Tutti in spiaggia con il borsone colorato pieno di teli di spugna, parei, bottigliette d’acqua e creme solari di ogni tipo. E gli occhiali da sole? Non sono un dettaglio fashion, ma un bisogno. Anzi, uno strumento obbligatorio per proteggere la vista dalle radiazioni solari più aggressive, in grado di combinare non pochi guai ai nostri occhi.
Il concetto di fotoprotezione, infatti, va allargato dalla pelle agli occhi, che incorrono dei rischi ad affrontare la pioggia di UV a volto scoperto. A risentirne sono soprattutto i bambini, le cui strutture oculari sono trasparenti e delicate, e gli “over 50” che hanno una maggior vulnerabilità alle patologie degli occhi.
Troppo sole? I danni più frequenti agli occhi
Ma quali sono i danni più frequenti? «Gli ultravioletti sono responsabili dello stress ossidativo, cioè di una grande produzione di radicali liberi a livello del cristallino e della retina», esordisce il dottor Franco Spedale, direttore dell’Unità Operativa di Oculistica ASST Franciacorta (Brescia). «Fatto questo che, a lungo andare, provoca la degenerazione maculare senile. La parte “nobile” e centrale della retina, la macula appunto, degenera e ciò conduce a una riduzione della visione centrale, insieme a distorsioni ottiche.
Esistono due tipi di degenerazione maculare senile: quella essudativa, che interessa la coroide (la membrana pigmentata e molto vascolarizzata posta tra la sclera e la retina) e quella dovuta a un’atrofia delle cellule reticolari. Nel primo caso si ha un aumento incontrollato dei vasi sanguigni nella coroide, nel secondo un danno permanente e irreversibile alle cellule-chiave deputate alla visione. L’eccesso di energia luminosa è implicato in entrambi i casi: l’esposizione solare non protetta, infatti, concorre ad alterare la funzionalità visiva insieme ad altri fattori di rischio, quali la predisposizione ereditaria, il fumo di sigaretta, il diabete e l’ipertensione arteriosa non adeguatamente compensata».
E che dire della cataratta, che insorge quando la nostra lente naturale, il cristallino, diventa opaca? Ebbene: nel nostro paese si registrano sempre più forme di cataratta precoce, cioè prima dei 65 anni, dovute al photoaging oculare, sia da sole sia legato alla luce blu emessa dai dispositivi digitali.
Inoltre, l’eccessiva e prolungata esposizione degli occhi alla luce solare, al vento e all’aria secca e polverosa può causare la formazione del pterigio, una malattia che tende a presentarsi verso i 50 anni. Di che cosa si tratta? «Di una crescita anomala e visibile a occhio nudo di tessuto congiuntivale, che va dalla periferia della congiuntiva verso la cornea», risponde il dottor Spedale. «Questa specie di escrescenza, tra la congiuntiva nasale e il centro dell’occhio, causa una riduzione della vista e occorre rimuovere l’eccedenza chirurgicamente. Il problema è che restano delle cicatrici e il paziente va incontro a recidive». Insomma, una noia di proporzioni galattiche causata dal sole che, a seguito di una reazione infiammatoria, provoca un’ipercrescita congiuntivale.
I plus delle lenti fotocromatiche
Non c’è benessere visivo, quindi, senza l’utilizzo di occhiali da sole. E poiché siamo alla ricerca continua di un comfort estremo, nella stagione estiva sono molto indicate le lenti fotocromatiche.
«Passare continuamente dalla bassa luminosità di un luogo chiuso a quella abbagliante di una spiaggia bianca, comporta un continuo cambio di occhiali, da quelli da vista a quelli da sole», spiega Marco Ciaroni, ottico optometrista presso l’Istituto Ottico Ciaroni di Pesaro, partner Hoya Center. «Per ovviare a questo inconveniente, la soluzione è scegliere delle lenti fotocromatiche con filtri UVA e UVB 100% (occhio a controllare che sulle lenti sia apposto un piccolo bollino rimovibile con questa garanzia).
Le fotocromatiche più nuove e performanti sono le Sensity, che si adattano subito alle variazioni di luminosità cambiando colore così velocemente da evitare agli occhi lo sforzo di adattarsi nei passaggi intermedi. Grazie a una costante evoluzione tecnologica, gli ultimi modelli Sensity sono molto reattivi, e impiegano 3 secondi per scurirsi e 15 secondi per schiarirsi completamente quando si rientra in un posto all’ombra. Inoltre, sono costituite da polimeri “supertecnologici” e a prova di infortuni, molto resistenti in caso di traumi sportivi o incidenti». Pensiamo all’air bag che si gonfia all’improvviso durante una collisione violenta. Un tempo il “cuscino salvavita” causava la rottura degli occhiali, spesso accompagnata da ferite agli occhi. Oggi no, perché anche in questo campo vige il detto degli americani: safety first.
Lenti da sole polarizzate: in barca, sui ghiacciai o al volante
Che cosa sono le lenti da sole polarizzate? Sono quelle che hanno ricevuto uno speciale trattamento antiriflesso, che agisce in sinergia ai filtri UVA e UVB.
«Facciamo un esempio: se al mare entriamo in acqua per osservare il fondo sabbioso, a mezzogiorno, alla una o alle due, molto probabilmente non vedremo nulla perché verremmo abbagliati dal riflesso della superficie marina che si comporta come uno specchio», prosegue Marco Ciaroni. «Grazie alle lenti polarizzate, i fastidiosi riverberi vengono annullati e non c’è alcun rischio che gli occhi subiscano un abbagliamento, tanto più pericoloso quanto più si è al volante di un auto o al timone di una barca a vela o a motore».
Anche per le lenti polarizzate valgono gli stessi “consigli per gli acquisti” rivolti alle fotocromatiche: niente occhiali comprati sulle bancarelle o dagli ambulanti in spiaggia che non offrono alcuna garanzia di fare il loro dovere, sia per quanto riguarda i filtri anti-UV sia per i materiali con cui sono costruiti, che non assorbono gli urti come le lenti acquistate dall’ottico. Solo queste, infatti, sono certificate sia dal marchio CE sia da enti di controllo nazionali come Certottica, pronti ad accertarne la conformità.
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