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Asma bronchiale, come si fa la diagnosi

Ecco gli esami e i test da fare per avere un quadro preciso di asma bronchiale. Mancanza d’aria, respiro affannoso e sibilante possono anche manifestarsi al termine di uno sforzo fisico



Per avere un quadro preciso, gli esami del sangue e i test allergologici non bastano. Chi soffre di asma bronchiale deve sottoporsi alla spirometria, esame che permette di valutare la funzionalità polmonare e la ventilazione soffiando in un boccaglio.

«Se il risultato è nella norma ma il paziente riferisce sintomi di asma, si prescrive il test di broncostimolazione con metacolina, sostanza che viene fatta inalare a dosi crescenti prima di eseguire la spirometria per sondare il grado di iperreattività bronchiale», spiega il professor Marco Confalonieri, pneumologo e docente di malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Trieste.

«Utile anche un test di più recente introduzione, ma non sempre eseguito, chiamato FeNo: misura il livello di ossido nitrico nel respiro, e precisamente nell’esalato. Infine, per un quadro completo, a volte può essere indicato prescrivere la TAC torace che, nei soggetti asmatici, rivela la presenza di bronchiectasie, la dilatazione abnorme dei bronchi: può essere congenita o acquisita in seguito a infezioni fungine o batteriche, che vanno identificate e trattate».


Cos'è l'asma da sforzo

Colpetti di tosse, mancanza di aria, respiro affannoso e sibilante possono anche manifestarsi al termine di uno sforzo fisico, come una corsa o una sciata. È la cosiddetta asma da sforzo, che può essere legata all’allergia da pollini e colpire soprattutto in primavera, oppure essere del tutto slegata, presentarsi in ogni stagione ed esacerbata da fumo di sigaretta, inquinanti atmosferici e attività fisica prolungata in un clima freddo e secco, come lo sci di fondo in alta quota.

«Alla base della crisi asmatica, che si percepisce quando lo sforzo cessa ma che esige comunque una diagnosi specialistica, c’è un’iperreattività dei bronchi», precisa il professor Confalonieri. «La muscolatura liscia che li ricopre si contrae, come reazione esagerata a uno sforzo, mentre la mucosa bronchiale libera sostanze infiammatorie chiamate leucotrieni.

Rinunciare a praticare sport? Niente affatto. Le cronache sono piene di atleti olimpici, come Federica Pellegrini, Massimiliano Rosolino e Salvatore Antibo, la cui asma da sforzo, adeguatamente trattata, non ha impedito loro di salire sul podio dei vincitori».



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