L’importanza delle vaccinazioni in gravidanza

Se fatte in gravidanza, alcune vaccinazioni possono proteggere il nascituro da importanti malattie



Vi sono dei vaccini per i quali è consigliato l’inoculo durante la gravidanza: come regola generale, durante la gestazione è controindicato l’utilizzo di vaccini vivi attenuati, come quello contro il morbillo e la rosolia, mentre sono sicuri quelli inattivi a base di proteine.

Durante la gravidanza poi, è possibile vaccinarsi contro difterite, tetano e pertosse, contro lo pneumococco e contro l’influenza.


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Contrarre la pertosse prima dei sei mesi di vita comporta difficoltà respiratorie importanti che possono determinare anche arresto respiratorio: ancora oggi nel mondo, un neonato su mille muore a causa della pertosse.

Fare questo vaccino fra la ventisettesima e la trentaseiesima settimana di gestazione migliora la copertura anticorpale del neonato, in pratica gli anticorpi materni che passano al neonato lo proteggono meglio dallo sviluppo soprattutto della pertosse.

Lo Streptococcus pneumoniae sostiene numerose infezioni tipiche della prima infanzia come l’otite media acuta, le rinosinusiti, le polmoniti, le meningiti e le sepsi, per questo motivo bisognerebbe fare la vaccinazione antipneumococcica prima di rimanere in stato interessante.

Gli studi a disposizione, però, hanno evidenziato come la somministrazione del vaccino pneumococcico è sicura anche durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza.

L’Oms raccomanda a tutte le gestanti di vaccinarsi contro l’influenza dalla metà di ottobre alla fine di dicembre: l’inoculo può essere fatto in qualunque trimestre di gravidanza ed è raccomandato per proteggere la mamma e il bambino nei primi mesi di vita.

I neonati con meno di sei mesi sono quelli che sviluppano le complicazioni respiratorie più gravi se prendono l’influenza; ammalarsi di influenza per una gestante può comportare ricovero ospedaliero e persino la morte.

Sono in corso diversi studi sull’opportunità di somministrare in gravidanza il vaccino contro il virus sinciziale respiratorio (RSV) al fine di proteggere il nascituro nei suoi primi sei mesi di vita, dallo sviluppo di diverse affezioni delle vie respiratorie e in particolare dalla bronchiolite.

Altri studi stanno valutando l’opportunità di inoculare il vaccino contro lo Streptococco di gruppo B, non di rado causa di sviluppo di meningite e sepsi neonatale.

Come precisa la professoressa Susanna Esposito, presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid, e direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico dell’Università degli Studi di Milano, «le vaccinazioni sono lo strumento più efficace per proteggerci da malattie gravi e potenzialmente mortali. La sicurezza dei vaccini è elevata e documentata dalla costante attività di sorveglianza dei possibili eventi avversi e dagli studi di sicurezza che vengono effettuati sia prima dell’autorizzazione che dopo l’immissione in commercio di ogni vaccino».

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