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Valentina Marchei: «Le Olimpiadi? Ci sarò anch’io»

Pluricampionessa italiana di pattinaggio artistico ha già partecipato a due edizioni (Sochi 2014 e Pyeongchang 2018). E nel suo curriculum si aggiungerà anche Tokyo 2020. Ma in una veste tutta nuova



Che bomba Valentina Marchei! La pattinatrice milanese (più precisamente di Basiglio, alle porte del capoluogo) a 33 anni vanta diversi primati. Cinque volte campionessa nazionale in singolo (la prima nel 2004, l’ultima nel 2014), ha vinto il campionato italiano anche nel 2015 in coppia con il ceco naturalizzato italiano Ondřej Hotárek, suo partner storico.

Inoltre, è stata la prima nella sua disciplina ad aver partecipato a due Olimpiadi con due specialità diverse, singolo e coppia. Dopo aver debuttato nel 2014 a Sochi, in Russia, con Ondřej ha infatti ottenuto nel 2018 un mitico sesto posto ai Giochi Olimpici di Pyeongchang, in Corea del Sud. Ma anche nel pattinaggio su ghiaccio le cose non sono eterne e poco dopo la coppia si è sciolta. Dissapori? «No, Ondřej si era stancato di gareggiare e ora ha altri progetti. Io, invece, senza pattini non ci so stare. Magari cerco un nuovo partner, magari continuo da sola. Per il momento sto a guardare cosa il destino ha in serbo per me», spiega la nostra cover-girl. Minuta (161 cm per 48 kg) ma potente, comincia a raccontarsi con verve e passione.


Cosa ricordi con maggiore piacere dei Giochi olimpici?
L’impegno agonistico è il primo pensiero per un atleta, ma le Olimpiadi sono anche divertentissime. A Casa Italia c’era un’atmosfera di collaborazione meravigliosa, che porto ancora nel cuore.


Le Olimpiadi sono poi un’abitudine di famiglia...
È vero. Mio padre (il maratoneta Marco Marchei, ndr) ha partecipato in rappresentanza dell’Italia sia a quelle di Mosca nel 1980 sia a quelle di Los Angeles nel 1984. In famiglia siamo due su cinque ad aver vissuto da protagonisti l’evento! E papà mi avrebbe voluta runner, perché secondo lui avevo il fisico adatto alla corsa.


E invece...
Invece a 7 anni, quando il corso di ginnastica che seguivo è stato sospeso, mi sono avvicinata al mio sport. Un caso del destino che però mi ha fatto subito capire che dalle lame non sarei più scesa.


Cosa ti piace del pattinaggio?
Tutto. Dalla sensazione del vento sul viso alla possibilità di interpretare personaggi diversi. Sul ghiaccio si crea un’atmosfera onirica e fatata, che avvolge sia il pattinatore sia il pubblico. Dietro, però, c’è un duro lavoro. L’allenamento non prescinde dalla danza classica, ma sono poi richieste maggiori doti di equilibrio e flessibilità, perché balliamo sulle lame e su queste poggia il partner che ci solleva durante le figure aeree. Vi rivelo un “segreto”: io soffro di vertigini, ma ho imparato a dominarle in pista grazie alla fiducia totale nel mio compagno.


Com’è pattinare in coppia?
Favoloso. Lasciando da parte la preparazione atletica, pattinare in due è come essere sospesi in una bolla, si crea un’energia particolare che nel singolo non c’è. Mi ha insegnato, come detto, a fidarmi totalmente del partner e a condividere risultati e applausi. In coppia non c’è una prima donna: una regola mica facile da accettare per chi, come me, vorrebbe sempre essere al centro dell’attenzione.


Come fai ora senza gare?
Mi diverto. Ho da poco concluso un fantastico tour europeo con Holidays On Ice, il più grande e seguito spettacolo di pattinaggio su ghiaccio: un’esperienza totalizzante, sia per l’impegno (avevamo fino a tre spettacoli al giorno) sia per l’essere in continua trasferta. Da piccola seguivo spesso in tv questo spettacolo magico e, partecipando, ho realizzato un mio sogno. Inoltre, faccio parte della Commissione atleti del Coni, con il compito di diffondere l’ideale olimpico e formulare nuove proposte. Un impegno del quale sono molto fiera e che si occupa anche di rendere lo sport più “athlete friendly”, con un occhio rivolto ai giovani e un altro a categorie particolari, come quella spesso dimenticata delle mamme atlete.


Sei anche stata aviere capo dell’Aeronautica
Mi sono congedata da pochissimo, con grande rimpianto perché l’Aeronautica è stata fantastica con me, una vera grande famiglia. Con gli altri sportivi dell’arma eravamo un gruppetto affiatato e molto solidale. Ho rinunciato perché come atleta devo gestire anche gli sponsor e non volevo che questo creasse conflitti con il mio ruolo militare. Ogni sportivo sa che nella vita a volte è necessario fare rinunce, ma questa è stata davvero una delle più sofferte.


Se non fossi stata una pattinatrice, oggi saresti…
Se dovessi dare una risposta ponderata, direi una ginnasta. Ma la verità è che adoro ballare e scatenarmi, quindi rispondo ballerina, anzi cubista. Una di quelle in pista tutta la notte senza stancarsi mai. Se però a questa domanda dovesse rispondere papà, so perfettamente cosa direbbe: “Valentina? Mannaggia, due gambe rubate all’atletica”.


Hai 41 mila fan su Instagram. Sei molto “social”?
Adoro Instagram, dove posto sia momenti agonistici sia la mia vita di tutti i giorni: i viaggi, la mia famiglia, con foto fatte da... chi capita! Forse ultimamente ho rallentato la mia presenza, ma leggo tutti e cerco sempre, per quanto mi è possibile, di rispondere.


Se ci fossero un paio di hashtag che ti descrivono alla perfezione sarebbero…
Ve li servo subito: il primo #lavalevola, coniato da un amico che non c’è più. E poi #lamarcheiapiedelibero, frase con cui mi prende in giro, con affetto, la mia manager.


Che rapporto hai con il cibo?
Ottimo, sono una vera mangiona. Se volete farmi felice, preparatemi la pasta con il pesto, cotoletta e focaccine. Il peso non è un mio problema, per fortuna, anche perché per una pattinatrice, soprattutto se gareggia in coppia, essere leggera è un’esigenza imprescindibile.


Segui la moda?
Con giudizio, faccio shopping soprattutto quando viaggio. Adoro i capi vintage e i negozietti particolari e non è raro che dopo una trasferta torni a casa con un poncho etnico, un paio di pantaloni a zampa d’elefante e stivaletti con il tacco. Ma per quanto riguarda la moda italiana, i miei miti sono due: Laura Biagiotti e Missoni.


Veniamo alle scarpe: odio o amore per i tacchi?
Passione sfrenata! Sono cresciuta sulle lame, l’equilibrio non è un problema e cammino con sicurezza anche sui tacchi più svettanti. Quante paia ho? Preferisco non contarle, ma ne posseggo uno sproposito.


Con te hai sempre…
Spazzola e rossetto!


Progetti futuri?
A parte finire (ormai manca poco, urrà!) il corso di laurea in Scienze motorie, ho un impegno cui tengo da morire, ed è olimpico. Non gareggio, ma a Tokyo 2020 sarò dall’altra parte della barricata. Anzi, dello schermo. Per il canale Eurosport sarò il volto ufficiale dell’appuntamento agonistico e mi sto preparando con grande emozione. Andrò in onda da primavera fino alla fine delle Olimpiadi: vi aspetto numerosi.


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Articolo pubblicato sul n. 7 di Starbene in edicola dal 28 gennaio 2020

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