Neuropatia delle piccole fibre: cos’è, sintomi, cause, terapie
Questa patologia colpisce soprattutto chi ha superato i cinquant’anni e si manifesta con sintomi che coinvolgono i nervi più sottili e superficiali, creando un disagio costante. Riconoscerla per tempo è fondamentale per gestire i sintomi e migliorare la qualità di vita, anche se manca ancora una cura definitiva
Un tempo regina delle passerelle, oggi prigioniera del dolore. A 40 anni, l’ex modella Rossella Moretti racconta una quotidianità segnata da dolori lancinanti, farmaci continui e una stanchezza cronica che si manifesta già al risveglio, quando le sue gambe “sembrano di legno”. La causa è una patologia poco conosciuta: la neuropatia delle piccole fibre, una malattia che colpisce il sistema nervoso periferico.
“Non solo ho dovuto smettere di fare la modella, ma anche di lavorare. Non so più che fare, la mia vita è un incubo”, ha raccontato Rossella al Corriere della Sera. La sua testimonianza porta alla luce una patologia relativamente rara e spesso confusa con altre sindromi, come la fibromialgia. Ma di cosa si tratta?
Cos’è la neuropatia delle piccole fibre
Può capitare di percepire strane sensazioni sulla pelle: una sensazione di bruciore improvviso oppure piccole scosse, simili a scariche elettriche, che attraversano mani o piedi senza preavviso. Se questi sintomi diventano frequenti o persistenti, potrebbero essere il segnale di una condizione poco conosciuta, che compare più spesso dopo i 50 anni, mentre è più rara in età giovanile: la neuropatia delle piccole fibre.
«La neuropatia delle piccole fibre è un disturbo del sistema nervoso periferico che colpisce le fibre nervose più sottili, quelle responsabili della percezione del dolore, della temperatura e del tatto più delicato», spiega il dottor Riccardo Parisotto, neurochirurgo presso il Centro Medico Chiros di Torino.
A differenza di altre forme di neuropatia che danneggiano i nervi più grandi, quelli che controllano anche i muscoli, questa agisce in modo più silenzioso e sfuggente.
Ci sono due forme di neuropatia delle piccole fibre
Esistono due forme principali di neuropatia delle piccole fibre, che si distinguono in base alla modalità con cui i sintomi si distribuiscono nel corpo.
«La più comune è la forma “lunghezza-dipendente”, dove il disturbo inizia solitamente nelle parti più periferiche del corpo, come i piedi, per poi risalire», descrive l’esperto. «Proprio per questo motivo, viene spesso descritta come una sindrome “a calza”: la sensazione di bruciore, formicolio o scosse elettriche si avverte in modo simmetrico e bilaterale, seguendo un andamento che ricorda la forma di un calzino che sale dalle dita dei piedi verso le gambe».
Esiste poi una variante meno comune, la forma “non lunghezza-dipendente”, dove i sintomi non seguono un ordine preciso e possono comparire anche in zone più centrali del corpo, come il dorso o il torace. Qui le manifestazioni sono più irregolari e possono interessare una sola parte, senza simmetria e senza un’apparente logica, rendendo la diagnosi ancora più complessa.
Cosa sono le piccole fibre
Immaginiamo il sistema nervoso come un grande albero con due rami principali: il sistema nervoso centrale (che comprende cervello e midollo spinale) e quello periferico, che si dirama in tutto il corpo per trasmettere segnali sensoriali e motori. All’interno del sistema periferico, esistono fibre nervose dedicate al movimento (motorie) e altre alla sensibilità (sensitive).
A loro volta, queste ultime si suddividono in fibre viscerali, che si occupano degli organi interni, e fibre somatiche, che ci permettono di percepire il mondo esterno.
«Le piccole fibre fanno parte di quest’ultimo gruppo e sono responsabili della sensibilità superficiale, in particolare della percezione del dolore e della temperatura», tiene a precisare il dottor Parisotto. «Sono fibre estremamente sottili, chiamate in termini scientifici A-delta e C, che si trovano nel tessuto sottocutaneo. La loro sofferenza determina dolore cronico, spontaneo, in assenza di stimoli dolorifici».
Quali sono i sintomi della neuropatia delle piccole fibre
Il formicolio è uno dei sintomi più frequenti nella neuropatia delle piccole fibre, ma spesso è il bruciore a pesare maggiormente sulla vita dei pazienti.
«Molti descrivono questa sensazione come un calore intenso o un fastidio persistente, molto diverso da quello causato da altri tipi di danni nervosi, come la compressione», spiega l’esperto. «Spesso il fastidio si fa più evidente nei momenti di relax, magari la sera dopo una giornata stressante o impegnativa. È come se, nel silenzio del corpo che si calma, la sensibilità si amplificasse, rendendo il disagio più fastidioso».
Anche se i sintomi non sono generalmente invalidanti, possono comunque compromettere la qualità di vita, perché sono persistenti. Tra l’altro, bruciore e formicolio interferiscono spesso con il sonno, influenzando non solo il benessere fisico, ma anche quello emotivo, a causa della stanchezza e del disagio derivanti dalla difficoltà a riposare.
A volte, nelle aree del corpo colpite dalla neuropatia delle piccole fibre, alcuni pazienti riferiscono una sensibilità alterata al tatto. «In certi casi, basta sfiorare queste zone per provocare un dolore più intenso del normale: si parla di iperalgesia, una reazione esagerata a uno stimolo che di per sé non dovrebbe essere doloroso», spiega l’esperto. «Non succede sempre, ma quando accade è un segnale piuttosto caratteristico».
In alcuni casi, possono comparire anche disturbi di altro tipo. «Ci sono pazienti che riferiscono un’alterazione della sudorazione oppure una fastidiosa sensazione di secchezza alla bocca o agli occhi», spiega il dottor Parisotto. «Sono segnali che indicano un possibile coinvolgimento delle fibre nervose autonome, quelle che regolano le funzioni involontarie del corpo». Quando la neuropatia coinvolge questa parte del sistema nervoso, si parla di sintomi disautonomici.
In casi più rari, si può osservare anche qualcosa di simile al fenomeno di Raynaud: le mani diventano più scure o fredde, segno di un’alterata regolazione del microcircolo.
Quali sono le cause della neuropatia delle piccole fibre
Uno degli aspetti più frustranti della patologia è che nel 50% dei casi non si riesce a individuare una causa precisa. «In medicina si definisce idiopatica, ovvero senza un’origine nota», spiega l’esperto. «Nell’altra metà dei casi, invece, la condizione può essere associata ad alcune malattie o situazioni ben definite». Tra le più comuni ci sono il diabete e l’alterata tolleranza al glucosio, ma anche alcune patologie reumatologiche come la sindrome di Sjögren o il lupus eritematoso sistemico. Altre volte la neuropatia è legata a carenze nutrizionali, in particolare di vitamina B12, a disfunzioni tiroidee (come l’ipotiroidismo) o a problemi di colesterolo e trigliceridi (dislipidemie).
Anche l’abuso di alcol o i trattamenti con chemioterapici possono provocare danni alle piccole fibre nervose, così come alcune infezioni virali, in particolare l’HIV e l’epatite C. «In tutte queste condizioni si è osservata una maggiore probabilità di sviluppare questa neuropatia», conferma Parisotto. «Tuttavia, resta una percentuale significativa di pazienti che la sviluppano senza avere alcuna delle cause conosciute ed è proprio questo a rendere la diagnosi e la gestione della malattia ancora più complesse».
Un legame interessante, oggi molto studiato, è anche quello con la fibromialgia, una sindrome complessa che colpisce soprattutto le donne e si manifesta con dolori muscolari diffusi, stanchezza cronica e disturbi del sonno. In molte pazienti è stata riscontrata anche una riduzione delle piccole fibre nervose, suggerendo che, almeno in parte, i due disturbi possono sovrapporsi.
Un contributo importante è arrivato nel 2013, grazie a uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Brain. «In quella ricerca è stato dimostrato che molte pazienti con diagnosi di fibromialgia presentano una ridotta densità di fibre nervose nella pelle, segno chiaro di una neuropatia delle piccole fibre», spiega l’esperto. «Quindi non si tratta più solo di un’ipotesi, è stato documentato scientificamente».
Neuropatia delle piccole fibre: come si arriva alla diagnosi
La diagnosi della neuropatia delle piccole fibre è spesso un percorso a ostacoli, che si basa sull’esclusione di altre cause. Molti pazienti arrivano dal neurologo dopo aver consultato il medico di base o il fisiatra, che magari hanno notato – attraverso una risonanza magnetica – la presenza di un’ernia spinale. A quel punto, si ipotizza che l’ernia sia la fonte del dolore.
Tuttavia, durante la visita neurologica, ascoltando con attenzione il racconto del paziente e osservando i sintomi, può emergere un quadro diverso. In particolare, quando il fastidio è presente in modo simmetrico su entrambi i lati del corpo – ad esempio in entrambi i piedi – e non corrisponde alla zona dove si trova l’ernia, il sospetto inizia a orientarsi verso altre cause.
A quel punto, uno degli esami più richiesti è l'elettromiografia, utile per valutare lo stato dei nervi più grandi e dei muscoli. Questo test serve a escludere altre possibili neuropatie, come quelle legate al diabete, alle carenze vitaminiche o ad alcune malattie autoimmuni. Persino condizioni come la sclerosi multipla, nelle fasi iniziali, possono causare sintomi simili: formicolii, scosse, alterazioni della sensibilità cutanea.
«Nel caso della neuropatia delle piccole fibre, però, l’elettromiografia risulta normale, perché questo disturbo coinvolge fibre troppo sottili per essere rilevate da quell’esame», spiega l’esperto. «Per questo la diagnosi si basa soprattutto sull’osservazione clinica: bisogna notare la distribuzione bilaterale dei sintomi, la loro superficialità e l’assenza di un dolore acuto o profondo. Serve uno sguardo esperto e attento, capace di andare oltre ciò che mostrano gli esami più comuni».
La conferma definitiva arriva quasi sempre da un test semplice ma molto specifico: la biopsia cutanea. Si tratta di un piccolo prelievo di pelle, effettuato in un punto tormentato dal disagio. Analizzando questo frammento al microscopio, è possibile contare il numero delle piccole fibre nervose presenti. Se risultano ridotte rispetto alla norma, la diagnosi è certa.
Neuropatia delle piccole fibre: quali sono le cure possibili
Al momento, non esiste una cura definitiva per la neuropatia delle piccole fibre. I trattamenti sono quasi sempre sintomatici, pensati per alleviare il fastidio, senza risolvere del tutto il problema.
«Si usano soprattutto farmaci antinevralgici e altri medicinali che agiscono sulla trasmissione del segnale nervoso, rallentandola», spiega l’esperto. Tra questi, i più comuni sono il pregabalin, il gabapentin e, in alcuni casi, piccole dosi di benzodiazepine come il clonazepam, che aiutano a ridurre l’iperattività dei nervi.
Non esiste invece alcuna possibilità di intervento chirurgico: non c’è nulla su cui “operare” per rimuovere la causa, perché il danno interessa strutture nervose troppo sottili e diffuse, come le fibre sensoriali sotto la pelle.
Alcuni pazienti trovano sollievo anche con terapie locali, ad esempio cerotti a base di lidocaina, un anestetico che si applica sulla zona più dolorosa per attenuare temporaneamente la sensazione di bruciore o formicolio.
Proprio perché la malattia si presenta in modo diverso da persona a persona, anche la risposta alle terapie può variare molto. C’è chi riesce a tenere sotto controllo i sintomi con pochi accorgimenti e chi invece ha bisogno di un percorso più articolato. Per questo motivo, la gestione della neuropatia delle piccole fibre richiede un approccio personalizzato, costruito su misura in base alla storia, ai sintomi e alle esigenze specifiche di ogni paziente.
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