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Inquinamento, i consigli per salvaguardare la salute. In casa e all’aperto

Quando è meglio aprire le finestre? Quali sono gli inquinanti a cui prestare attenzione in casa? E come regolarsi per fare sport all’aperto anche in città? Da uno dei massimi esperti in materia, le strategie per limitare l’impatto dello smog nella vita di tutti i giorni



di Francesca Gastaldi

La salute, si sa, dipende in larga misura anche dall’aria che respiriamo. Eppure, ancora troppo spesso, si tende a sottovalutare gli effetti negativi dello smog e a pensare, con un po’ di rassegnazione, di essere destinati a subirne le conseguenze senza poter fare molto per cambiare le cose.

304401Ma è davvero così? In realtà no, perché le strategie per difendere la salute dai danni dell’inquinamento esistono ed è importante conoscerle. A spiegarlo in modo molto chiaro nel libro I tuoi scudi antismog (Edizioni Sonzogno - Collana Scienze per la Vita) è uno dei massimi esperti in materia, Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia e direttore del Centro antifumo all’Istituto nazionale dei tumori di Milano.

«Il primo vero scudo che abbiamo a disposizione per difenderci è rappresentato dalla conoscenza», spiega Boffi. «Il libro nasce, infatti, dal desiderio di combattere le fake news e l’eccessivo terrorismo che spesso aleggiano intorno a questo tema, ma anche il negazionismo, fornendo soluzioni pratiche per ridurre l’impatto dello smog nelle nostre vite, in base ai risultati degli esperimenti e degli studi scientifici finora condotti».

L’inquinamento atmosferico può causare, infatti, allergie, asma, bronchiti e polmoniti, ma anche accrescere il rischio di tumori, aterosclerosi e problemi cardiovascolari. E questo perché i polmoni sono gli organi più influenzati dall’ambiente. «Sappiamo ormai che con l’inquinamento le malattie aumentano in frequenza, durata e gravità», spiega ancora Boffi. «Dobbiamo pensare, infatti, che le microparticelle inquinanti, dai polmoni passano nel sangue e raggiungono ogni parte del nostro corpo.

Non a caso, il primo tumore che si è scoperto avere un'eziologia ambientale è stato quello allo scroto degli spazzacamini inglesi, già nel 1700: questo perché l’apparato urogenitale rappresenta un deposito delle scorie emesse dalla fuliggine, nello specifico, ma anche dal fumo, dai motori o dai riscaldamenti in generale. E i cataboliti prodotti possono causare infiammazioni e, appunto, persino tumori».


Inquinamento indoor: come difendersi

Ecco allora che conoscere le strategie antismog più efficaci può fare davvero la differenza. La prima regola? Tenere presente che l’inquinamento è presente anche in casa.

«Trent’anni fa l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha portato l’attenzione sulla Sindrome dell’edificio malato - spiega ancora l’esperto -, un disturbo che si manifesta con sintomi diversi, tra i quali bruciore agli occhi e alla gola, irritazione della pelle, mal di testa e sonnolenza, e causato dagli inquinanti presenti, spesso a nostra insaputa, nelle case dove viviamo». 


  • Le strategie utili in cucina

Le fonti di inquinamento in casa possono essere molte e diverse. L’ambiente a cui prestare maggiore attenzione?  Sicuramente la cucina. «L’Italia è al primo posto in Europa per le morti premature causate dai fornelli a gas. Nel nostro Paese più del 60% dei nuclei familiari usa ancora questo sistema per cucinare».

Un dato non da poco, considerando che dai fornelli a gas, oltre al metano, si sprigionano due inquinanti: il biossido di azoto, un potente irritante polmonare, e il benzene, un conclamato cancerogeno.

La soluzione migliore è oggi rappresentata dai sistemi a induzione ma anche la scelta della cappa può essere importante, così come un aiuto - a sorpresa - può arrivare dalla friggitrice ad aria. Stando ai dati emersi da studi recenti, infatti, sembrerebbe rappresentare il metodo di cottura meno inquinante per la carne, rispetto alla frittura classica, ma anche rispetto alla bollitura.


  • In camera da letto

A rischio inquinamento indoor è anche la camera da letto, dove sarebbe meglio tenere pochi elementi ma soprattutto prestare attenzione ai mobili trattati, assicurandosi che non sia presente la formaldeide, gas ampiamente utilizzato nella produzione di resine e con un elevato livello di tossicità.

Se in camera è previsto anche un angolo smartworking, invece, meglio evitare la presenza della stampante, che rientra - anche questa volta, a sorpresa - tra i prodotti più inquinanti. Il motivo? Quando viene utilizzata, solo una parte dell’inchiostro si imprime sul foglio, mentre il resto si disperde nell’aria sotto forma di sostanze, tra cui metalli pesanti, che possono risultare nocive per la salute. «La soluzione migliore sarebbe tenere la stampante in una stanza a parte e con un buon impianto di aspirazione», suggerisce lo pneumologo. 

Anche per quanto riguarda l’abitudine diffusa di profumare l’ambiente con candele e incensi, meglio essere cauti. «Si tende a pensare che siano prodotti naturali - spiega ancora l’esperto - associando un profumo gradevole a qualcosa di salubre e viceversa, ma non c’è nulla di più sbagliato. Anche candele e incensi emettono inquinanti e risultano più tossici se hanno profumazioni di qualunque tipo. Non è necessario naturalmente evitare del tutto questi prodotti, basta solo utilizzarli saltuariamente».


  • A ogni stanza la sua pianta (mangia-smog)


La buona notizia? Un aiuto concreto per ridurre gli inquinanti presenti in casa, arriva dalle piante. Alcune varietà vantano, infatti, preziose proprietà mangia-smog.

Nell’angolo studio, per esempio, può essere utile tenere la Dieffenbachia, in grado di assorbire soprattutto xilene e toluene, le due sostanze che vengono sprigionate negli ambienti chiusi da stampanti e fotocopiatrici, ma anche da monitor, vernici e colle.

In camera da letto, sì all’aloe vera, che assorbe l’anidride carbonica mentre si dorme e la rilascia di giorno, mentre di notte regala ossigeno. In cucina come in salotto, si può puntare invece sullAnthurium, ottima per purificare l’aria dall’ammoniaca ma anche per assorbire i cattivi odori.


  • Aprire le finestre: sì, ma quando?

Piante a parte, aprire le finestre in casa per far cambiare l’aria può essere d’aiuto? «Sì, ma anche in questo caso meglio prestare attenzione a quando lo facciamo, visto che alcuni inquinanti entrano dall’esterno», spiega Boffi.

L’ideale è aprire le imposte al mattino, prima che partano i caloriferi e inizi il traffico. Meglio invece non farlo di notte in città, quando lo smog aumenta a causa dell’inversione termica. Via libera invece quando piove forte.


Sport allaperto: le regole cambiano con le stagioni

Anche fuori casa possiamo adottare strategie utili per difendere la nostra salute dagli effetti dello smog. In città, quando si pratica sport all’aperto, per esempio, è bene sapere che le buone abitudini cambiano in base alla stagione: se d'inverno è più importante scegliere bene dove fare sport, in estate a fare la differenza è il quando.

«D'estate, il maggior pericolo è rappresentato dall’ozono - spiega l'esperto -, un gas che può dare polmoniti e crisi asmatiche e che, con la bella stagione, è presente in concentrazioni elevate soprattutto durante le ore centrali della giornata, anche nei parchi. Motivo per cui, nei mesi estivi, il consiglio è di allenarsi all’aperto al mattino presto o nelle ore serali. D'inverno, invece, è fondamentale scegliere bene dove praticare sport, ovvero mai a meno di 100 metri dalle vie più trafficate».


Un aiuto in più dalle mascherine

Infine, anche l’utilizzo delle mascherine, che dopo il Covid sono state un po’ dimenticate, può fornire un aiuto prezioso per proteggere la salute dai danni dell’inquinamento.

«Attenzione alla scelta della mascherina giusta», conclude Boffi. «Se in casa, quando utilizziamo detersivi a base di candeggina o altre sostanze che inalate possono fare male, è utile indossare una FFP2, quando facciamo sport all’aperto con queste mascherine rischiamo, per l’inevitabile iperventilazione, che l’anidride carbonica prodotta dalla respirazione affannosa si accumuli e ci procuri poi mal di testa e altri sintomi poco fastidiosi.

Ecco perché, per lo sport o per andare in bici nel traffico, sono indicate le FFP3, in grado di trattenere più del 99% delle polveri sottili senza il rischio di accumulare l’anidride carbonica, che viene buttata fuori col nostro fiato attraverso l’apposita valvola unidirezionale».


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