Gonfiore in età fertile o in menopausa: cosa fare

Tante cause, tanti rimedi. Per combattere l’edema diffuso bisogna scoprirne le cause. E poi agire, con l’attività fisica, la dieta, i rimedi fitoterapici e, in alcuni casi, una terapia ormonale bilanciata e personalizzata



294212

“Mi sento gonfia come un pallone” o “non sono dimagrita, mi sono sgonfiata”. Quante volte, nei nostri dialoghi, la parola gonfiore ricorre, sia in riferimento a se stesse sia per definire le nostre amiche-nemiche (“Ma non vedi? È tutta gonfia!”). Un termine che si declina in modi diversi.

C’è chi si sveglia al mattino con il gonfiore sottopalpebrale (e dà la colpa al cuscino), chi fatica a sfilarsi gli anelli, chi lamenta gambe pesanti e chi, in certi periodi del mese, vede il seno lievitare come il pan di spagna e non riesce più a tirar su la cerniera.

Insomma, a ogni donna il suo edema, più o meno generalizzato o concentrato in alcuni distretti, che viene quasi sempre imputato alla ritenzione idrica. Il problema è che non basta ridurre il consumo di sale, che fa trattenere i liquidi, per riuscire a far pace con la lampo. Certo, mantenere l’apporto di cloruro di sodio entro i 5 grammi al giorno aiuta le donne “sodio-sensibili” a tenere un po’ sotto il controllo la ritenzione idrica, combattendo al contempo l’ipertensione. Ma non tutte lo sono e spesso la questione ha risvolti complessi, che affondano le radici negli ormoni. Sì, sono sempre loro a regolare il volume dei liquidi extracellulari e basta un piccolo squilibrio endocrino a creare il temuto “effetto-mongolfiera”.


IN ETÀ FERTILE

Così ti assicuri benessere e stabilità ormonale

«Chi si definisce gonfia dovrebbe distinguere se ciò dipenda veramente dalla stasi della linfa, legata a un rallentamento del sistema linfatico, o da un aumento dei pannicoli adiposi, in seguito a un eccesso calorico (soprattutto calorie “vuote” come gli zuccheri semplici di caramelle, dolciumi, snack, cioccolato e bevande gassate). In altre parole, la domanda da porsi è: acqua o grasso?», spiega la professoressa Alessandra Graziottin, direttrice del Centro di Ginecologia dell’Ospedale San Raffaele-Resnati di Milano e docente di ostetricia e ginecologia all’Università di Verona.

«A volte la ritenzione idrica, vissuta come un tributo da versare all’essere donna, diventa un alibi per non ammettere che si sta mettendo su peso, perché non si conduce uno stile di vita sano». I segni inequivocabili che è colpa dei liquidi, e non della “ciccia”? Palpebre gonfie al mattino, viso “a luna piena”, dita, polsi e caviglie un po’ imbibiti (soprattutto la zona sovramalleolare). La prova del nove? Premi il pollice: se rimane sulla pelle una leggera impronta si tratta di “edema improntabile”. Altri segni sono il rigonfiamento della parte interna del ginocchio e l’immancabile segno dei gambaletti lasciato sui polpacci».

Quanto ai cuscinetti adiposi, invece, a parte la bilancia che segna dei chili di troppo, basta avere un girovita uguale o superiore agli 88 cm per capire che, ahimè, non di solo liquidi si tratta. Come curare la vera e la pseudoritenzione idrica? «Con la revisione del life style, in entrambi i casi», risponde la professoressa Graziottin.

«Inutile lamentarsi del gonfiore se, appena alzate, dopo aver fatto il pieno di biscotti e merendine, ci si siede per ore al computer (per chi lavora in smart) o ci si infila in auto. Basta scuse: la prima regola è fare tutte le mattine, con qualunque clima, 30 minuti di “brisk walking”, la camminata a passo svelto. Questa sana abitudine, che sfrutta la luce naturale del mattino, fa meglio delle attività serali in palestra, sotto la luce artificiale, magari allenandosi con pesi ed esercizi di potenziamento muscolare, ma senza fare un lavoro aerobico. L’unico in grado di ossigenare bene i tessuti e di contrastare l’acidosi tessutale, dovuta al ristagno di liquidi e tossine e alla conseguente infiammazione di tutto l’organismo, che non riesce a smaltire le scorie. Grazie al brisk walking, si attiva la pompa linfatica e venosa nascosta sotto la pianta del piede, si “spremono” i polpacci e si spingono linfa e sangue verso l’alto. Così si favorisce l’apertura di una fitta rete di microcapillari che nutrono i tessuti. Viceversa, se gli scambi intercellulari si alterano, per colpa della sedentarietà, la linfa non scorre bene e le pareti delle vene trasudano “goccioline” di liquidi, per aumento della pressione intravasale».

Insomma, l’attività fisica è la prima medicina a costo zero per evitare quelle alterazioni del microcircolo e del sistema linfatico che causano gonfiore. Naturalmente, più ci si muove meglio è. Se all’appuntamento mattutino, uniamo delle attività aerobiche, come la bicicletta, i balli di gruppo, il nuoto, lo step o i corsi di aquagym e di hydrobike, che sfruttano la resistenza e il naturale massaggio dell’acqua, l’effetto drenante è assicurato.

«L’attività fisica alla luce del mattino, oltre a “dare la sveglia” a tutti gli ormoni che hanno un ritmo circadiano, favorisce l’eubiosi intestinale, cioè un buon equilibro tra quei mille miliardi di batteri che popolano l’intestino», prosegue la Graziottin. «Gli ultimi studi, ad esempio, puntano la lente sull’estroboloma, l’insieme dei batteri intestinali in grado di produrre e modulare gli estrogeni. Ebbene: niente come l’attività all’aria aperta ha degli effetti positivi sull’estroboloma, favorendo un quadro ormonale anti-ritenzione idrica».

Salvo poi non cadere in errori grossolani, come farsi l’aperitivo quasi tutte le sere o due bicchieri di vino a cena. Gli alcolici, infatti, sono una delle prime cause di edema venoso e linfatico. E allora inutile darsi alla corsa al sorgere del sole per poi vanificare tutto al tramonto, con uno spritz dietro l’altro!
Dieta sana e leggermente ipocalorica, abbinata all’attività fisica, rappresentano quindi la prima strategia per tenere alla larga i gonfiori. Ma spesso non basta, perché molte donne in età fertile sono in balìa degli sbalzi ormonali, specie nei dieci giorni che precedono il ciclo mestruale, quando il crollo degli estrogeni, seguito da quello del progesterone, provoca mal di testa, nervosismo, pancia gonfia, tensione al seno e persino l’aumento di due chili. Che fare allora?

«Le fluttuazioni ormonali molto instabili causano sia ritenzione idrica sia aumento di peso», risponde l’esperta. «In questo caso l’unica soluzione è prescrivere una pillola anticoncezionale su misura, che ha un valore terapeutico oltre che anticoncezionale. Se confezionata a pennello, la pillola protegge la donna che risente delle continue fluttuazioni ormonali dal rischio di ingrassare e di trattenere liquidi come una spugna. E non ha senso preferire a priori a quelle a basso dosaggio (perché più “leggere”), scartando quelle a medio o alto dosaggio. La pillola giusta dev’essere prescritta in base al peso e alla corporatura, perché gli ormoni devono distribuirsi equamente nei volumi del corpo, mantenendo stabile il picco plasmatico. Usando le pillole-piuma, c’è il rischio di non silenziare completamente le ovaie e di mantenere una piccola produzione di ormoni, causa di spotting (perdite vaginali di sangue) e di situazioni instabili, nocive al peso e alla causa del gonfiore».

Oltre a trovare il dosaggio corretto, la ginecologa deve prescrivere i principi attivi più indicati. Chi tende a trattenere molti liquidi, ad esempio, può puntare su una pillola che ha per progestinico il drospirenone: non solo contrasta la ritenzione idrica ma favorisce una modesta perdita di peso, contrariamente al luogo comune che “la pillola fa ingrassare”. Anche la modalità di somministrazione è importante: per chi soffre di colon irritabile (alternanza stipsi e diarrea), è preferibile il cerotto o l’anello vaginale al posto della pillola perché così si bypassano fegato e intestino e si evitano problemi di malassorbimento degli ormoni in gioco.

«Terzo punto: nelle donne supersensibili alle oscillazioni ormonali la pillola va data in continuo, senza pause, o secondo schemi di assunzione prolungati (tipo due blister consecutivi da 21 giorni e 4 giorni di sospensione) perché altrimenti si rischia di ricadere nella sintomatologia della sindrome premestruale, a partire dall’edema generalizzato». Fondamentale, insomma, che la prescrizione della pillola venga valutata con attenzione dallo specialista, tenendo conto di tutti i pro e i contro.


IN MENOPAUSA

Attenzione al sovrappeso androide

In menopausa il metabolismo rallenta e si tende ad accumulare più grasso e liquidi, andando incontro al sovrappeso androide (o obesità se il BMI supera 29) perché di tipo “maschile”, con accumulo del tessuto adiposo nella parte centrale del corpo.

«Molte donne in menopausa continuano ad alimentarsi come prima, senza rendersi conto che il metabolismo è cambiato: il consumo calorico si riduce del 50% nelle sedentarie, e del 30% in quelle che fanno sport, in grado di compensare in parte le battute di arresto legate all’età», avverte Alessandra Graziottin.

Di conseguenza bisogna tagliare del 30% l’introito calorico, puntare sempre più sull’attività fisica ed evitare i cibi-spazzatura che intossicano l’organismo e fanno trattenere liquidi. «Inoltre in menopausa aumenta l’aromatasi, l’enzima che converte alcuni ormoni ma che fa aumentare il grasso viscerale, pericoloso per la resistenza insulinica, il diabete, le malattie cardiovascolari e i tumori», prosegue l’esperta.

Ciliegina sulla torta? Anche il microbiota intestinale cambia: aumentano le famiglie dei batteri fermentativi e putrefattivi, che provocano meteorismo e gonfiore addominale. Cambiamenti parafisiologici, che però disegnano una silhouette “a mela”, enfia di tossine. L’integratore detox? Può tamponare il problema ma non risolverlo e, in alcuni casi, rappresenta una scorciatoia.

«Le donne in menopausa che si vedono gonfie e grasse, e convivono con disturbi quale depressione, osteoporosi e vampate “guastasonno”, devono rivolgersi con fiducia alla Tos (terapia ormonale sostitutiva), composta da ormoni bioidentici di origine vegetale, uguali a quelli prodotti dalle ovaie. Consentono di effettuare una terapia personalizzata, capace di combattere tutti i sintomi, compreso l’aumento di peso e il gonfiore post-menopausale», rassicura la professoressa Graziottin.

Insomma, ancora una volta la partita si gioca sul terreno degli ormoni, perché è innegabile che consentano un buon controllo del peso e della ritenzione idrica. Uno studio pubblicato suObesity nell’agosto del 2023 suggerisce che una Tos ben calibrata aumenta il dispendio calorico di 222 Kcal/die. Come fare 30 minuti di tapis roulant a ritmo moderato ogni giorno.


Rimedi green anti-gonfiore

Per sgonfiarti e fare tanta “plin plin” , assumi delle piante che favoriscono la diuresi, in tisana o di tintura madre (30 gocce, 2 volte al giorno). «Consiglio la betulla, la verga d’oro, l’ortica, l’orthosiphon o il tarassaco», suggerisce il dottor Luigi Coppola.

«Chi mira a un’azione più strong può fare un ciclo di 10 sedute di mesoterapia biologica (50 € l’una): consiste nell’infiltrare i tessuti edematosi con sostanze vegetali omotossicologiche, secondo i principi della low dose medicine. Per favorire la progressione della linfa verso le stazioni linfatiche, ad esempio, si fanno delle microiniezioni di Myosotis arvensis, insieme ad altri fitoestratti drenanti».


Per avere gambe più leggere

Ridurre edemi e cellulite con il linfodrenaggio manuale? C’è qualcosa di nuovo, che va oltre il tradizionale metodo Voddler, in voga da 50 anni. È il massaggio ideato dalla brasiliana Renata Franca, che nel 2016 ha brevettato a San Paolo il metodo che porta il suo nome. Efficace nel contrastare la pelle a buccia d’arancia e snellire le gambe, si è diffuso in tutto il mondo e solo le massoterapiste certificate possono praticarlo (in Italia esistono corsi di formazione a Roma e Milano).

Il suo atout? «Puntare su manovre ritmiche di scollamento, pompaggio e drenaggio, eseguite con le mani “ad ali”, cioè piatte laterali con i due pollici che si toccano», spiega Lorenza De Palma, massofisioterapista a Milano. «Le pressioni, fatte a ritmo sostenuto, seguono una sequenza precisa in modo da far defluire la linfa e detossinare tutto il corpo. Sulle gambe, per esempio, vengono eseguite 5 pressioni sulla coscia superiore, 5 su quella media e altre 5 in quella inferiore. Poi si lavora il ginocchio e si riprende il pompage dalla rotula alla caviglia, aprendo le stazioni linfatiche e drenando la linfa verso i punti di scarico quali inguine, cavo popliteo e addome inferiore».

Curiosa di provare questo metodo chiamato “Miracle touch”? Per informazioni, vai su sparenatafranca.com e clicca sulla bandierina italiana.


Fai la tua domanda ai nostri esperti

Leggi anche

Colon irritabile, mal di testa, gambe gonfie: 4 esercizi contro i malesseri emotiv...

Lunedì light: sgonfia la pancia in 24 ore

Lo yoga utile contro la pancia gonfia - Video