hero image

Osteosarcopenia: sintomi, cure, prevenzione

Osteoporosi e sarcopenia possono unire le forze e determinare l’osteosarcopenia, un quadro di debolezza generale molto serio, tipico della terza età. La prevenzione giusta? Uno stile di vita adeguato. Leggi qui

credits: iStock



Debolezza muscolare e ossa sempre più fragili. Nell’osteosarcopenia coesistono due condizioni cliniche che sono tipiche della terza età, ovvero osteoporosi e sarcopenia. «La prima è una malattia nella quale la micro-architettura dell’osso si deteriora e apre facilmente la strada a fratture patologiche, anche dopo cadute normalmente non pericolose», spiega il dottor Vito Nicola Galante, specialista in Ortopedia e Traumatologia presso il D’Amore Hospital di Taranto. «La sarcopenia, invece, è una progressiva perdita di massa e forza muscolare, che riduce sempre di più la capacità di spostamento e di svolgimento delle attività quotidiane, peggiorando l’equilibrio e inficiando sulla qualità di vita generale».


Quali sono i fattori di rischio dell'osteosarcopenia

Oltre al normale processo di invecchiamento, che indebolisce scheletro e muscoli, alla comparsa dell’osteosarcopenia possono contribuire la familiarità (per esempio, il fatto di avere madre o padre che hanno avuto fratture importanti, soprattutto a livello vertebrale oppure del collo del femore) e le sindromi da malassorbimento, caratterizzate dalla minore capacità di digerire e assorbire i nutrienti contenuti nei cibi, come accade nella celiachia o nelle patologie croniche intestinali. «Dietro possono esserci anche una carenza di vitamina D oppure cattive abitudini di vita, come l’abuso di alcol oppure il fumo di sigaretta.

Talvolta, a “depauperare” ossa e muscoli può essere anche l’assunzione prolungata o cronica di alcuni farmaci, come i cortisonici, che “addormentano” gli osteoblasti, ovvero le cellule specializzate nella produzione di tessuto osseo, squilibrando quindi il processo di rinnovamento dell’osso», racconta il dottor Galante. «Un ulteriore fattore di rischio è l’eccessiva magrezza, che di solito deriva da una cattiva alimentazione, anche se l’osteosarcopenia può interessare pure all’opposto chi ha dei chili di troppo: infatti, i pazienti obesi utilizzano cibi ad alto contenuto calorico più che proteico, per cui il grasso finisce per sostituire la massa muscolare».


Quali sono i sintomi

I primi segnali che devono insospettire sono debolezza, riduzione della forza fisica e instabilità posturale: i pazienti con osteosarcopenia hanno difficoltà a percorrere lunghi tragitti, alzarsi dalla sedia, salire le scale e sollevare pesi. «Sono tutti segni di una debolezza muscolare importante, che va sempre indagata. Può restare silente invece l’osteoporosi, che spesso non causa alcun sintomo fino a quando non si verifica una frattura», avverte l’esperto.


Come si arriva alla diagnosi di osteosarcopenia

Ai primi campanelli d’allarme, è bene rivolgersi al medico di medicina generale per una prima valutazione. L’osteoporosi può essere diagnosticata con l’assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA), che è in grado di valutare con precisione la distribuzione dei tessuti osseo, magro e adiposo. La massa muscolare, invece, può essere indagata in alcuni casi con una risonanza magnetica, ma esistono esami più semplici, come il test del cammino (dove si misura la distanza che un soggetto riesce a percorrere camminando il più velocemente possibile su una superficie piana in sei minuti, lungo un percorso rettilineo) o quello che sfrutta un apparecchio chiamato hand grip, in grado di misurare il vigore di presa della mano. «Le indagini possono essere integrate con la bioimpedenziometria, che sfrutta la trasmissione di una corrente elettrica a bassissimo voltaggio, impercettibile dal paziente, e grazie a speciali algoritmi matematici ricostruisce la composizione corporea in termini di massa magra, massa grassa e acqua», descrive l’esperto.

 

Come si previene l'osteosarcopenia

L’osteosarcopenia si previene sin da bambini, perché è necessario impostare uno stile di vita che preveda una regolare attività fisica e un regime alimentare equilibrato per mantenere una struttura ossea e muscolare al top. «Seppure con un’ampia variabilità, circa l’1% della massa ossea viene persa ogni anno già a partire dai 30 anni, quindi non è mai troppo presto per iniziare», commenta Galante.

 

Come si cura

Una volta diagnosticata, l’osteosarcopenia si tratta con un cambiamento radicale del proprio stile di vita. Gli esperti raccomandano un allenamento ben strutturato, sfruttando pesi, elastici, macchine oppure eseguendo esercizi a corpo libero, che siano in grado di stimolare selettivamente tutti i gruppi muscolari, compresi quelli più deboli: «Il movimento migliora l’equilibrio, riduce il rischio di fratture e aumenta la qualità di osso e muscolo.

A questo va abbinata una dieta per migliorare l’introito proteico: 1-1,5 grammi di proteine per ogni chilo di peso corporeo al giorno possono essere d’aiuto, a cui eventualmente il medico può aggiungere una supplementazione di vitamina D e calcio», elenca il dottor Galante, che conclude: «Dieta e attività fisica sono il principale stimolo anabolico che porta alla sintesi delle proteine muscolari e, di conseguenza, anche a un miglioramento del trofismo osseo. L’importante è non perdersi d’animo, perché è dimostrato che arrendersi alla sensazione di debolezza che caratterizza l’osteosarcopenia finisce per condurre all’isolamento sociale, alla mancanza di progettualità, alla depressione. E invece, passo dopo passo, si può recuperare una qualità di vita ottimale e soddisfacente: basta cominciare».

 

Fai la tua domanda ai nostri esperti 



Leggi anche

Previeni l’osteoporosi con lo sport

Osteoporosi: le nuove cure

Terapie farmacologiche e osteoporosi

Osteoporosi: cosa fare quando le ossa sono fragili

Rucola l'amica delle tue ossa contro l'osteoporosi

Ossa più forti con la corsa