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Le zanzare possono trasmettere il Coronavirus?

Gli esperti confermano che le zanzare non sono veicolo per il Covid-19. Ma per colpa dei ritardi nella disinfestazioni questi insetti ci daranno del filo da torcere. Ecco che cosa possiamo fare

Foto: iStock



Iniziamo subito con una buona notizia: le zanzare non trasmettono il Coronavirus. È la risposta ufficiale (e secca) dell’Ipla, l’Istituto per la lotta integrata alle zanzare, che ha ribadito ciò che medici e scienziati andavano già dicendo da tempo: il Covid-19 è un virus respiratorio e, in quanto tale, si trasmette con la saliva e le microscopiche goccioline emesse con il respiro. Il sangue succhiato dalle zanzare, quindi, non è vettore di contagio.


In Italia le zanzare non sono pericolose

«Assolte sul fronte Coronavirus, le zanzare possono trasmettere altre pericolose malattie, fortunatamente molto rare alle nostre latitudini.

Alcuni anni fa era scattato l’allarme per un virus trasmesso dalla zanzara tigre (Aedes albopictus e aedes aegypti), il Chikungunya, che causa febbre alta, cefalea, rash cutanei, forti dolori muscolari e articolari. Una serie di sintomi molto debilitanti, anche se raramente accompagnati da complicanze gravi. «Nel 2017 c’è stato un focolaio nel Lazio e in Calabria», avverte la dottoressa Sara Savoldelli, entomologa presso il dipartimento Defens della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano.

«Tranquilli: gli Istituti Zooprofilattici dei dipartimenti di Sanità pubblica monitorano la situazione con un programma di sorveglianza attiva, teso a intercettare prontamente eventuali focolai. Nel nostro Paese, dunque, nella stragrande maggioranza dei casi, le punture di zanzara causano solo qualche ponfo cutaneo che dà prurito. In caso di pelle particolarmente sensibile e reattiva, si può manifestare una reazione allergica alle proteine della saliva che l’insetto, con il suo apparato buccale, inocula proprio mentre punge. Compaiono allora ponfi più gonfi, arrossati e pruriginosi che richiedono l’applicazione di una pomata antistaminica o, in caso di forte infiammazione, di una all’idrocortisone », spiega l’esperta.


Le disinfestazioni sono partite più tardi

Ma è vero che ci aspetta un’estate molesta, perché le disinfestazioni sono state rimandate per l’emergenza sanitaria? «In effetti quest’anno sono partite più tardi, a causa della pandemia che ha posticipato il calendario degli interventi», spiega il dottor Nicola Pilon, entomologo ed esperto in disinfestazioni a Milano.

«Se in genere si inizia ai primi di aprile, quest’anno i trattamenti larvicidi, tesi cioè a distruggere le larve per impedire che si sviluppino in zanzare adulte, sono partiti dalla seconda metà di maggio. Ma la stagione delle zanzare è molto lunga, e va dalla primavera fino ai primi di ottobre. C’è quindi tutto il tempo per ottemperare alle ordinanze comunali che, in base alle disposizioni dell’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno dispongono un’accurata disinfestazione delle zone demaniali, soprattutto delle aree verdi, dei fossati e delle caditoie stradali (la rete di tombini), obbligando anche condomini e abitazioni private a fare altrettanto».

I trattamenti larvicidi, che possono essere proseguiti fino all’autunno e che sono selettivi sulle larve (e quindi inutili per le zanzare adulte), prevedono l’impiego di diversi insetticidi liquidi, in compresse o granuli. I più usati sono a base di Bacillus Thuringiensis, un batterio tossico per la larve, di diflubenzuron (inibisce la sintesi di chitina, la sostanza che forma la cuticola degli insetti) o di piriproxifene, un insetticida che blocca gli ormoni della muta. «Sono indicati per tutte le specie di zanzare. In commercio esistono diversi prodotti a base di queste molecole, indicati sia per l’uso professionale da parte delle società di disinfestazione sia per l’uso privato, da parte di chiunque voglia evitare la trasformazione delle larve in zanzare su balconi e terrazzi», dice l'esperto.


Gli insetticidi migliori

«I più validi sono quelli appartenenti alla famiglia dei piretroidi, analoghi sintetici delle piretrine, composti naturali estratti dal fiore del Chrysanthemum cinerariaefolium. Vanno spruzzati di giorno soprattutto sulle siepi folte, i cespugli e le pareti ricoperte di rampicanti come l’edera, dove le zanzare si rifugiano durante le ore diurne», spiega Pilon. Esistono poi insetticidi “multitasking”, utili anche contro mosche, tafani, scarafaggi, zecche e pappataci. Sono sempre a base di piretroidi, ma in formula più concentrata.


Repellenti e rimedi naturali antiprurito

«Chi vuole prevenire le punture di zanzara può farlo assumendo 5 granuli al giorno di Ledum Palustre 15 CH», spiega Giancarlo Balzano, medico esperto di terapie naturali. «È un rimedio estratto dal rosmarino di palude».

«Come lenitivi dopo l’attacco sono molto pratiche le penne da appoggiare direttamente sui ponfi», spiega la dottoressa Maria Catena Ingria, responsabile della Farmacia Igea di Roma. «Se l’infiammazione non passa, va applicata una pomata a base di calendula, malva, aloe vera o camomilla».

«Per la pelle dei bambini, consiglio l’olio di neem, ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi dell’Azadirachta indica, una pianta della tradizione ayurvedica indiana. Più dolce dell’ammoniaca, lenisce il fastidio assicurando sonni tranquilli».



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Articolo pubblicato sul n. 19 di Starbene, in edicola e nella app a luglio 2020


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