di Roberta Sarugia
Vergogna: secondo il vocabolario, è il sentimento di turbamento e disagio che ci piove addosso quando sappiamo (o temiamo) di essere oggetto di un giudizio sfavorevole, di disprezzo o di discredito. L’insalata tra i denti, la chiazza di sudore sulla camicia, la forfora. Ogni giornata è punteggiata di momenti a “rischio vergogna”. Ovviamente, nella stragrande maggioranza dei casi, bisognerebbe fare spallucce, riderci sopra, andare oltre. Ma capita persino alle più sicure tra di noi di sentire le guance che si infuocano. Anche a toccare certi argomenti, dei quali c’è chi parla, pure con le amiche del cuore, con la stessa frequenza con cui usa il teletrasporto. Il benessere intimo (o meglio, la sua assenza) è, incredibilmente, uno di questi temi-tabù.
V-Zone in forma: migliora la qualità della vita
Il malessere che si concentra nella “V-Zone” viene spesso sottovalutato o addirittura taciuto. «Succede soprattutto alle donne non più giovanissime, per cui, fin da bambine, quella parte connessa alle mestruazioni e al desiderio sessuale è la più imbarazzante del corpo», spiega Eleonora Sellitto, psicologa e sessuologa.
«È un blocco da superare, anche perché il miglioramento della salute intima provoca effetti positivi sulla qualità della vita e diventa un’importante spinta per la sicurezza in se stesse e l’autostima», aggiunge Valentina Finotti, chirurga plastica, ricostruttiva ed estetica, specializzata in medicina rigenerativa e benessere intimo femminile, e presidente dell’Associazione Italiana Donne Mutilate (AIDoM).
«Molte donne, per colpa di disturbi che potrebbero essere risolti facilmente, evitano di fare sport e di andare in bicicletta, si sentono a disagio quando devono restare sedute e sono costrette a indossare solo biancheria intima senza elastici e pantaloni morbidi».
Oggi abbiamo a disposizione trattamenti sempre più sofisticati e su misura. «Vanno sotto l’ampio cappello della cosiddetta medicina rigenerativa, che propone tecniche e principi attivi biocompatibili, in grado di stimolare i meccanismi fisiologici naturali, risvegliando processi normalmente in atto nel nostro organismo che con il tempo tendono a rallentare», chiarisce la dottoressa Finotti.
L’approccio non è invasivo, ma efficace e sicuro. «Tra i disturbi trattabili», prosegue l’esperta, «ci sono tutti quelli che rientrano nella sindrome genito-urinaria: l’indebolimento, la perdita di elasticità e di volume dei tessuti e la secchezza delle mucose, traducendosi in mancanza di lubrificazione, dolori, bruciori e fastidi vulvari e pelvici, aumento del rischio di infezioni vaginali e disturbi urinari, dalle cistiti ricorrenti all’incontinenza».
Trofismo vaginale: le punturune anti-età
Non solo per ringiovanire la pelle del viso: ci sono anche le “punturine” per il benessere intimo, a effetto funzionale e anti-age. «Utili per migliorare il trofismo vaginale, ossia la capacità dei tessuti di mantenere elasticità e tono, i trattamenti iniettivi a base di polinucleotidi hanno un elevato potere stimolante e idratante», suggerisce l’esperta.
«In associazione con l’acido ialuronico, questo ingrediente sollecita l’attività dei fibroblasti, le cellule che producono collagene, la proteina incaricata di dare struttura ai tessuti del corpo. Dopo aver applicato un sottile strato di gel anestetico, si fanno piccole iniezioni quasi indolori, in genere nella zona dell’orifizio della vagina e nella prima parte del canale vaginale. Validi anche per ammorbidire e ridurre cicatrici post parto (dovute per esempio a una episiotomia, incisione nel perineo fatta per facilitare il passaggio del bebè), questi trattamenti regalano benefici immediati. Il numero di sedute - da eseguire a un mese di distanza - va sempre personalizzato».
E va ugualmente personalizzato il trattamento di biorimodellamento Profhilo ottenuto dall’unione di due diversi acidi ialuronici: «È un composto puro, non alterato chimicamente, con una spiccata azione rivitalizzante sulla qualità e il volume dei tessuti».
PRP E carbossiterapia
Ha fatto il giro del web qualche anno fa, suscitando curiosità e un pizzico di fastidio: la foto di Kim Kardashian con il sorriso beato e il volto ricoperto di sangue ha rappresentato una perfetta pubblicità per il “Vampire Facial”, trattamento anti-age che consiste nell’iniettare sotto pelle del plasma arricchito di piastrine. «Il cosiddetto PRP, ottenuto dal sangue della paziente, è ricco di fattori di crescita che possono stimolare anche il rinnovamento di cute e mucosa di vulva e vagina», chiarisce la dottoressa Finotti.
«È particolarmente efficace l’esosoma autologo, derivato ematico che, centrifugato con un apposito device, sviluppa un elevatissimo potere rigenerante in grado di aiutare in caso di assottigliamento dei tessuti vulvovaginali, secchezza e cicatrici che tirano».
La carbossiterapia è un’altra soluzione oggi applicata anche al benessere intimo. «Si utilizza un macchinario che somministra anidride carbonica allo stato gassoso attraverso un applicatore sprovvisto di ago», suggerisce Valentina Finotti. «Gli effetti principali? Migliora tono ed elasticità della mucosa vaginale e favorisce la lubrificazione intima».
Trattamenti per i genitali
Come il resto del corpo, anche i genitali cambiano con il passare del tempo. «Esistono diversi trattamenti di bellezza che possono essere d’aiuto a chi non si piace più “intimamente”», assicura Valentina Finotti, chirurga plastica, ricostruttiva ed estetica, specializzata in medicina rigenerativa e benessere intimo femminile.
«Per ripristinare i volumi e migliorare elasticità e tono - per esempio, delle grandi labbra - si può optare per le punturine biorimodellanti o passare ai filler di acido ialuronico cross-linkato, ossia assicurato saldamente grazie a una sorta di rete di elastici chimici, quindi molto sicuro. Si infiltra attraverso una cannula - il procedimento è leggermente doloroso ma sopportabile - con un numero di sedute personalizzato: in genere, se ne fa una da ripetere, eventualmente, dopo 6-12 mesi.
In caso di piccole labbra eccedenti si può prendere in considerazione un intervento di labioplastica per ridurle, mentre per correggere il colorito della zona genito-perineale che, con l’età, tende a scurirsi ci sono diversi trattamenti sbiancanti, tra cui il PRX lady: si applica e si lascia agire per 5-10 minuti. Il protocollo prevede circa 4 sedute a distanza di un mese».
Il primo centro per chi ha subito mutilazioni genitali
L’OMS vuole abolire le mutilazioni genitali femminili entro il 2030. Al momento, questa pratica è ancora molto diffusa in alcuni stati africani, come Somalia ed Eritrea, e nell’Asia sud-occidentale. Ma nemmeno le donne che vivono nel nostro Paese ne sono immuni.
«Lo scorso ottobre, presso l’Ospedale Santa Chiara di Pisa, abbiamo inaugurato il primo centro multidisciplinare italiano per pazienti con mutilazioni genitali», dice Valentina Finotti, presidente dell’Associazione Italiana Donne Mutilate (AIDoM).
«Ci occupiamo di donne e bambine che hanno subito mutilazioni parziali (con escissione del clitoride) o complete (con asportazione delle piccole e, a volte, anche delle grandi labbra e cucitura quasi totale della vulva). Alcune arrivano da noi senza nemmeno sapere di essere state mutilate, altre nella speranza di attenuare i molti sintomi di cui soffrono (emorragie, infiammazioni, rapporti intimi dolorosi, difficoltà a urinare. Oggi possiamo curarle e proporre interventi di chirurgia ricostruttiva, in un ambiente protetto e, a breve, col sostegno di uno psicologo».
Device hi-tech: la piattaforma multifunzione
Una piattaforma professionale che combina radiofrequenza ed elettrostimolazione con l’obiettivo di offrire trattamenti mirati e non invasivi: tra le innovazioni più interessanti dedicate alla “V-Zone”, spicca EmpowerRF by InMode. «Può essere utile alle ragazze che sentono fastidio durante l’attività fisica e i rapporti sessuali, alle neomamme che puntano a riconquistare tono e funzionalità, e alle donne in menopausa, intenzionate a combattere i disturbi scatenati dai cambiamenti ormonali », spiega Eleonora Iachini, ginecologa e medico estetico.
«Si lavora con tre diversi manipoli, da scegliere a seconda del disturbo da risolvere. Il primo, chiamato “tone”, serve per l’elettrostimolazione vaginale muscolare: è una specie di farfallina che, inserita in vagina, provoca contrazioni ritmiche del pavimento pelvico. Totalmente indolore, agisce soprattutto su problemi di incontinenza e lassità, e dà benefici fin dalla prima seduta, che dura 15-30 minuti».
Il secondo manipolo sfrutta la radiofrequenza, agisce sul tono delle pareti vaginali ed è molto valido in caso di dolori pelvici. «L’operatore passa sulla zona una “bacchettina” che rilascia calore a 43 °C, la temperatura giusta per stimolare il collagene (150-200 € a seduta). Funziona con lo stesso principio l’ultimo manipolo, che veicola la radiofrequenza attraverso micro aghi ricoperti in oro, inseriti sotto pelle, a 2-3 millimetri di profondità. Non è doloroso - anche grazie alla crema anestetica applicata come primo step - e aiuta a migliorare in modo sensibile l’atrofia delle pareti vaginali, secchezza e incontinenza da sforzo».
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