di Chicca Belloni
Un’arma in più contro il tumore al seno. L’ AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ha dato l’ok a Elacestrant, farmaco in grado di bloccare le metastasi nei casi in cui la terapia endocrina, che mira a neutralizzare l’azione degli ormoni, non funzioni.
È un passo avanti che coinvolge le donne a cui viene diagnosticato un tumore al seno positivo ai recettori ormonali e negativo per HER2 in fase avanzata e che presenta già delle metastasi (il 5-10 per cento delle pazienti).
Che cosa è cambiato?
«È stata approvata la rimborsabilità del farmaco dall’Aifa», spiega il professor Nicola Fusco, direttore della Divisione di Anatomia patologica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO).
«Si tratta di un passo importante: più donne potranno finalmente accedere a questa terapia innovativa. Finora, infatti, Elacestrant e il relativo test molecolare erano disponibili solo nell’ambito di programmi sponsorizzati dall’azienda farmaceutica produttrice».
Che cos'è e come funziona
Tecnicamente Elacestrant viene definito modulatore selettivo del recettore per estrogeni. Spieghiamo. Può capitare che un tumore al seno, dopo un primo trattamento ormonale, non risponda più alla terapia ormonale di prima linea perché il tumore sviluppa un’alterazione genetica detta ESR1 del recettore degli estrogeni alfa (ER-a) che conferisce resistenza alla terapia endocrina convenzionale.
Nello specifico, tale alterazione impedisce al farmaco ormonale di legarsi alle cellule tumorali e quindi le cure non sono più in grado di bloccare le metastasi.
Elacestrant agisce aggirando quest’ostacolo. In pratica, si lega ai recettori degli estrogeni e aiuta a degradare le cellule tumorali. Tuttavia, è efficace solo nelle pazienti che presentano la mutazione ESR1.
Serve prima un test
«Per sapere se il farmaco può essere utile, è indispensabile eseguire un test molecolare volto a rilevare la mutazione ESR1», aggiunge il professor Fusco.
«È un test molto complesso, che si effettua tramite biopsia liquida: si analizza cioè il DNA tumorale rilasciato nel sangue. Basta un prelievo di sangue periferico e, attraverso tecnologie di sequenziamento avanzate – come la NGS (Next Generation Sequencing) o la digital PCR – possiamo identificare eventuali mutazioni che rendono inefficace la terapia ormonale classica. Se la mutazione viene rilevata, l’oncologo può proporre alla paziente il trattamento con Elacestrant».
Un accesso equo e tempestivo
«Non tutti i laboratori sono attrezzati per eseguire questo tipo di test con la precisione necessaria», prosegue l’esperto.
«Per questo è fondamentale costruire una rete tra ospedali, laboratori di patologia molecolare ed esperti nel settore, con il supporto delle società scientifiche, associazioni di pazienti e delle istituzioni sanitarie. Solo così potremo garantire un accesso omogeneo e tempestivo a questa cura, basandoci su test di alta qualità eseguiti nei tempi giusti».
Come si assume il farmaco
Si tratta di un prodotto ben tollerabile dall'organismo. Si assume per bocca, ogni giorno.
È stato approvato dall’Unione europea nel 2023. Da ora è rimborsabile dal Sistema sanitario nazionale. Si amplia quindi la schiera delle donne con tumore metastatico che non risponde alle cure ormonali che potrà usufruirne.
Sia chiaro: non sostituisce la chemioterapia, quando serve, ma potrà essere un aiuto in più.
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