Come curare polmoni e sistema respiratorio alle terme

Irrigazioni nasali e aerosol a base di acqua sulfurea sono un toccasana per il sistema respiratorio. Così come l’aria di montagna e le terapie in grotta. Le soluzioni più dolci per prevenire bronchiti & Co



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di Rossella Briganti e Caterina Caristo

I primi freddi ti troveranno in formissima se anche tu riuscirai a “passare le acque”. Ovvero a programmare un soggiorno tutta salute in una località termale, specie se soffri di patologie croniche o recidivanti all’apparato respiratorio: riniti (allergiche o vasomotorie), sinusiti, bronchiectasie (la dilatazione abnorme dei bronchi), faringotonsilliti, bpco (broncopneumopatia cronico-ostruttiva), bronchiti ed esiti di polmoniti batteriche o virali, anche da Covid.

E se le risorse economiche sono al verde, sappi che il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) passa un ciclo di 12 sedute termali per le affezioni delle vie respiratorie, tra aerosol, docce nasali micronizzate (indicate per chi soffre di sinusite perché le microparticelle di acqua termale raggiungono le tube di Eustachio e i seni paranasali), irrigazioni nasali, getti di vapore diretto e humage. Basta avere l’impegnativa del medico di base, prenotare le cure e pagare soltanto il ticket di 55 euro per tutta la durata del trattamento.


Obiettivo: decongestionare

Ma perché l’acqua termale sorgiva si rivela una preziosa medicina a costo zero per chi riconosce nella tosse cronica, nella congestione nasale o nel mal di gola il suo tallone d’Achille? «Come accadeva oltre 2000 anni fa, ancora oggi l’acqua sulfurea dona benessere e vigore al respiro, grazie a trattamenti mirati a migliorare la pervietà delle vie aeree, decongestionandole in profondità», spiega il dottor Maurizio Marvisi, pneumologo e internista presso l’Istituto Figlie di San Camillo di Cremona e consulente scientifico delle Terme di Tabiano, località collinare vicino a Parma.

«Chi tende a soffrire di patologie respiratorie, come una rinosinusite cronica, o semplicemente vive in un ambiente inquinato, dovrebbe cercare di fare prevenzione con un ciclo di cure termali, che si rivelano molto utili anche per chi soffre di asma allergica, purché il paziente sia inquadrato dallo specialista. In autunno, ad esempio, riesplodono le allergie alle muffe e agli acari della polvere, mentre la primavera è un duro banco di prova per chi soffre di pollinosi. E anche in questo caso si può “lavorare” sulla prevenzione, tenendo bassa l’infiammazione e rinforzando l’immunità locale delle mucose aeree».


Quale acqua termale scegliere

Per un inverno a prova di tosse, l’acqua più efficace è quella che presenta un alto contenuto di idrogeno solforato. «Quella di Tabiano, per esempio, ha una concentrazione del cosiddetto gruppo SH tra le più ricche in Europa. Fatto che le consente di espletare la sua azione mucolitica e antinfiammatoria, antibatterica e antivirale, antiossidante, immunostimolante e immunomodulante. Diversi studi dimostrano, infatti, che la sua inalazione aumenta nell’organismo la produzione di IgA (immunoglobuline A) che, a loro volta, attivano linfociti e macrofagi, le cellule del sistema immunitario deputate a combattare patogeni e sostanze inquinanti, come le polveri sottili. Va inoltre sottolineato che, in questo caso, l’idrogeno solforato viene naturalmente addolcito dal magnesio che ne aumenta la tollerabilità da parte delle mucose. Altrimenti l’acqua risulterebbe aggressiva perché troppo zolfo irrita», spiega l’esperto.


C’è pure la ginnastica respiratoria

Oltre alle classiche terapie inalatorie, nei moderni centri termali è possibile fare dei trattamenti riabilitativi. Sono utili soprattutto per chi soffre di fibrosi polmonare o di bpco complicata da enfisema, e per chi presenta delle bronchiectasie dovute a gravi infezioni, come la tubercolosi e la micobatteriosi, o a malattie autoimmuni. Obiettivo della riabilitazione è sedare la tosse, ridurre la dispnea (fatica a respirare) e fluidificare le secrezioni catarrali stagnanti, in modo da riuscire a espellerle più facilmente. Basta apprendere una serie di esercizi, esattamente come si fa per il mal di schiena o la cervicalgia, seguendo un ciclo di fisioterapia respiratoria, sempre in convenzione con il SSN.

«Esistono fisioterapisti che lavorano sotto la guida dello pneumologo e che sono appositamente formati per insegnare ai pazienti le tecniche utili a respirare meglio, ampliando la propria capacità di espansione e di ventilazione polmonare», precisa il dottor Marvisi. «E ciò anche grazie all’ausilio di dispositivi e metodi personalizzati per ogni singolo paziente. Un allenamento prezioso quello offerto dalla ginnastica respiratoria che, specie chi è anziano, può riprodurre comodamente nell’intimità della propria casa». Importantissima, prima di iniziare il percorso di cure termali, è la visita preliminare con il medico termalista e con lo pneumologo, che prescriveranno il tipo di sedute più indicate.


Programmi su misura

«Per i bambini sono previsti trattamenti personalizzati che consentono di aumentare l’aderenza alla terapia», prosegue il dottor Marvisi. «Se, per esempio, un bimbo di tre anni è irrequieto e poco collaborativo potrà fare le inalazioni in braccio alla mamma o al papà, che lo distraggono un po’. Mentre per i fumatori incalliti affetti da bpco, per chi soffre di bronchiectasie o enfisema polmonare è fondamentale abbinare alle terapie inalatorie un ciclo di ventilazioni polmonari, con apposite maschere che coprono il naso e la bocca e che, creando una pressione positiva, migliorano la capacità di espansione dei polmoni. Se il programma di cure termali è ben impostato, si riesce a potenziare l’efficacia delle terapie farmacologiche arrivando, in molti casi, a ridurne il dosaggio. Con grande sollievo per il paziente che va incontro a minori effetti collaterali».



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