di Ida Macchi
Caffè, té, liquirizia e nicotina possono ingiallire lo smalto, rubandogli lucentezza. Oggi, però, hai dalla tua numerosi sbiancanti. Alcuni puoi acquistarli al super o in farmacia e usarli a casa. Dal dentista, invece, puoi effettuare il bleaching professionale, capace di regalarti un sorriso con una gradazione di bianco in più. Ecco una guida alla scelta.
COSA PUOI FARE A CASA
>I dentifrici whitening sono l’ideale se vuoi ravvivare il colore della tua dentatura. «La maggioranza di quelli in commercio contengono sostanze abrasive (come la polvere di silicio o la perlite), capaci di cancellare le macchie più superficiali», spiega la dottoressa Francesca Cannizzaro, igienista dentale.
Ultimamente si stanno però affermando prodotti sempre più delicati da usare anche tre volte al giorno, ogni volta che ti lavi i denti, perché non abradono lo smalto. «I più innovativi sono i dentifrici a base di microcristalli che vanno attivati con la luce led, atta a potenziarne l’effetto sbiancante», spiega la dottoressa Maria Sandra Aicardi, farmacista.
«Oppure, le paste dentifricie che catturano le sostanze coloranti prima che macchino i denti e nello stesso tempo riparano lo smalto.
O, ancora, quelle che contengono un mix di agenti lucidanti e fluoro: danno candore e rimineralizzano la dentatura».
Non aspettarti miracoli: i dentifrici whitening non ti regalano gradazioni di bianco e non riescono a rimuovere le macchie di fumo più resistenti o le ombreggiature profonde. Inoltre, vanno sempre usati con spazzolini morbidi, per non assottigliare lo smalto dentale.
>I bite sbiancanti fanno al caso tuo se cerchi un’azione smacchiante con risultati più duraturi di quelli offerti dai dentifrici. «Si tratta di kit da usare al massimo per cinque giorni di fila, contenenti mascherine morbide da far aderire alle arcate (chiamate bite), imbevute di un gel a base di cristalli bioattivi e polimeri. Insieme, formano un film di calcio cristallizzato che si fissa sulla superficie dei denti. Risultato? Un effetto sbiancante ottico che non lede lo smalto», risponde la dottoressa Aicardi.
«Da evitare, invece, le strisce o mascherine a base di perossido di idrogeno ad alte concentrazioni. Secondo una direttiva europea, la sua presenza non deve superare lo 0,1%, ma nei kit acquistati on line può essere superiore», avverte Cannizzaro. «In questo modo si rischiano infiammazioni alle gengive e ai tessuti molli della bocca».
>Le penne-cancellino sono ideali se hai macchie localizzate e vuoi agire in modo mirato. Simili a vere e proprie penne, hanno un pulsantino che permette di erogare il gel attraverso un tamponcino a punta. Sono a base di sostanze schiarenti sicure (come il perossido di idrogeno in quantità consentite), spesso arricchite da idrossiapatite per evitare un’eccessiva sensibilità dei denti dopo il trattamento », spiega la dottoressa Aicardi.
DAL TUO DENTISTA
Se desideri uno sbiancamento più deciso, devi chiedere al dentista, l’unico in grado di cancellare le macchie profonde. «Si utilizzano sostanze schiarenti che rendono lo smalto più poroso: così le impurità presenti all’interno vengono rimosse e la dentatura acquista nuova lucentezza e candore», spiega il dottor Massimo Mingardi, docente al corso di laurea in Odontoiatria all’università Bicocca di Milano.
«I trattamenti di bleaching professionale sono due: quello domiciliare e quello da effettuare sulla poltrona del dentista. Entrambi vanno preceduti da una pulizia professionale, utile ad eliminare placca e tartaro alla base dei denti o sotto il bordo gengivale.
>La cura domiciliare si effettua indossando due mascherine di silicone, modellate sulle impronte dentali prese dal dentista. Vanno riempite con un gel sbiancante a base di perossido di carbamide al 6% e puoi indossarle un’ora al giorno o tutta la notte», spiega il dottor Mingardi.
Dopo 15 giorni si ottiene un bianco candido, destinato a durare 2-3 anni. Poi, è necessario un richiamo con qualche giorno di
trattamento, per mantenere i risultati al top. Il costo è di 300-600 €.
>Il bleaching in studio, invece, viene effettuato in un’unica sessione. «lo specialista protegge le gengive con una speciale mascherina chiamata diga e applica sulla superficie dei denti un gel a base di perossido di carbamide ad alte concentrazioni in cui sono diluite sostanze reidratanti al fine di prevenire problemi di sensibilizzazione », spiega ancora il dottor Mingardi.
«Quindi, attiva il gel con una speciale luce alogena o con il laser». La seduta dura circa un’ora e costa tra i 400 e i 600 €. Gli effetti durano anni ma può essere necessario un trattamento di richiamo una volta l’anno.
Articolo pubblicato sul n.45 di Starbene in edicola dal 25/10/2016