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Che cos’è il sarcoma e quali sono le novità nelle cure

Fino a qualche anno fa i diversi tipi di sarcoma venivano trattati nello stesso modo. Oggi, grazie alla ricerca, abbiamo a disposizione cure decisamente mirate. L’importante è non perdere tempo e rivolgersi ai centri di eccellenza

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Ogni anno, su cento diagnosi di tumore, una è di sarcoma. A conti fatti, 3500 nuovi casi. Una malattia rara ma molto pericolosa, nei confronti della quale in questi ultimi dieci anni la ricerca ha fatto passi da gigante.


Un tumore che ha tante forme

«Esistono diversi tipi di sarcomi che fino a oggi venivano trattati allo stesso modo, ovvero stesso intervento chirurgico, radioterapia e chemioterapia per tutti», spiega Alessandro Gronchi, responsabile della struttura di chirurgia dei sarcomi all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

«Oggi sappiamo che si tratta di una famiglia di forme molto diverse tra di loro, che possono manifestarsi in tutti i distretti corporei e che hanno caratteristiche biologiche e molecolari diverse.

Grazie alle nuove ricerche, è possibile un approccio mirato, chirurgico, radioterapico e chemioterapico, che permette di massimizzare le chance di guarire in ogni singolo caso».


Come si fa la diagnosi

La diagnosi spesso avviene per caso, grazie a un esame effettuato per altre ragioni. Oppure, perché si vede una sorta di tumefazione simile a una pallina da tennis che tende a crescere. O ancora, nel caso dell’addome, si avverte un senso di pesantezza, come se ci fosse un corpo estraneo nella pancia.

Nel caso dei sarcomi, a differenza degli altri tumori, la dimensione non è un criterio di aggressività. Non è infrequente, infatti, che il tumore alla diagnosi misuri 10-15 centimetri.

«È difficile parlare di diagnosi precoce in questa malattia. È invece importante inviare tempestivamente questi pazienti ai centri di riferimento che se ne occupano, prima di mettere in atto qualsiasi procedura», continua il dottor Gronchi.

«L’esame basilare è quello istologico e per questo è importante che venga sempre effettuata una biopsia. Dall’analisi del tessuto prelevato, infatti, possiamo tracciare l’identikit del sarcoma in base al suo DNA (cosa che non era possibile un tempo) e disegnare la migliore strategia di cura».


Interventi chirurgici sempre più raffinati

«L’intervento chirurgico nel caso della malattia cosiddetta primitiva, cioè che non ha ancora causato metastasi, rimane il punto di cardine di ogni terapia, se pure non è necessariamente il primo approccio.

«La chirurgia è molto cambiata e grazie a tecniche più raffinate oggi è possibile aumentare le chances di guarigione per il paziente. A patto, ovviamente, di rivolgersi a un Centro di eccellenza».


Sarcoma e farmaci. La novità degli antiangiogenetici

Così come per altre forme tumorali, anche nel caso dei sarcomi le ricerche hanno dimostrato che dipende dalla natura della cellula tumorale se talvolta la malattia non reagisce positivamente ai farmaci e in primo luogo ai chemioterapici. Una scoperta importante. Che ha portato alla messa a punto di trattamenti mirati e di nuove molecole con una particolare attività, specialmente in alcuni sottotipi di sarcoma molto rari.

«Tra le terapie più promettenti abbiamo quella con antiangiogenetici», dice il dottor Gronchi. «Sono farmaci importanti. La loro caratteristica è quella di “soffocare” il tumore, togliendogli la rete di vasi sanguigni che il tumore stesso crea per garantirsi il nutrimento necessario alla sua crescita.

Questi farmaci hanno dimostrato un’attività veramente importante e mantenuta nel tempo in pazienti affetti da sottotipi di sarcoma storicamente resistenti alla chemioterapia. Al momento, inoltre, abbiamo in corso anche studi per valutare l’utilizzo di farmaci immunoterapici.

I primi dati in alcuni sottogruppi sono incoraggianti: è possibile, infatti, in casi selezionati stimolare l’organismo, affinché sia il sistema immunitario del paziente a riprendere vigore per combattere il sarcoma.

La personalizzazione della terapia in oncologia è tutto. Anche nei tumori rari. Siamo ancora lontani dal poter offrire la terapia giusta a ciascun singolo paziente. Ma la ricerca e la cura vanno in questa direzione, per garantire a ciascuno il miglior trattamento possibile per guarire».

pubblicato 1 agosto 2018

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