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Vedere doppio: i sintomi e come si cura la diplopia

Chi soffre di diplopia non deve sottovalutare il disturbo, ma rivolgersi allo specialista per un’accurata visita oculistica. Talvolta, infatti, vedere doppio può essere il segnale di un’altra malattia

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Fa un brutto effetto vedere doppio e ben lo sa Marc Marquez, il pilota della Honda che ha sofferto di diplopia, il termine medico con cui viene indicato il disturbo. Nel caso del pilota si tratta di una forma cosiddetta transitoria, legata ai postumi di una grave caduta. Ma questa non è l’unica ragione di diplopia. Chi soffre di diplopia non deve sottovalutare il disturbo, ma rivolgersi allo specialista per un’accurata visita oculistica, che comprende anche alcuni esami dettagliati. Talvolta, infatti, vedere doppio può anche essere il segnale di una malattia, ma solo lo specialista lo può valutare attraverso indagini diagnostiche.


La visita oculistica

La percezione distorta delle immagini può essere monoculare, quando interessa un solo occhio, oppure binoculare, se riguarda entrambi. Due forme diverse, con cause differenti. Per questo la visita specialistica è fondamentale, per determinare innanzitutto il tipo di diplopia. Il primo passo è la determinazione della qualità della vista, attraverso tabelle di lettere progressivamente più piccole, seguito dal test per la valutazione del movimento degli occhi. Di solito il medico utilizza un oggetto come una penna, che sposta da destra a sinistra, dall’alto in basso, in modo da osservare la coordinazione degli occhi e la loro reattività agli stimoli. Infine, viene eseguita l’analisi del fondo oculare con il test della lampada a fessura. Consiste nella proiezione di una luce molto forte all’interno dell’occhio, per far sì che lo specialista riesca, con un microscopio speciale, a visualizzare il bulbo e gli annessi oculari, gli strati corneali, il vitreo e la camera anteriori, il cristallino e l'iride, per un'analisi clinica dell'occhio. In caso di dubbi, infine, lo specialista può richiedere anche la tomografia computerizzata, un esame che permette di avere immagini accurate dei muscoli extraoculari. Sono sei muscoli, che permettono il movimento degli occhi in tutte le direzioni. In caso di diplopia, questi muscoli involontari non sempre funzionano perfettamente.


Le cause e i sintomi della diplopia

La diplopia monoculare è un problema ortottico-oculistico. Alla base possono esserci difetti visivi come l’astigmatismo, malattie come la cataratta, disturbi come lo pterigio, cioè una crescita anomala sulla cornea di tessuto appartenente alla congiuntiva. La causa può essere anche un rigonfiamento alla palpebra, oppure una cisti.

È ben diversa invece la diplopia, quando è bilaterale. In chi ha sofferto di strabismo da bambino, può essere una recidiva. Ma può essere anche il campanello di allarme di patologie anche molto serie. «Può essere il segale di una malattia neurodegenerativa come la sclerosi multipla», sottolinea Marco Moschi, medico chirurgo di Clinica Oftalmica Baviera. «Oppure, del primo cenno di distrofia muscolare. Si può trattare anche di un problema di origine vascolare come un attacco ischemico transitorio, o ancora, di una forma tumorale. Per questo, in caso di diagnosi bilaterale, non bisogna perdere tempo ma chiedere al più presto il consulto dello specialista più indicato, in base al sospetto diagnostico». Aiuta nella diagnosi anche la descrizione dei sintomi. Di solito, la diplopia monoculare causa solamente la visione distorta delle immagini. Nell’altro caso, invece, con maggiore facilità sono presenti anche mal di testa, nausea, vertigini, visione offuscata.


Come si cura

Le cure sono mirate e variano a seconda del problema che ha scatenato la diplopia. «Nei casi come le malattie neurodegenerative, è possibile la prescrizione di occhiali prismatici», aggiunge il dottor Moschi. «Sono lenti speciali correttive, che favoriscono la fusione delle immagini sdoppiate».

Quando si tratta invece di strabismo, talvolta può essere necessario l’intervento chirurgico, per correggere la deviazione oculare. Nel caso, invece, di traumi importanti e di commozione cerebrale, di solito è necessario un lungo periodo di riposo, sotto controllo specialistico per tenere monitorato il problema. In alcuni casi infatti, può essere necessario intervenire chirurgicamente sui muscoli extraoculari compromessi.


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