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Tosse nervosa: che cos’è, le cause, i sintomi

Secca, fastidiosa, priva di espettorato e ripetitiva: la cosiddetta tosse nervosa o psicogena, non ha cause organiche, ma deriva da un disagio psicologico. Talvolta, però, la diagnosi è un’altra



Non è raro imbattersi in qualcuno che, lamentando da molto tempo una tosse fastidiosa e non avendo mai risolto il problema, definisca nervosa la sua tosse, convinto che si tratti di un problema emotivo. «Esiste effettivamente una tosse psicogena, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un disturbo che riguarda i bambini», spiega il dottor Alessandro Zanasi, pneumologo, responsabile del Centro della tosse al Primus Forlì Medical Center e presidente dell’Associazione italiana per lo studio della tosse. «Circa il 5-8 per cento dei casi di tosse in età pediatrica sono “nervosi”, perché rappresentano un modo con cui bambini esprimono una situazione di disagio, a livello scolastico oppure famigliare». Il problema può riguardare anche una piccola quota di adulti, che di solito presentano patologie psichiatriche, come ansia e depressione.


Cos’è la tosse nervosa

La tosse psicogena è tipicamente secca, fastidiosa, priva di espettorato e ripetitiva (gli inglesi la definiscono “onkig”, perché ricorda il verso dell’anatra). «Non è mai presente di notte, perché la tosse nervosa non ha una causa patologica ma è indotta volutamente, anche se a livello inconscio. Lo dimostra il fatto che, durante la giornata, se la persona viene interrotta o ne viene richiamata l’attenzione la tosse cessa automaticamente», descrive il dottor Zanasi. Visti i meccanismi di base, questa forma di tosse non risponde ai trattamenti farmacologici tradizionali, come sedativi, mucolitici ed espettoranti, ma richiede un approccio psicoterapeutico per rilevare il disagio scatenante e trovare una soluzione.


Quando la tosse nervosa dipende del reflusso

Accanto alla tosse nervosa, esiste anche un altro disturbo, il cosiddetto “tic di tosse”, che consiste in manifestazioni rumorose, sempre uguali, ripetute e percepite come irresistibili, magari per schiarirsi la voce o per liberare la gola da qualcosa che, in realtà, non c’è. «Spesso, questo atteggiamento è dovuto a qualche patologia sottostante, come la malattia da reflusso gastroesofageo, che può determinare un’irritazione locale che porta alla continua necessità di raschiare la gola», spiega il dottor Zanasi. Questo accade soprattutto nel reflusso atipico, privo di quei sintomi tradizionali come bruciore localizzato dietro lo sterno e rigurgito acido, dove i “colpetti di tosse” diventano alla lunga un atteggiamento del paziente, spesso inconscio, come una sorta di tic. «Ovviamente, solo una visita otorinolaringoiatrica può chiarire il problema e verificare la presenza di reflusso», tiene a precisare l’esperto. Quindi, il nervosismo non c’entra nulla? «In parte sì. Lo stress aumenta l’acidità gastrica, che determina un reflusso secondario, a sua volta causa di tosse. Ecco perché molti pazienti associano il problema alla tensione nervosa».


 L'origine della tosse cronica spesso è sconosciuta

«Spesso, la tosse viene etichettata come nervosa perché non ha ricevuto una diagnosi corretta. Quando i pazienti si rivolgono con insistenza al medico di base per lamentare il problema, può capitare che il disturbo venga liquidato con questa definizione per tranquillizzare chi ne soffre», racconta l’esperto. Purtroppo, infatti, nel 25-30 per cento dei casi rimane sconosciuta l’origine della tosse cronica, che prende quindi il nome di idiopatica, cioè senza cause note. «A volte, poi, viene erroneamente etichettata come tosse nervosa una predisposizione individuale a reagire in modo esagerato a stimoli irritanti, infettivi, chimici e fisici», evidenzia il dottor Zanasi. «Questi pazienti lamentano tosse secca e stizzosa, associata a prurito in gola, talvolta scatenata dal parlare, dal ridere, dai cambiamenti di temperatura, da odori sgradevoli o profumi intensi».

Come si diagnostica il problema? Dopo aver escluso la presenza di cause patologiche alla base del disturbo, si ricorre al test alla capsaicina, la sostanza irritante estratta dal peperoncino rosso: la sua inalazione è in grado di stimolare la tosse in tutti, ma lo fa a concentrazioni molto più basse nei pazienti con questa ipersensibilità rispetto ai soggetti sani. Al momento non esistono cure specifiche, ma nei prossimi anni dovrebbero entrare in commercio degli speciali farmaci neuromodulatori che inibiscono lo stimolo a tossire.

 

Come eliminare lo stimolo della tosse nervosa

Per eliminare la “vera” tosse nervosa, non esistono farmaci o trattamenti utili. L’unica strada è individuare la causa del disagio e intervenire su quella. Per prima cosa, è fondamentale escludere la presenza di eventuali cause di tipo fisico, come laringite cronica, patologie neoplastiche a carico di bronchi o polmoni, malattia da reflusso gastroesofageo, patologie cardiache o allergie. «A quel punto, bisogna agire sulle cause psicologiche che scatenano il sintomo in questione, imparando a placarlo con tecniche di rilassamento, come esercizi di respirazione o meditazione», conclude l’esperto. «Nei casi più severi, possono rendersi necessari una terapia psicologica di supporto e un trattamento farmacologico a base di farmaci ansiolitici o antidepressivi, ma tutto va sempre personalizzato in base all’anamnesi iniziale».


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