Oncologia, ricerca e cure: la carica delle donne

Sono dirigenti, lavorano in corsia o fanno ricerca e si battono affinché nella lotta al tumore la presenza femminile conti sempre di più



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Sono tutte under 50 e ai vertici. Sono le oncologhe che hanno dato vita a Women for Oncology Italy, sezione italiana dell’omonima associazione internazionale. Lo scopo è favorire la lotta al cancro e nello stesso tempo l’empowerment femminile. Alcune sono dirigenti, altre impegnate nella ricerca o in corsia, ma tutte pronte a mettere a disposizione la loro esperienza e i contatti internazionali per lavorare su due fronti: aiutare le giovani dottoresse e sostenere i pazienti.


Il futuro è rosa

«Sebbene le donne medico, le iscritte alle facoltà di medicina e le specializzande in oncologia siano sempre di più, spesso oltre la metà, trovare una donna ai vertici nel settore è raro», dice Rossana Berardi, vicepresidente dell’associazione e direttore della Clinica oncologica dell’Università politecnica delle Marche - Ospedali Riuniti Ancona. A 45 anni, lei è la più giovane donna oncologo con un ruolo dirigenziale. «Ma non è facile sfondare il tetto di cristallo e si è spesso costrette a scegliere tra famiglia e carriera».

E infatti, solo il 15% dei primari di oncologia è donna. «Si continua a proporre gli uomini nei posti di potere, secondo uno stereotipo nel quale spesso cadono le donne stesse: tendono a limitarsi e non si sentono adeguate, o sono così perfezioniste da non ritenersi mai pronte», aggiunge Marina Chiara Garassino, presidente dell’associazione e Responsabile di oncologia medica toraco-polmonare all’Istituto nazionale tumori di Milano. «Noi organizziamo corsi e coaching per far sì che le donne medico imparino a farsi avanti, acquisendo consapevolezza dei propri meriti e competenze spesso mancanti, come management e public speaking».


A fianco di pazienti e famiglie

Woman for Oncology Italy è utile anche ai malati e alle loro famiglie. «Vogliamo essere un punto di riferimento», continua Garassino. «Nei nostri rispettivi territori, organizziamo “Donne che curano”, un ciclo di incontri con le associazioni, per capire di cosa hanno bisogno e farci loro portavoce».

Le oncologhe di Woman for Oncology Italy sono anche in prima linea contro le fake news. «Che sono pericolosissime quando si tratta di malattie devastanti come i tumori», spiega Berardi. «Vediamo tanti affidarsi a internet “di nascosto”, cioè senza chiedere consiglio al proprio medico, per esempio sulle cure alternative. Qui ad Ancona abbiamo aperto uno sportelo ad hoc, fisico e digitale, in modo che in qualunque momento il paziente abbia uno specialista a disposizione per confrontarsi».


Dove trovarle

Vuoi conoscere le Woman for Oncology Italy e le iniziative che ciascuna promuove sul territorio? Ecco dove puoi trovarle. Fabiana Letizia Cecere è dirigente medico all’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma. Rita Chiari è direttore dell’Unità operativa di oncologia agli Ospedali Riuniti di Padova. Valentina Guarneri, a Padova, è professore di Oncologia medica all’università e responsabile delle sperimentazioni cliniche di rete all’Istituto oncologico. Nicla La Verde è direttore dell’unità operativa di Oncologia al Fatebenefratelli Sacco di Milano. Laura Locati è dirigente medico all’Istituto nazionale tumori di Milano e Domenica Lorusso alla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma. Erika Martinelli è professore di Oncologia medica all’Università Vanvitelli di Napoli.



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Articolo pubblicato sul n. 11 di Starbene in edicola dal 26 febbraio 2019

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