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Mal di testa: l’operazione che risolve

Grazie a una nuova tecnica endoscopica mininvasiva è possibile dire addio all’emicrania

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di Rossella Briganti


Novità per quel 13% di italiani che ha una qualità di vita pessima per colpa dell’emicrania cronica, definita tale quando persiste da oltre un anno e si manifesta con almeno due episodi al mese di attacchi violenti (che spesso obbligano ad astenersi dal lavoro). Si sta diffondendo anche in Italia la chirurgia dell’emicrania, una tecnica endoscopica mininvasiva che si esegue in day-hospital (senza ricovero), sotto anestesia locale associata a una sedazione generale. Lo scopo? Eliminare alla radice le cause “anatomiche” che scatenano la crisi emicranica, interrompendo la trasmissione degli input dolorosi.


TUTTA COLPA DEL NERVO TRIGEMINO

«Nelle persone che soffrono periodicamente di mal di testa, gli stimoli scatenanti sono diversi: a volte basta una fluttuazione ormonale, un momento di stress o di collera, l’assunzione di alcolici o di cibi ricchi di istamina (come i pomodori, il cioccolato e i formaggi stagionati), un cambiamento climatico o essere in debito di sonno per ritrovarsi nel giro di poche ore alle prese con un dolore pulsante», premette il dottor Alessandro Gualdi, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva a Milano, docente a contratto alle Università Vita-Salute dell’ospedale San Raffaele e a quella di Milano-Bicocca. «Indipendentemente dalle cause estemporanee, si è visto che uno dei principali stimoli scatenanti è la compressione e la conseguente irritazione di alcune diramazioni del nervo trigemino che, infiammandosi, innesca la crisi dolorosa. I cosiddetti “trigger point” (i punti grilletto) si localizzano soprattutto a livello di tre rami nervosi: il sopraorbitario, il sopratrocleare e un nervetto che attraversa il muscolo temporale.


TRENTA MINUTI DI INTERVENTO

Attraverso un’incisione di un centimetro e mezzo nascosta tra i capelli, che risulta perciò invisibile, il chirurgo libera questi nervi dalla compressione dei muscoli, in particolare da quella esercitata del corrugatore del sopracciglio, spesso ipercontratto. Si dissenesca così la spina irritativa che scatena l’emicrania». Si tratta di un intervento che non lascia segni, che si esegue in mezz’ora e che è stato messo a punto nel 2001 da Bahman Guyuron, famoso chirurgo plastico di Cleveland (Ohio) e pioniere della cosiddetta “nerve decompression surgery” per la cura dell’emicrania. La sua metodica è frutto di una riscontro casuale: aveva notato infatti che nei pazienti operati di lifting frontale, il mal di testa spariva e diminuiva sensibilmente. Da allora sono stati pubblicati oltre 30 studi su riviste scientifiche internazionali, tra cui The Journal of Headache and Pain, che hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza della terapia chirurgica dell’emicrania. Il risultato emerso dagli studi clinici? Nel 35% dei casi l’emicrania scompare del tutto e nel 55% si ha una sensibile riduzione della frequenza e dell’intensità degli attacchi. Che si traduce in una migliore qualità di vita e in un taglio netto ai farmaci antinfiammatori, antidolorofici, antidepressivi e ansiolitici.


I CENTRI A CUI RIVOLGERSI

In Italia questa metodica per ora è disponibile solo privatamente (il costo parte dai 4.000 euro). Ecco i centri a cui ci si può rivolegere:

  • Clinic Agostini di Bolzano e Centro Chirurgia Emicrania (presso la Casa di cura Villa Anna Maria) di Roma, tel: 800-912816
  • Face and Body Surgery di Milano, tel: 02-89367184


27 gennaio 2016


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