Non servono grandi incidenti per mettere a rischio la vita: a volte basta un piccolo graffio durante i lavori in giardino, una caduta sul terreno sporco o la puntura di un chiodo arrugginito. Da ferite apparentemente innocue può affacciarsi un nemico antico e invisibile: il tetano. Non è una malattia contagiosa e non si trasmette da persona a persona, eppure ha accompagnato la storia dell'umanità, mietendo vittime soprattutto in tempi di guerra, quando anche una ferita banale poteva trasformarsi in una condanna.
Oggi, grazie al vaccino, il tetano è quasi scomparso nei Paesi industrializzati, ma resta una minaccia concreta dove la protezione immunitaria è insufficiente. Conoscerlo significa non solo comprendere quanto possa essere pericoloso, ma anche apprezzare il valore della prevenzione, l’arma più efficace per tenere a distanza questo "vecchio" avversario della salute umana.
Quali sono le cause del tetano
Il tetano è una malattia infettiva grave, scatenata dalla tossina prodotta dal Clostridium tetani, un batterio che si nasconde comunemente nel terreno, nella polvere e nell’intestino di molti animali, uomo compreso. «Quando le condizioni diventano sfavorevoli, il batterio si trasforma in spora, una sorta di “corazza” che gli permette di sopravvivere anche per lunghi periodi in ambienti ostili», spiega il dottor Nicola Castaldini, specialista in Medicina interna al San Pier Damiano Hospital di Faenza. «È come se il batterio entrasse in letargo dentro un guscio indistruttibile, pronto a risvegliarsi non appena l’ambiente torna favorevole».
Il rischio reale emerge quando queste spore penetrano nell’organismo attraverso una ferita. «Se il taglio è profondo, sporco o trascurato, le spore trovano il terreno ideale per “risvegliarsi”, tornare attive e liberare la tossina tetanica, responsabile della malattia», aggiunge l’esperto. Questa sostanza è una delle neurotossine più potenti conosciute, simile per efficacia a quelle di alcuni serpenti velenosi, capace di interferire con i segnali che regolano la contrazione muscolare.
Anche un gesto apparentemente banale può rappresentare un pericolo: il graffio di una rosa, una scheggia di legno, un utensile sporco. Tutti possono diventare veicoli per le spore se la ferita non viene pulita e disinfettata tempestivamente.
Quali sono i sintomi del tetano
Il tetano non si manifesta subito dopo la ferita: spesso trascorrono alcuni giorni, talvolta fino a due settimane, prima che la tossina prodotta dal Clostridium tetani entri in circolo e cominci a colpire il sistema nervoso. «Il risultato è una rigidità progressiva e dolorosa», spiega Castaldini. «I muscoli si contraggono senza mai rilassarsi, dando origine a spasmi difficili da controllare. Il primo campanello d’allarme riguarda spesso il volto: i muscoli facciali si irrigidiscono fino a creare una smorfia innaturale, nota come “riso sardonico”, uno dei segni più caratteristici della malattia».
Con il passare delle ore o dei giorni, la rigidità si estende al collo, alla schiena e agli arti, fino a coinvolgere anche i muscoli responsabili della deglutizione e della respirazione. «È proprio a questo punto che il tetano diventa realmente pericoloso per la vita: se i muscoli respiratori si bloccano, il rischio di insufficienza respiratoria è concreto», avverte l’esperto.
Accanto a questi sintomi, possono comparire febbre, sudorazione, tachicardia e altre alterazioni generali, simili a quelle di molte infezioni sistemiche. «La gravità del tetano sta nel fatto che, una volta che la tossina ha raggiunto le fibre nervose, non è più possibile neutralizzarla», sottolinea Castaldini.
«Le cure sono efficaci solo nelle fasi iniziali, prima che la neurotossina si leghi in modo irreversibile. Quando i sintomi si manifestano, la terapia diventa soprattutto di supporto: mantenere le funzioni vitali, controllare gli spasmi e dare al corpo il tempo necessario per tentare di superare l’infezione».
Come si cura il tetano
La diagnosi di tetano si basa quasi esclusivamente sull’osservazione clinica: non esistono test rapidi o esami di laboratorio in grado di confermarla in tempo utile. Per questo, la combinazione di una ferita a rischio e dei primi segnali di irrigidimento muscolare deve essere considerata un campanello d’allarme urgente, che richiede il ricovero immediato in ospedale.
«La tempestività è fondamentale», racconta Castaldini. «Subito dopo un infortunio sospetto, la prima misura consiste nella disinfezione accurata della ferita: anche un semplice disinfettante domestico, come l’acqua ossigenata, può ridurre la proliferazione delle spore. Se la lesione è più profonda o complessa, si aggiungono gli antibiotici, mentre nei casi a rischio si ricorre alle immunoglobuline antitetaniche, che neutralizzano la tossina prima che raggiunga il sistema nervoso».
Quando invece la malattia si è già manifestata, le possibilità di arrestarne la progressione si riducono drasticamente. In questi casi, la terapia diventa soprattutto di supporto intensivo, in reparti di rianimazione o ad alta intensità di cura, dove il paziente può essere monitorato costantemente e assistito nelle funzioni vitali, in particolare respiratorie e cardiache.
«Oggi la medicina dispone di strumenti avanzati per assistere chi si ammala», ricorda Castaldini, «ma il rischio rimane elevato e la guarigione può essere lunga e complessa. Per questo motivo, la prevenzione tramite vaccinazione resta l’arma più efficace contro il tetano».
Come si previene il tetano
Il tetano non appartiene al passato. In Italia si registrano ancora circa 60 casi all’anno, pari a un caso ogni milione di abitanti. La mortalità, seppure non elevata, resta significativa: negli ultimi dieci anni si sono contati circa venti decessi. Numeri che ricordano come non si tratti di una malattia superata o debellata, ma di un’infezione endemica, destinata a rimanere tra noi.
Ridurre ulteriormente i casi è possibile e la strada principale passa attraverso la copertura vaccinale. «Dopo il ciclo primario di tre dosi, l'immunità dura circa dieci anni. Trascorso questo periodo, è necessario un nuovo richiamo per mantenere una difesa efficace», ricorda Castaldini.
Se il tetano resta un nemico silenzioso, la conoscenza diventa la nostra migliore difesa. Agire con attenzione – disinfettare subito ogni ferita, proteggersi durante il giardinaggio o i lavori manuali – significa trasformare la prudenza in sicurezza concreta, affrontando un avversario invisibile senza lasciare spazio alla paura.
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