Glande infiammato: che cos’è la balanite e come si cura

Negli uomini di tutte le età può comparire un’infiammazione a carico del glande, che determina fastidio, dolore, arrossamento e prurito. La soluzione dipende dalla causa sottostante



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Balanite è il termine generico con cui si indica un’infiammazione del glande, la porzione finale del pene: può colpire gli uomini di tutte le età, anche se risparmia maggiormente quelli circoncisi, perché l’asportazione totale del prepuzio rende più semplice mantenere un adeguato livello di igiene.

«Sebbene si tratti di una condizione benigna, che non può evolvere in patologie gravi o pericolose, è bene rivolgersi al medico sin dai primi sintomi per inquadrare correttamente il problema e individuare il trattamento più adatto», commenta il dottor Giuseppe Quarto, specialista in urologia e andrologia a Napoli.


Quali sono i sintomi della balanite

L’infiammazione del glande può manifestarsi in diversi modi, come un semplice prurito (fastidioso come quello delle vaginiti batteriche femminili), arrossamento, eruzioni cutanee (puntini rossi) e dolore, che possono anche presentarsi in forma isolata, non necessariamente associati fra loro.

«In alcuni casi, l’infiammazione può coinvolgere anche il foglietto interno del prepuzio, il lembo di pelle che ricopre e protegge il glande: qui si parla di balanopostite, dove la sintomatologia rimane comunque la stessa», evidenzia il dottor Quarto.

Quali sono le cause infettive della balanite

Nella maggior parte dei casi, la balanite ha un’origine infettiva ed è provocata da batteri (come Escherichia coli e Chlamydia trachomatis) o funghi (Candida albicans), che si trovano normalmente sulla pelle, ma talvolta possono aumentare in maniera esponenziale.

A favorirne lo sviluppo può essere innanzitutto un’inadeguata igiene intima: se il pene non viene lavato correttamente, anche sotto il prepuzio, può accumularsi una sostanza biancastra, dalla consistenza pastosa e dall’odore sgradevole (detta smegma) che irrita la mucosa locale e favorisce la comparsa dell’infiammazione. «Anche il sudore, l’uso di biancheria sintetica o l’abitudine di tenere a lungo il costume bagnato d’estate possono favorire il proliferare di funghi e batteri», aggiunge il dottor Quarto.

Lo stesso vale per il diabete: quando la glicemia è alta e supera la cosiddetta soglia renale di riassorbimento, nelle urine aumentano gli zuccheri che, arrivando a contatto con il glande, favoriscono la proliferazione di lieviti e batteri. Altre forme di balanite infettiva possono dipendere da malattie sessualmente trasmissibili, come gonorrea o sifilide, quindi la prevenzione passa anche attraverso l’utilizzo del preservativo in tutti i rapporti sessuali occasionali e con ogni partner di cui non si conosca lo stato di salute.

«La stessa attenzione vale per la Candida albicans: se un componente della coppia ha questo problema, la terapia si consiglia a entrambi i partner contemporaneamente per evitare l’effetto ping-pong, ovvero la continua riattivazione dell’infezione», precisa l’esperto.


Quali sono le cause non infettive della balanite

Il glande può infiammarsi anche per cause non infettive come la dermatite, dovuta spesso al contatto con sostanze allergizzanti o irritanti presenti in detergenti, lubrificanti, preservativi o deodoranti. «Attenzione: anche prodotti sbagliati possono determinare un’irritazione», aggiunge il dottor Quarto. «Per esempio, è sbagliato utilizzare il detergente intimo della propria compagna, perché quelli femminili sono prodotti troppo acidi per il glande».

La balanite, poi, può dipendere da malattie benigne della pelle, come psoriasi, eczema atopico e lichen (sia planus che scleroso), mentre più raramente è legata a una neoplasia intraepiteliale del pene, una malattia precancerosa non invasiva dove le cellule anormali si trovano solamente nella pelle sulla superficie del pene ma, se non trattata, può evolvere in un carcinoma a cellule squamose.

«Anche i traumi possono favorire l’insorgenza della balanite non infettiva», tiene a evidenziare l’esperto. «Per esempio, un rapporto sessuale particolarmente intenso oppure scarsamente lubrificato può determinare uno sfregamento ripetuto che irrita il grande e lo infiamma». Un ulteriore fattore di rischio è la cosiddetta fimosi, un’alterazione anatomica dove il prepuzio non riesce a scorrere correttamente sul glande a causa di un restringimento della pelle. «Questo determina un ambiente caldo-umido che favorisce l’infiammazione», spiega il dottor Quarto.

Esiste anche una forma cronica di balanite

Un capitolo a parte merita la balanite di Zoon, che prende il nome dallo scienziato (il professor Johannes Jacobus Zoon) che per primo l’ha descritta nel 1952. Si tratta di un’infiammazione cronica del glande, per fortuna rara, che colpisce soprattutto gli uomini adulti o anziani non circoncisi ed è caratterizzata dalla formazione di macchie rosse ben visibili.

«A oggi, la sua causa è sconosciuta: fra le ipotesi ci sono la ritenzione di urine e squame tra il foglietto interno del prepuzio e la mucosa di rivestimento dell’asta del pene, ma di certo esiste una predisposizione individuale», riferisce Quarto.

Come si fa la diagnosi di balanite

La diagnosi di balanite viene effettuata dall’urologo in seguito a un esame obiettivo con l’osservazione diretta dell’area infiammata, ma in caso di dubbio può essere prescritto un tampone balano-prepuziale: sul glande si passa delicatamente un sottile tampone cotonato (simile ai cotton-fioc) per raccogliere un campione di essudato e riconoscere eventuali infezioni batteriche o micotiche.

Come si cura la balanite

Dopo aver individuato i fattori scatenanti, la balanite può essere trattata con una terapia che varia in base alla causa sottostante: «In genere sono trattamenti topici, per uso locale, come creme o pomate antibiotiche, antimicotiche o antinfiammatorie», riferisce il dottor Quarto.

Ovviamente è fondamentale individuare l’origine del problema, in modo da sospendere per esempio l’uso del detergente che ha causato l’infiammazione, correggere le cattive abitudini quotidiane o trattare l’eventuale fimosi congenita. «Qualora si verifichino frequenti recidive, si può valutare un intervento di circoncisione, che ne abbatte il rischio e facilita l’igiene intima quotidiana», conclude l’esperto. «Ma di fronte a episodi ricorrenti è anche bene effettuare una valutazione sistemica del paziente, perché le infezioni frequenti potrebbero essere dovute a problematiche intestinali come la sindrome dell’intestino irritabile oppure a deficit immunitari».


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