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Angiomi, che cosa sono e come si cancellano

Alcuni sono solo lievi inestetismi, altri vere e proprie malformazioni che deturpano il viso. Tutti si possono eliminare con la terapia laser ad hoc

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Piccoli come puntini o estesi come un’arancia, rappresentano un vistoso inestetismo. Tant’è che, secondo la Società italiana di dermatologia, il 18% delle visite riguarda la possibilità di rimuovere gli angiomi, soprattutto se compaiono sul nostro biglietto da visita: il volto.

Fortunatamente oggi esistono tecnologie laser in grado di cancellare le sgradite macchie rosse o violacee in maniera rapida. L’importante è capire di che tipo di angioma si tratta


Primo: cura la couperose

Gli angiomi rubino “a ciliegina” e quelli a forma di ragno si riscontrano molto spesso nelle donne affette da couperose o rosacea.

«Più che un inestetismo, le alterazioni del microcircolo che disegnano sulla pelle delle ragnatele di capillari (le cosiddette teleangectasie) sono una patologia che va curata dal dermatologo», avverte la dottoressa Norma Cameli. «Vanno, infatti, prescritti prodotti per la detersione e creme specifiche dall’azione lenitiva, disarrossante e vasocostrittrice in modo da tenere sotto controllo la situazione ed evitare che la couperose peggiori. Soprattutto in menopausa, quando gli stimoli emotivi, gli sbalzi di temperatura e le vampate notturne aggravano la fragilità capillare».

I principi attivi più efficaci per contrastare i rossori del volto sono gli antociani del mirtillo, i bioflavonoidi di origine vegetale e le vitamine C e K.


Ecco le quattro principali lesioni vascolari.


1. Se hai dei piccoli “ragnetti” rossi

Gli spider-nevi (o angiomi stellati) si riconoscono facilmente perché, osservati con uno specchio ingranditore, hanno la caratteristica forma di un ragno con le zampette. Rosso intenso, sono piccoli rigonfiamenti pieni di sangue che hanno un diametro variabile da 2 mm a 1,5 cm.

«Sono dovuti alla dilatazione di capillari o arteriole e si manifestano soprattutto su tronco, viso, collo e décolleté (specie dopo i 40 anni) sia per il fisiologico processo di invecchiamento sia per gli squilibri ormonali legati alla gravidanza, alla menopausa, all’assunzione della pillola anticoncezionale o della Tos (terapia ormonale sostitutiva)», spiega la dottoressa Norma Cameli, responsabile dell’ambulatorio di dermatologia correttiva e laserterapia dell’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma.

«In alcuni casi, possono manifestarsi anche in seguito a contusioni o microtraumatismi ripetuti, come il ferretto del reggiseno che sfrega contro la pelle. I piccoli angiomi a raggiera si cancellano con un paio di sedute di Dye-laser o di Ktp. La luce gialla del primo o quella verde del secondo realizzano un danno termico delle strutture ricche di emoglobina, “sbiancando” la lesione».


2. Se appaiono come pallini color rubino

Un po’ più grandi e visibili sono gli angiomi rubino, rilievi a forma di cupola che sporgono dalla superficie della pelle come tanti pallini rosso acceso o color del vino.

Più profonde degli spider-nevi, queste “cupolette” possono raggiungere i 2 cm di diametro, sono più frequenti nelle persone con la pelle chiara e possono insorgere, oltre che per squilibri ormonali, anche in seguito a terapie con farmaci vasodilatatori come gli antipertensivi.

Il colpo di spugna che li cancella? «Per quelli grandi e profondi si utilizza il laser Nd-Yag a impulso lungo, più potente e aggressivo. Va però detto che, se l’angioma rubino si localizza in aree delicate del viso, come il contorno occhi, è meglio optare per il Dye-laser e il Ktp, più delicati, onde ridurre il rischio di effetti collaterali insiti in ogni laser. Ovvero la formazione di macchie bianche “a confetto” oppure, al contrario, iperpigmentate a seguito di una reazione post-infiammatoria. In genere quelle scure regrediscono da sole dopo qualche settimana, mentre quelle bianche possono anche diventare permanenti».

Sconsigliato affidarsi alle vecchie tecniche di elettrodiatermocoagulazione (la “bruciatura” dell’angioma con miniscariche elettriche) che possono lasciare degli esiti cicatriziali permanenti: piccole cicatrici depresse come tanti “buchini”.


3. Se si presentano come grandi macchie

Chiamate comunemente “voglie di fragola” o “macchie di vino” (Port-wine stain), sono delle lesioni vascolari piane di colore dal rosso-bordeaux fino alla tonalità scura del vino liquoroso. Di grandezza variabile (da una moneta fino a una grossa chiazza), sono dovute a malformazioni congenite dei vasi cutanei e sottocutanei.

«Possono presentarsi in qualsiasi parte del corpo ma sono particolarmente invise quando prendono di mira le zone ad alto impatto estetico, come la fronte, le gote e il collo», spiega il dottor Enrico Berné, chirurgo generale, direttore del Magenta medical center e responsabile del Centro malformazioni vascolari Asm Onlus di Milano.

«Il trattamento d’elezione prevede l’utilizzo del Dye-laser (595 nm), eventualmente integrato con altre lunghezza d’onda come il laser 532 intense pulse (cioè a impulso lungo), adatto per le lesioni vascolari più profonde ed estese. La laserterapia dà risultati in 2-5 sedute e può essere fatta anche con il Ssn».


4. Se tuo figlio ha un emangioma infantile

Vere e proprie protuberanze rosse e rotondeggianti, a volte grandi come un mandarino, sono dovute a una malformazione vascolare congenita. Sono i tumori benigni più frequenti in età pediatrica: in Italia si riscontrano in oltre 22.000 neonati all’anno.

«Se compaiono sul volto, non solo ne alterano la bellezza, la forma e i volumi ma sono anche ad alto rischio funzionale, qualora si sviluppino tra il naso e l’occhio o tra le orecchie e le labbra», avverte il dottor Enrico Berné.

«Poiché crescono rapidamente, dalla nascita fino ai 13-14 mesi, questi tumori vascolari vanno trattati precocemente, per arrestarne lo sviluppo ed evitare danni alla vista, all’udito o alla capacità di fonazione. Per le lesioni più gravi, è disponibile un farmaco, il propanololo, un betabloccante che va somministrato per via orale fin dalle prime settimane di vita. Questa nuova molecola è in grado di arrestare lo sviluppo dell’emangioma e di schiarirne il colore, ma non di farlo regredire. Quando il bambino ha compiuto i due anni, si può trattarlo (nei centri più qualificati) con il laser endolesionale (a diodi 980 o 1470 nm oppure Nd-Yag 1064 nm), cioè con una fibra ottica inserita sottocute, nell’angioma, che emette una sequenza di spot luminosi dall’interno. In caso di lesioni deturpanti il volto si può ricorrere alla chirurgia ricostruttiva».


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Articolo pubblicato sul n. 10 di Starbene in edicola dal 13/02/2018

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