppure sollevare di circa 10 cm la parte del materasso in corrispondenza della testa. Oppure ricorrere al vecchio trucco della pallina da tennis, da mettere in un taschino applicato sui pantaloni del pigiama, all’altezza della vita», spiega l’esperto.


Sì al bite, ma solo in un caso

Un altro rimedio molto di moda sono i bite antirussamento, mascherine da applicare sull’arcata dentale durante il sonno. «Sono indicati solo per chi russa perché ha una mandibola costituzionalmente più piccola, che scivola all’indietro», avverte Beatrice. «Prima di utilizzarlo occorre una visita dall’otorino che ne confermi l’effettiva utilità, suggerendo poi un modello personalizzato».


Ok ai cerotti se si respira male

Risulta efficace anche l’aiuto di dilatatori (morbide mollette in silicone che allargano le fosse nasali) oppure quello dei cerottini da applicare sul naso, in grado di garantire un maggiore passaggio dell’aria. Ma attenzione: secondo una metanalisi pubblicata su Jama Facial Plastic Surgery questi dispositivi sono indicati solo se si russa a causa di una congestione nasale.

Questa può essere dovuta a un raffreddore, alle cartilagini della punta del naso diventate molto molli (come succede con l’avanzare degli anni) o alla gravidanza. «Durante l’attesa, complice l’aumento del progesterone, le fosse nasali si ostruiscono facilmente», chiarisce il professor Beatrice. «Inoltre, è bene affiancare queste soluzioni a un umidificatore, da mettere in funzione in camera da letto durante la notte, e a un leggerissimo strato di una crema balsamica, che deve essere applicato alla base del naso, prima di andare a dormire».


Chirurgia: gli interventi giusti
Se il russamento è serio e causato da difetti anatomici, come un setto nasale deviato o un’ipotonia del palato che tende a collassare, ci si affida alla microchirurgia. «Un intervento di settoplastica può ripristinare il normale passaggio del flusso d’aria: si effettua in day surgery, in anestesia generale, e dura mezz’ora. L’ipotonia può essere invece corretta con un’applicazione di radiofrequenze a bassi gradi, in anestesia locale, che ridà consistenza al palato; oppure, tramite un intervento che elimina ugola e una microporzione di palato. Si effettua in anestesia generale, con il ricovero di una sola notte e dura mezz’ora.


Attenzione alle apnee notturne
Nel 10% dei casi il russamento è associato al fenomeno delle apnee notturne, fasi del sonno in cui si trattiene il fiato che aumentano i rischi di infarto e ictus. «Per identificarle basta una polisonnografia, semplice esame eseguito nei centri di medicina del sonno», suggerisce l’otorinolaringoiatra Fabio Beatrice. «Viene consigliato soprattutto a chi, oltre a russare, si sveglia più stanco di quando è andato a letto, si alza più volte di notte per andare alla toilette anche se ha la prostata in perfetta forma oppure, al risveglio, presenta un cerchio alla testa che sfuma nel giro di mezz’ora: tutte spie di una possibile sindrome da apnee notturne».


Le cure non mancano

Per le forme lievi oppure moderate occorre perdere peso, utilizzare dispositivi per dormire
su un fianco oppure un bite antirussamento. Nei casi gravi si ricorre alla C-PAP, una speciale mascherina collegata a una macchina, da indossare di notte: garantisce un flusso d’aria continuo e impedisce il collasso delle pareti delle vie aeree superiori.


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Articolo pubblicato sul n. 6 di Starbenein edicola dal 21 gennaio 2020

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